Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria

Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria
(KO) 조국통일민주주의전선
(Choguk T'ongil Minju Chuŭi Chŏnsŏn)
StatoCorea del Nord (bandiera) Corea del Nord
SedePyongyang
Fondazione22 luglio 1946
Dissoluzione23 marzo 2024
PartitoPartito del Lavoro di Corea
Partito Socialdemocratico di Corea
Partito Chondoista Chongu
IdeologiaJuche
Songun
CollocazioneEstrema sinistra
Seggi massimi Assemblea popolare suprema
687 / 687

Il Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria (조국통일민주주의전선?, 祖國統一民主主義戰線?, Choguk t'ongil minju chuŭi chŏnsŏnLR) è un'alleanza di partiti politici e organizzazioni di massa fondata il 22 luglio 1946[1] in Corea del Nord ed unica alleanza presente nell'Assemblea popolare suprema.

Inizialmente chiamato Fronte Unito Democratico della Patria,[2] è noto anche come Fronte Patriottico e ne fanno parte i tre partiti politici nordcoreani, ovvero il Partito del Lavoro di Corea, il Partito Socialdemocratico di Corea e il Partito Chondoista Chongu, oltre a diverse organizzazioni di massa e giovanili.[3]

Per poter essere eletti, tutti i candidati alle elezioni in Corea del Nord devono essere accettati dal Fronte ed essere iscritti al Fronte[4][5][6][7]: i "raduni di massa" (in cui basta la partecipazione di sole 100 persone registrate come elettori[8]) sono tenuti a scegliere quale candidato presentare per la propria circoscrizione, questo dovrà poi essere approvato dal Fronte per poter apparire (come unica scelta) sulla scheda elettorale della circoscrizione.[4][9] In pratica, tuttavia, i partiti minori e le organizzazioni di massa al fronte sono completamente subordinati al Partito del Lavoro di Corea.[10][11][12][13]

In Corea del Sud è presente clandestinamente la sua controparte "meridionale", il Fronte Democratico Nazionale Anti-Imperialista.

Organizzazioni

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Risultati elettorali

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Nota: le elezioni in Corea del Nord sono sempre state descritte dagli osservatori esterni come delle elezioni farsa[22][23][24][25], il voto è obbligatorio e si può scegliere o meno un solo candidato in ogni distretto elettorale, si ritiene che votare in privato possa destare sospetti e disapprovare il candidato possa portare ad essere accusati di tradimento e/o finire sulle liste di proscrizione della polizia segreta[26][27][28], tutti i candidati sono preselezionati e devono far parte del Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria, guidato dal Partito del Lavoro di Corea[4][5][6][7][9]

Anno Risultato[29] Seggi Fonte Governo
1948 98.49%
572 / 572
[30] Al governo, unica coalizione legale
1957 99.92%
215 / 215
[30][31]
1962 100%
383 / 383
[31]
1967 100%
457 / 457
[31]
1972 100%
541 / 541
[31]
1977 100%
579 / 579
[30]
1982 100%
615 / 615
[30][32]
1986 100%
655 / 655
[30][33]
1990 100%
687 / 687
[31][34]
1998 100% [31][35]
2003 100% [36][37]
2009 100% [38]
2014 100% [39]
2019 100% [40]
  1. ^ (EN) The Democratic Front for the Reunification of the Fatherland, su naenara.kp, Naenara (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2008).
  2. ^ (EN) Andrej N. Lankov, The Demise of Non-Communist Parties in North Korea (1945–1960), in Journal of Cold War Studies, vol. 3, n. 1, 1º gennaio 2001, pp. 103–125.
  3. ^ Democratic Front for the Reunification of the Fatherland, in An Encyclopedic Dictionary of Marxism, Socialism and Communism: Economic, Philosophical, Political and Sociological Theories, Concepts, Institutions and Practices.[collegamento interrotto], Macmillan International Higher Education, 1981, p. 181, ISBN 978-1-349-05806-8.
  4. ^ a b c How North Korea's elections work, in The Economist, 5 marzo 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  5. ^ a b c d Country Reports on Human Rights Practices for 2015, su 2009-2017.state.gov. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  6. ^ a b c d 조국통일민주주의전선(祖國統一民主主義戰線), su encykorea.aks.ac.kr. URL consultato il 2 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2019).
  7. ^ a b (EN) Democratic Front for the Reunification of the Fatherland, su Young Pioneer Tours, 16 luglio 2020. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  8. ^ IPU PARLINE database: DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA (Choe Go In Min Hoe Ui), Electoral system, su archive.ipu.org. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  9. ^ a b (EN) Constitutional and Parliamentary Information (PDF), su asgp.info (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2006).
  10. ^ a b c North Korea - MASS ORGANIZATIONS, su countrystudies.us. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  11. ^ a b c (EN) United Nations High Commissioner for Refugees, Refworld | Freedom in the World 2018 - North Korea, su Refworld. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  12. ^ a b c (EN) Jozef Wilczynski, An Encyclopedic Dictionary of Marxism, Socialism and Communism: Economic, Philosophical, Political and Sociological Theories, Concepts, Institutions and Practices — Classical and Modern, East-West Relations Included[collegamento interrotto], Macmillan International Higher Education, 11 novembre 1981, ISBN 978-1-349-05806-8. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  13. ^ a b c (EN) Being a minor party in the North | NK News, su NK News - North Korea News, 26 novembre 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020.
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  17. ^ 북한정보포털 |, su nkinfo.unikorea.go.kr. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  18. ^ (EN) James Hoare, Historical Dictionary of Democratic People's Republic of Korea, Scarecrow Press, 13 luglio 2012, ISBN 978-0-8108-6151-0. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  19. ^ A Moment of Forgiveness and a Moment of Grace (PDF), su oikoumene.org. URL consultato il 2 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2017).
  20. ^ (EN) Wi Jo Kang, Christ and Caesar in Modern Korea: A History of Christianity and Politics, SUNY Press, ISBN 978-1-4384-0832-3. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  21. ^ (EN) Don Baker, Korean Spirituality, University of Hawaii Press, 1º aprile 2008, ISBN 978-0-8248-3233-9. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  22. ^ (EN) Choe Sang-Hun, North Korea Uses Election To Reshape Parliament (Published 2014), in The New York Times, 9 marzo 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  23. ^ (EN) nknews, The weird, weird world of North Korean elections | NK News, su NK News - North Korea News, 3 marzo 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  24. ^ Cinzia Rizzi, Le elezioni (farsa) in Corea del Nord, su euronews, 10 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  25. ^ Corea del Nord, quando le elezioni sono una farsa, su Rainews. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  26. ^ Come sono le "elezioni" in Corea del Nord, su Il Post, 10 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  27. ^ (EN) North Koreans vote in 'no-choice' parliamentary elections, in BBC News, 10 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  28. ^ (EN) North Koreans head to the polls but they have no choice. So why the charade?, su abc.net.au, 12 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  29. ^ Sul numero di votanti.
  30. ^ a b c d e East Gate Book (2003) North Korea Handbook: Yonhap News Agency Seoul, p124 ISBN 0765610043
  31. ^ a b c d e f Dieter Nohlen, Florian Grotz & Christof Hartmann (2001) Elections in Asia: A data handbook, Volume II, pp. 403-406 ISBN 0-19-924959-8
  32. ^ North Korean Parliamentary Elections, 1982 (PDF), su archive.ipu.org.
  33. ^ North Korean Parliamentary Elections, 1986 (PDF), su archive.ipu.org.
  34. ^ DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA: parliamentary elections Choe Go In Min Hoe Ui, 1990, su archive.ipu.org. URL consultato il 2 dicembre 2020.
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  37. ^ (EN) N Korea holds parliamentary poll, 8 marzo 2009. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  38. ^ IPU PARLINE database: DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA (Choe Go In Min Hoe Ui), ELECTIONS IN 2009, su archive.ipu.org. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  39. ^ IPU PARLINE database: DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA (Choe Go In Min Hoe Ui), Last elections, su archive.ipu.org. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  40. ^ (EN) Kim Jong Un left off list of officials elected to 14th Supreme People’s Assembly | NK News, su NK News - North Korea News, 12 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.

Voci correlate

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