General Electric F101
General Electric F101 | |
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Un General Electric F101 | |
Descrizione generale | |
Costruttore | General Electric |
Tipo | turbofan |
Ventola | fan a 2 stadi |
Combustione | |
Combustore | anulare |
Compressore | assiale a 9 stadi di alta pressione |
Turbina | 1 stadio di alta pressione, 2 stadi di bassa pressione |
Uscita | |
Spinta | 77,35 kN (17 390 lbf) 137 kN (30 780 lbf) con postbruciatore |
Dimensioni | |
Lunghezza | 4,60 m (181 in) |
Larghezza | 1,40 m (55 in) |
Rapporti di compressione | |
Rap. di compressione | 26,8:1 |
Peso | |
A vuoto | 1 995 kg (4 400 lb) |
Prestazioni | |
Consumo specifico | 0,56 lb/lbf-hr (2,46 lb/lbf-hr alla massima spinta) |
Rapporto di diluizione | 1,91 |
Utilizzatori | Rockwell B-1 Lancer |
Note | |
dati per la versione F101-GE-102 tratti da[1][2] | |
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Il General Electric F101 è un motore turbofan dotato di postbruciatore sviluppato negli Stati Uniti dalla General Electric negli anni settanta.
Fu il primo turbofan con postbruciatore ad essere prodotto dalla GE.[3]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Sviluppo
[modifica | modifica wikitesto]Il programma F101 nasce nel 1970 sulla base del dimostratore GE9 (X370) sviluppato dalla General Electric a partire dall'agosto 1968.[4] Venne progettato specificatamente per equipaggiare il nuovo bombardiere strategico Rockwell B-1 Lancer della United States Air Force. La produzione della versione iniziale venne fermata nel 1977 quando il programma del B-1A venne cancellato, ma a partire dal 1983 iniziò la consegna della nuova versione del motore (F101-102) per i bombardieri B-1B, tuttora in servizio. L'ultimo motore uscì dalla linea di montaggio nel dicembre 1987.[5]
Dall'F101 venne derivata la versione GE F110, sviluppata per una variante dell'F-16 Fighting Falcon e provata nei primi anni ottanta. Il generatore di gas dell'F101 fu anche la base di partenza della fortunata serie di motori turboventola civili CFM56.[4][6]
Tecnica
[modifica | modifica wikitesto]Il motore è composto da un fan a due stadi, nove stadi di compressore di alta pressione, una camera di combustione anulare, uno stadio di turbina di alta pressione seguito da due stadi di bassa pressione ed un post bruciatore con ugello a geometria variabile in grado di aumentare la spinta massima, quando è acceso, da 75 kN a 138 kN.[7]
La versione per il B-1B è stata migliorata introducendo una particolare geometria della presa d'aria per diminuire l'impronta radar del fan, e sfruttando l'elevato (per la categoria) rapporto di bypass per attenuare le emissioni del motore nell'infrarosso.[8]
Velivoli utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Gas Turbine Engines. Aviation Week & Space Technology 2009 Source Book. p. 118.
- ^ Élodie Roux, Turbofan and Turbojet engine database handbook, Éditions Élodie Roux, 2007, p. 167, ISBN 978-2-9529380-1-3.
- ^ (EN) Jane's, General Electric F101 (United States), Aero-engines - Turbofan, su janes.com. URL consultato l'11 marzo 2011.
- ^ a b Boyne, pag. 201.
- ^ (EN) General Electric, F101 web page, su geae.com. URL consultato l'11 marzo 2011 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2011).
- ^ (EN) CFM International, History of the CFM56-2 Turbofan Engine, su cfm56.com. URL consultato l'11 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2010).
- ^ (EN) FLIGHT International, Aeroengines 1979, su flightglobal.com. URL consultato l'11 marzo 2011.
- ^ (EN) FLIGHT International, First B-1B engine delivered, su flightglobal.com. URL consultato l'11 marzo 2011.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Walter J. Boyne, Air warfare: an international encyclopedia, Volume 1, ABC-CLIO, 2002, ISBN 1-57607-345-9.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su General Electric F101
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) F101 on GE Aviation's site, su geaviation.com, General Aviation. URL consultato il 13 marzo 2011 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2011).
- (EN) F101, su globalsecurity.org. URL consultato il 13 marzo 2011.