Giovanni Braschi
Giovanni Braschi | |
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Ministro delle poste e delle telecomunicazioni della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 6 luglio 1955 – 15 maggio 1957 |
Capo di Stato | Giovanni Gronchi |
Capo del governo | Antonio Segni |
Predecessore | Gennaro Cassiani |
Successore | Bernardo Mattarella |
Legislatura | II |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXVI, XXVII |
Gruppo parlamentare | Popolare |
Sito istituzionale | |
Deputato dell'Assemblea Costituente | |
Gruppo parlamentare | Democratico Cristiano |
Circoscrizione | Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì |
Incarichi parlamentari | |
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Senatore della Repubblica Italiana | |
Legislatura | I, II, III |
Gruppo parlamentare | Democratico Cristiano |
Dati generali | |
Partito politico | Democrazia Cristiana |
Titolo di studio | laurea in giurisprudenza |
Professione | avvocato |
Giovanni Domenico Braschi (Mercato Saraceno, 22 febbraio 1891 – Faenza, 4 gennaio 1959) è stato un avvocato e politico italiano.
Anni giovanili
[modifica | modifica wikitesto]Nato in una famiglia cattolica di commercianti di legnami da Francesco Braschi e Brunilde Comandini, frequentò le scuole inferiori a Cesena e gli studi liceali a Faenza, si laureò in Giurisprudenza, nel luglio 1919, all'Università di Bologna con una tesi sul concetto di "pace perpetua" in Kant e Rousseau.
Si arruolò volontario in fanteria allo scoppio della prima guerra mondiale, ottenne il grado di tenente, fu fatto prigioniero in uno dei tentativi per conquistare il Sasso Stria nelle Dolomiti sud-orientali e rinchiuso prima in Austria e poi in Ungheria. Durante la prigionia scrisse un diario.[1]
Attività politica
[modifica | modifica wikitesto]Regno d'Italia
[modifica | modifica wikitesto]Fu segretario provinciale della sede forlivese del neonato Partito popolare.
Fondò e diresse la Rivista Agricola Romagnola, fu, con Achille Grandi e Giovanni Gronchi, tra i dirigenti della Confederazione italiana dei lavoratori.
Candidato del partito al parlamento per la circoscrizione bolognese-romagnola, fu eletto nel 1921, rieletto nel 1924 e dichiarato decaduto nel 1926. Quando il partito fascista instaurò il regime, Braschi si ritirò a Forlì.
Dopo la caduta di Mussolini, Braschi si schierò subito con le forze democratiche. Fu arrestato il 2 dicembre 1943. Uscito dal carcere, si trasferì in Alta Italia, dove partecipò alla lotta antifascista nelle formazioni della neonata Democrazia Cristiana.
Repubblica Italiana
[modifica | modifica wikitesto]Fu eletto consigliere comunale per la DC a Forlì. Per lo stesso partito fu eletto all'Assemblea costituente, dove lavorò nella Terza commissione all'esame dei disegni di legge. Dal 6 febbraio al 31 maggio 1947 è stato Sottosegretario alle Finanze e Tesoro con delega per i danni di guerra nel III Governo De Gasperi.
Nel 1948 fu nominato senatore di diritto per aver preso parte a tre legislature e perché dichiarato decaduto dal mandato nel 1926. Rimase senatore fino alla morte.
Dal 1955 al 1957 fu Ministro delle Poste e Telecomunicazioni nel I Governo Segni.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Non c'è prigione per lo spirito. Diario e lettere, (a cura di Gabriella Tronconi Medri), Bari, Edizione Paoline, 1973.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Franco Zaghini, Personaggi della vita pubblica di Forlì e circondario, Urbino, Edizioni Quattroventi, 1996, p.p.164-165.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gabriella Tronconi Medri, Giovanni Braschi e il partito popolare nel forlivese, Roma, Cinque Lune, 1975.
- Franco Zaghini, Giovanni Braschi in Personaggi della vita pubblica di Forlì e del circondario, Urbino, Edizioni Quattroventi, 1996.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovanni Braschi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Opere di Giovanni Braschi, su Open Library, Internet Archive.
- Giovanni Braschi, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Giovanni Braschi (I legislatura della Repubblica Italiana) / II legislatura, su Senato.it, Parlamento italiano.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 88769801 · ISNI (EN) 0000 0000 6181 4172 · SBN SBLV082157 · GND (DE) 1220808385 |
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