Giuseppe Maria Salvi Cristiani

Giuseppe Maria Salvi Cristiani (1º luglio 184030 ottobre 1900) è stato un insegnante e politico italiano.

Nacque a Prato il primo luglio 1840 da Giovanni Battista Salvi Cristiani e Luisa Gini, in una famiglia testimoniata in città dagli inizi del Seicento e dal 1750 ascritta alla nobiltà pratese. Rimane orfano di madre all’età di sette anni.

Giuseppe Maria frequenta il Convitto Tolomei di Siena, per poi conseguire, nel 1857, presso l’imperiale e regia Università di Siena, i diplomi di baccelliere in scienze fisico-matematiche e in filosofia razionale e nel 1858, presso l’Università di Pisa, il diploma di baccelliere in matematiche applicate. Arruolatosi volontario durante la Seconda guerra d'indipendenza italiana, decise di intraprendere la carriera militare, formandosi alla regia Accademia Militare presso la scuola di cavalleria di Pinerolo e alla Scuola d’Applicazione di stato maggiore. Il 26 luglio 1866 partecipa alla Battaglia di Versa e viene decorato con la medaglia di bronzo al valore militare. Lasciato l’esercito nel 1868, con il grado di capitano di stato maggiore, torna a Prato dove si dedica all’amministrazione del patrimonio familiare e allo studio e al perfezionamento delle lingue francese, inglese e tedesco; il 23 gennaio 1869, sposa Pia Pacchiani (1844-1907). A Prato il Salvi Cristiani ricoprirà numerosi incarichi pubblici: è insegnante di francese, inglese e tedesco presso il collegio Cicognini dal 1873 al 1880, delegato scolastico mandamentale dal 1871 al 1889, console del regio Teatro Metastasio dal 1873 al 1874, consigliere del collegio Cicognini dal 1883 al 1889 e dal 1892 al 1895, consigliere del Conservatorio di San Niccolò dal 1885 al 1889, presidente della Pia Casa dei Ceppi dal 1883 al 1891, vice presidente dell’Ospedale della Misericordia e Dolce dal 1882 al 1885, consigliere della Cassa di Risparmio dal 1883 al 1889.

Attività politica

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Giuseppe Maria Salvi Cristiani fu consigliere comunale del comune di Prato dal 1872 al 1877 e dal 1882 e sindaco dal 1889 al 1892.

All’intensa vita lavorativa e pubblica corrisponde però un’infelice situazione familiare segnata dalla prematura e tragica morte dei tre figli: il primogenito Alessandro, nato il 10 agosto 1870, muore per apoplessia polmonare a 17 anni, la secondogenita Maria Pia sopravvive un’ora sola dalla nascita avvenuta il 25 dicembre 1885 e la terzogenita, chiamata Maria Pia come la sorella, muore a 9 mesi nel 1889. La prematura morte dei figli indusse il Salvi Cristiani a una profonda e duplice riflessione sul modo di perpetuarne il ricordo nonché sulla sorte del patrimonio familiare. Dopo un soggiorno a Parigi, di passaggio a Torino, nel 1899, rimase particolarmente colpito dall’attività della Casa Benefica per i giovani derelitti d’ambo i sessi di Torino, fondata nel 1889, tanto da sovvenzionare tre posti letto in ricordo dei figli. Tornato a Prato, maturò in lui l’idea di creare un ente di assistenza per bambini intitolato ai figli, sul modello della Casa di Torino, idea che prenderà corpo e si svilupperà nel suo testamento olografo del 22 marzo 1899 con cui istituisce erede universale del proprio patrimonio “l’Opera Pia da fondarsi a Firenze (....) col nome di Ospizio Alessandro e Marie Pie Salvi Cristiani per i minorenni maschi poveri e derelitti qualunque sia il loro paese di origine, purché Italiani e domiciliati rispettivamente nei Comuni di Firenze e di Prato, a qualunque religione appartengono”. Nelle volontà del testatore l’Ospizio doveva “provvedere al mantenimento, al lavoro, all’istruzione, all’educazione religiosa, morale e civile, al collocamento e all’abilitazione a un mestiere, a un’arte o a un’industria dei ricoverati e a renderli capaci a divenire lavoratori operosi e intelligenti, buoni padri di famiglia, e utili e onesti cittadini”. L’amministrazione dell’Ospizio venne affidata alla Congregazione di carità di Firenze, mentre a quella di Prato fu attribuita una sorta di attività di vigilanza. La biblioteca di famiglia, con i suoi libri per ragazzi, confluì nell’Ospizio divenendo, nelle intenzioni del Salvi Cristiani, fondamento per le sue finalità educative. Giuseppe Maria Salvi Cristiani muore a Prato il 30 ottobre 1900 e viene seppellito nel complesso cimiteriale della Misericordia.

Fondo Salvi Cristiani presso l'Archivio di Stato di Prato

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Presso l'Archivio di Stato di Prato è conservato un fondo Salvi Cristiani, costituito da una raccolta libraria. La raccolta, confluita nell’Ospizio Alessandro e Marie Pie Salvi Cristiani, fondato da Giuseppe Maria Salvi Cristiani, venne riportata a Prato nell’ultimo decennio del Novecento grazie all’intervento del direttore del Museo di Palazzo Pretorio, Alessandro Pasquini (1947-2000). La Biblioteca si compone di oltre 1500 volumi che riflettono i molteplici interessi culturali del suo proprietario, a partire dalla sua educazione e formazione culturale e scientifica, e ci mostrano al contempo il suo vivo interesse per la letteratura italiana ed europea. Notevole la varietà del contenuto: vi si trovano guide turistiche, dizionari, enciclopedie, romanzi, testi e manuali che spaziano dalla geografia alla filosofia, dall’aritmetica alla medicina, dalla piscicoltura alla chimica. Di particolare interesse la presenza di un nutrito numero di libri per bambini e ragazzi, in buona parte probabilmente acquistati per il figlio Alessandro, ma anche ricordi d’infanzia di Giuseppe Maria Salvi Cristiani e della moglie Pia Pacchiani, eredità di nonni e di altri familiari, con alcune aggiunte risalenti all’epoca in cui la raccolta era divenuta proprietà dell’Ospizio[1] La raccolta è presente nel catalogo della biblioteca dell’Archivio di Stato di Prato.[2].

  1. ^ La biblioteca è un evidente specchio del programma educativo e culturale messo in atto in Italia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento e consolidatosi con l’Unità, che si incentra sui valori della religione, della famiglia, del lavoro e della patria. Negli scaffali della biblioteca gli animali sono grandi protagonisti: a partire dalle favole del primo Ottocento di Esopo e La Fontaine per arrivare alle Memorie di un pulcino di Ida Baccini, classico amatissimo della lettura per l’infanzia italiana, passando dalle opere di Pietro Thouar e Cesare Cantù. Ci sono libri che insegnano, giocando, modelli e ruoli degli adulti, come il volume finemente illustrato in lingua francese La petite maitresse de maison, destinato alle bambine con l’obiettivo di farne perfette padrone di casa. La collezione risulta inoltre ricca di titoli in lingua straniera, in particolare francese, ma anche in inglese e tedesco.
  2. ^ .Sistema bibliotecario provinciale pratese. Catalogo on line.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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