Goganga

Goganga
ArtistaGiorgio Gaber
Autore/iGiorgio Gaber
GenereCabaret
Musica d'autore
Esecuzioni notevoliBanda Elastica Pellizza
Pubblicazione originale
IncisioneGoganga/La ballata del pedone
Data1963

Goganga è una canzone scritta nel 1963 da Giorgio Gaber.

Gaber la presentò nel 1968 a Canzonissima, con un'interpretazione giocata sulla mimica facciale e sui vari tic necessari per raccontare l'evolversi delle patologie del protagonista del brano.

Storia e testo

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Il testo è basato su un dialogo tra un medico e un paziente che è affetto da un tic e un difetto di pronuncia, in quanto fischia dopo ogni parola che dice, e per tale motivo si reca dal dottore per farsi curare; questi gli applica un dispositivo che ha creato apposta per i malati di "fischietto" e gli impone di rimanere in silenzio per tre giorni. Questa cura si rivela fallimentare, in quanto il problema si aggrava: tre giorni dopo, nonostante il medico gli dica di trovarlo in perfetta forma e gli rimuova l'apparecchio per la cura, il paziente smette di fischiare ma inizia a fare pernacchie dopo ogni parola, e conclude dicendo al medico "E sa cosa le dico?" per poi fargli una grossa pernacchia. Il ritornello, totalmente nonsense, riprende il titolo e recita: "Goganga, goganga, goganganghinga, ghe gogongogangangonga, ghe gogongogangango". A causa della pernacchia finale la Commissione di ascolto della RAI, in un primo momento aveva bocciato il brano, che fu successivamente riammesso a seguito di una seconda seduta. Da allora in poi nelle varie gag dei programmi di rivista si cominciò a sentire questo suono, di antica tradizione popolare e molto familiare soprattutto nell'Italia meridionale.[1]

La canzone uscì come Lato A del singolo Goganga/La ballata del pedone, pubblicato nel 1963 per la Dischi Ricordi, sotto la direzione dell'orchestra di Iller Pattacini [2]. Il brano fu ripubblicato nell'ottobre del 1968 nel 45 giri Goganga/Il truccamotori, sotto la direzione dell'orchestra di Giorgio Casellato[3] e Goganga/La balilla su matrici del 26 gennaio 1963 e 18 novembre 1964 e pubblicato con due copertine diverse, con l'orchestra di Iller Pattacini.[4] Sempre lo stesso anno fu inclusa nell'album Sai com'è.[5]

Collegamenti esterni

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