Hair
Hair-The American Tribal Love-Rock Musical | |
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Titolo italiano | Hair |
Stato | Stati Uniti d'America |
Anno | 1967 |
Prima rappr. | 1967 |
Compagnia | Off-Broadway |
Genere | musical |
Soggetto | James Rado, Gerome Ragni |
Sceneggiatura | James Rado e Gerome Ragni |
Musiche | Galt MacDermot |
Testi | James Rado e Gerome Ragni |
Hair (Hair: The American Tribal Love-Rock Musical) è un musical rock scritto da James Rado e Gerome Ragni (testi) e Galt MacDermot (musica). Rappresenta uno dei prodotti più importanti della controcultura hippie degli anni sessanta ed ebbe un notevole successo.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Un gruppo politicamente attivo di "capelloni" (the tribe), "hippies dell'età dell'Acquario", combattono la coscrizione alla guerra del Vietnam e conducono insieme una vita da bohème a New York. La loro lotta ruota intorno al tentativo di creare un equilibrio tra l'armonia della vita comunitaria e i nuovi valori promossi dalla rivoluzione sessuale, da un lato, e la ribellione pacifica contro la guerra e i valori conservatori dei genitori e della società, dall'altro. Claude, che si imbatte casualmente nel gruppo, proveniente dal mid-west con il suo carico di valori tradizionali, deve decidere se rigettare gli obblighi di leva così come hanno fatto i suoi amici.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]I due autori Rado e Ragni si conobbero nel 1964, recitando insieme la pièce teatrale Hang Down Your Head and Die (una produzione off-Broadway). Cominciarono a scrivere insieme Hair agli inizi del 1965.[1] I personaggi principali, Claude e Berger, risultano evidentemente autobiografici: il Claude di Rado è romantico e pensoso, mentre il Berger di Ragni è tipicamente estroverso e spaccone. La loro stretta e insieme volubile relazione è sintetizzata dalla ben nota ballata Easy to be Hard. Lo stesso Rado ha affermato: "Eravamo grandi amici. Era una relazione assai appassionata che noi canalizzammo nella creatività, nella scrittura, nella creazione di questa pièce. Drammatizzammo il nostro rapporto".[2] Fu un quadro intitolato Hair che i due videro ad una mostra al Whitney Museum che li ispirò per il titolo dello show. Il quadro consisteva in un pettine e poche ciocche di capelli su una tela vuota.[3]
Sul Los Angeles Times, Rado indicò la materia prima che servì di ispirazione per il musical in "una combinazione di alcuni personaggi che avevamo incontrato per la strada, di gente che conoscevamo e della nostra stessa immaginazione. Conoscevamo quel gruppo di ragazzi dell'East Village che si abbandonavano[4] e che sfuggivano alla leva[5], e c'erano anche un sacco di articoli sui giornali sui ragazzi cacciati dalla scuola per essersi lasciati crescere troppo i capelli, e noi mettemmo dentro lo show anche loro".[6] Rado ricorda anche che "C'era moltissimo entusiasmo nelle strade e nei parchi e nelle zone hippie, e noi pensammo che se avessimo potuto trasmettere questa eccitazione al palco sarebbe stato meraviglioso. [...] Bazzicavamo i loro giri e andavamo ai loro be-in [e] ci lasciavamo crescere i capelli".[7] Molti membri del cast (Shelley Plimpton in particolare) furono arruolati direttamente dalla strada.[6]
Rado e Ragni provenivano da differenti retroterra artistici. Al college, Rado scriveva recensioni musicali ed aspirava a divenire un compositore per Broadway, nella tradizione di Richard Rodgers e Oscar Hammerstein II. Studiò poi recitazione con Lee Strasberg. Ragni, d'altro canto, era un attivo membro dell'Open Theater di New York, uno dei tanti gruppi, per lo più Off-Off-Broadway, che sviluppavano tecniche proprie del teatro sperimentale.[8] Ragni avrebbe poi introdotto Rado negli stili del teatro moderno e nei metodi appresi all'Open Theater.[9] Nel 1966, mentre i due erano impegnati nella scrittura di Hair, Ragni si esibì in Viet Rock, produzione dell'Open Theater scritta da Megan Terry incentrata su alcuni giovani schierati nella guerra in Vietnam. Oltre al tema della guerra, Hair finì per riprendere da Viet Rock la stessa tecnica di improvvisazione e gli stessi esercizi di laboratorio teatrale.[10][11]
Quando il lavoro di Rado e Ragni era giunto ad una buona definizione, i due portarono il materiale al produttore Eric Blau, il quale, attraverso il comune amico Nat Shapiro, mise in contatto gli autori con il compositore canadese Galt MacDermot.[12] MacDermot aveva vinto un Grammy Award nel 1961 per la composizione African Waltz (registrata dal sassofonista Cannonball Adderley).[13] "Lavoravamo indipendentemente", ha spiegato MacDermot a proposito del processo creativo. "Io preferisco così. Loro mi consegnavano il materiale ed io lo mettevo in musica".[14] Nelle prime tre settimane, MacDermot completò le canzoni I Got Life, Ain't Got No, Where Do I Go e Hair.[2][6] Aquarius fu inizialmente concepita come un pezzo sperimentale e non-convenzionale, ma in seguito MacDermot cambiò idea e lo trasformò nella forma attuale.[2] È interessante notare che lo stile di vita di MacDermot era assai diverso da quello di Ragni e Rado: "Portavo i capelli corti, avevo una moglie e - all'epoca - quattro figli. Vivevo a Staten Island".[7]
Controversie
[modifica | modifica wikitesto]L'irriverenza nei confronti della bandiera statunitense, il modo in cui sono descritti l'uso illegale di droghe e la sessualità, le scene di nudo (accade che l'intero cast sia nudo in scena) hanno provocato numerosissime controversie.[7][15]
Altre novità importanti furono l'utilizzo di un cast multietnico e l'invito rivolto al pubblico, nel finale, di partecipare in scena ad un be-in.[6]
Personaggi e interpreti originali
[modifica | modifica wikitesto]Gli interpreti originali fanno riferimento alle prime edizioni, Off-Broadway e Broadway.[16]
- Claude Hooper Bukowski: Walker Daniels/James Rado
- George Berger: Gerome Ragni
- Sheila Franklin: Jill O'Hara/Lynn Kellogg
- Jeanie: Sally Eaton
- Neil "Woof" Donovan: Steve Dean/Steve Curry
- Hud: Arnold Wilkerson/Lamont Washington
- Crissy: Shelley Plimpton
La produzione originale di Broadway comprendeva inoltre:
- Melba Moore (Dionne)
- Ronnie Dyson (interprete di Aquarius)
- Paul Jabara
- Diane Keaton
Canzoni
[modifica | modifica wikitesto]- Atto I
- Aquarius (coro e una solista, spesso Dionne)
- Donna (Berger e coro)
- Hashish (coro)
- Sodomy (Woof e coro)
- Colored Spade (Hud, Woof, Berger, Claude e coro)
- Manchester England (Claude e coro)
- I'm Black/Ain't Got No (Woof, Hud, Dionne e coro)
- I Believe in Love (Sheila e coro)
- Hair (Jeanie con Crissy e Dionne)
- Initials (L.B.J.) (coro)
- I Got Life (Claude e coro)
- Going Down (Berger e coro)
- Hair (Claude, Berger, e coro)
- My Conviction (Margaret Mead)
- Easy to Be Hard (Sheila)
- Don't Put It Down (Berger, Woof e corista maschile)
- Frank Mills (Crissy)
- Be-In (Hare Krishna) (coro)
- Where Do I Go? (Claude e coro)
- Atto II
- Electric Blues (coro)
- Black Boys (coro)
- White Boys (coro)
- Walking in Space (coro)
- Yes, I's Finished/Abie Baby (Abraham Lincoln e coro)
- What a Piece of Work Is Man (coro)
- Good Morning Starshine (Sheila e coro)
- The Bed (coro)
- Aquarius (reprise) (coro)
- Manchester England (reprise) (Claude e coro)
- Eyes Look Your Last (Claude e coro)
- The Flesh Failures (Let the Sunshine In) (Claude, Sheila, Dionne e coro)
Edizioni
[modifica | modifica wikitesto]- Il debutto del musical off-Broadway avvenne il 17 ottobre del 1967 al Public Theater fondato da Joseph Papp con Ragni (da cui venne inciso il primo album per la RCA Victor) e 45 repliche dal 22 dicembre in una discoteca della Midtown di Manhattan, lo show esordì a Broadway al Biltmore Theatre il 29 aprile del 1968 con Rado, Ragni, Paul Jabara e Diane Keaton. A questo esordio seguirono 1750 performance con Ben Vereen, Keith Carradine, Barry McGuire, Ted Lange e Meat Loaf fino al 1º luglio 1972.[16] Di questa edizione venne inciso un album che raggiunse la prima posizione in Germania, la terza nei Paesi Bassi e la quarta in Norvegia e vinse il Grammy Award Best Score from an Original Cast Show Album 1968.
- Dalla fine del 1968 va in scena a Los Angeles con Rado e Ragni e nelle repliche Vereen, Ted Neeley, Loaf, Gloria Jones, Jobriath, Jennifer Warnes e Dobie Gray. A Chicago va in scena con Joe Mantegna ed Alaina Reed-Hall, a Detroit con David Patrick Kelly e Loaf, a Seattle con Bob Bingham ed a San Francisco con Philip Michael Thomas.
- Dal 27 settembre 1968, ebbe inizio una produzione londinese per il Teatro del West End con Elaine Paige, Marsha Hunt (cantante), Richard O'Brien e Tim Curry (1.997 repliche fino al luglio 1973). Lo show non sarebbe stato realizzabile nel Regno Unito senza drastiche modifiche prima dell'abolizione, datata proprio nel 1968, del Theatre Act del 1737, sorto per proteggere la politica di Robert Walpole dalla satira teatrale.
- Sempre nel 1968 va in scena una produzione tedesca a Monaco di Baviera con Donna Summer e Liz Mitchell.
- Il 6 giugno 1969 va in scena una produzione australiana per la regia di Jim Sharman a Sydney e nello stesso anno Sônia Braga va in scena in una produzione brasiliana.
- La prima edizione italiana va in scena al Teatro Sistina di Roma nel 1970 (regia di Victor Spinetti e adattamento dei testi di Giuseppe Patroni Griffi. Interpreti Gisella Castrini, Glen White, Ronnie Jones, Loredana Bertè, Angela Pagano, Renato Zero e Teo Teocoli[17])[18].
- Nel 1984 l'impresario teatrale americano Peter Klein portò nuovamente il musical in giro per l'Europa, con spettacoli in Francia, Svizzera, Spagna, Austria, Germania ed Italia.[19]
- "Hair The Musical" produzione firmata dal Teatro delle Erbe srl di Milano per la stagione 2008-2009 con Elisa[20] alla direzione musicale, David Parsons per le coreografie, Giampiero Solari alla regia insieme a Luca Tommassini.[21]
- Nel 2019 il musical torna in scena in Italia in una versione in italiano con canzoni in lingua originale prodotta da MTS Entertainment in collaborazione con la Compagnia della Rancia debuttando al Teatro della Luna.
Il film
[modifica | modifica wikitesto]Già nel 1973 era stata offerta la regia di una riduzione cinematografica a George Lucas, il quale, però, rifiutò, per girare American Graffiti.
La versione cinematografica venne infine girata da Miloš Forman, già celebre autore grazie al successo di Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975), che ne volle fare una trasposizione cinematografica nel 1979. Lo spirito hippy su cui si era basato il musical teatrale del '67, "testimonianza ingenua ed entusiasta di un'epoca precisa"[senza fonte], si era ormai ampiamente esaurito e "i giorni di pace, amore e musica si erano persi nel vortice di guerra, cinismo e droga"[senza fonte].
Discografia parziale
[modifica | modifica wikitesto]Album
[modifica | modifica wikitesto]- 1967 - New York Shakespeare Festival Public Theater Hair - An American Tribal Love-Rock Musical
- 1968 - The Original Broadway Cast Hair - The American Tribal Love-Rock Musical (The Original Broadway Cast Recording)
- 1968 - London Cast Hair
- 1968 - "Haare" Ensemble Haare (Hair) edizione del musical in tedesco
- 1969 - James Last Hair cover easy listening del musical
- 1969 - Mort Garson Electronic Hair Pieces cover in versione elettronica del musical
- 1970 - Edmundo Ros and his Orchestra Hair Goes Latin cover in versione latin easy listening dell'opera rock
- 1979 - Galt MacDermot Hair (Original Soundtrack Recording) colonna sonora del film
EP
[modifica | modifica wikitesto]- 1972 - Frank Valdor und sein Orchester Hair
Singoli
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Barbara Lee Horn, The Age of Hair: Evolution and the Impact of Broadway's First Rock Musical, New York, 1991, p. 24 - ISBN 0-313-27564-5
- ^ a b c 40 years of "Hair", articolo di Lisa Rose del 19 luglio 2008, tratto dal Newark Star-Ledger e riportato da nj.com. [Controllato il 27 agosto 2008]
- ^ "Hair": Reviving the Revolution Archiviato il 16 settembre 2008 in Internet Archive., articolo di Frank Rizzo del 31 agosto del 2008, tratto dall'Hartford Courant, courant.com. [Controllato il 27 agosto 2008].
- ^ In inglese who were dropping out: Rado allude alla famosa frase di Timothy Leary Turn on, tune in, drop out ("Accenditi, sintonizzati, abbandonati").
- ^ Qui Rado allude ai draft dodgers, termine che già prima della guerra in Vietnam indicava chi, nei modi più diversi, cercava di eludere gli obblighi di leva. Solo con la guerra in Vietnam, il termine divenne di uso corrente. Il dodger che sfugge alla coscrizione non va confuso con il disertore, in quanto quest'ultimo, tecnicamente, abbandona la divisa dopo essere stato arruolato.
- ^ a b c d (EN) Peace, Love and Freedom Party; Cast and crew knew "Hair" wasn't just exhilarating, it was groundbreaking. A look back as a new version opens Archiviato il 3 gennaio 2009 in Internet Archive., articolo di Patrick Pacheco del 17 giugno 2001, tratto dal Los Angeles Times, p. 1. [Controllato il 27 agosto 2008]
- ^ a b c (EN) The Beat Goes On Archiviato il 14 gennaio 2009 in Internet Archive., articolo di Kate Taylor del 14 settembre 2007, tratto dal New York Sun. La Taylor riferisce che l'esordio al Joseph Papp's Public Theatre non presentava la scena di nudo collettiva. [Controllato il 27 agosto 2008].
- ^ Scott Miller, Let the Sun Shine In: The Genius of Hair, Heinemann, 2003, pp. 54–56 - ISBN 0-325-00556-7.
- ^ Horn, p. 23.
- ^ Horn, pp. 18–19
- ^ Viet Rock Archiviato il 22 aprile 2009 in Internet Archive., tratto dai Lortel Archives: The Internet Off-Broadway Database. [Controllato il 27 agosto 2008]
- ^ Horn, p. 27.
- ^ Biografia di Galt MacDermot in inglese. [Controllato il 5 settembre 2008].
- ^ Herbert Whittaker, "Hair": The Musical That Spells Good-bye Dolly! Archiviato il 13 luglio 2011 in Internet Archive., da The Canadian Composer (Maggio 1968). [Controllato il 5 settembre 2008]
- ^ (EN) Musical "Hair" opens as censors withdraw, articolo tratto dalla rubrica On this Day di bbc.co.uk (27 settembre 1968). L'articolo riferisce che almeno due importanti battaglie legali si sono svolte intorno ai contenuti del musical, la prima alla corte distrettuale di Boston nel 1970 e la seconda a Chattanooga, nel 1975. [Controllato il 27 agosto 2008]
- ^ a b (EN) Programmazione teatrale di Hair, in Internet Broadway Database, The Broadway League.
- ^ Teocoli: 'Io tutto nudo in scena con Hair' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 28 giugno 2019.
- ^ Discografia Nazionale della canzone italiana, su discografia.dds.it. URL consultato il 28 giugno 2019.
- ^ (IT) Con i giovani, ecco «Hair»!, in Corriere della Sera, 3 gennaio 1984, p. 24. URL consultato il 20 marzo 2018.
- ^ Rockol com s.r.l, √ Torna il musical ‘Hair’, curato da Elisa, su Rockol. URL consultato il 28 giugno 2019.
- ^ Teatro: riparte Hair – The Musical | IDRAnet [collegamento interrotto], su idranet.it. URL consultato il 28 giugno 2019.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Lorrie Davis e Rachel Gallagher, Letting Down My Hair: Two Years with the Love Rock Tribe, 1973, A. Fields Books - ISBN 0-525-63005-8
- (EN) Barbara Lee Horn, The Age of Hair: Evolution and the Impact of Broadway's First Rock Musical, New York, 1991 - ISBN 0-313-27564-5
- (EN) Jonathon Johnson, Good Hair Days: A Personal Journey with the American Tribal Love-Rock Musical Hair, iUniverse, 2004 - ISBN 0-595-31297-7
- (EN) Scott Miller, Let the Sun Shine In: The Genius of Hair, Heinemann, 2003 - ISBN 0-325-00556-7
- (EN) Elizabeth Lara Wollman, The Theatre Will Rock: A History of the Rock Musical from Hair to Hedwig, University of Michigan Press, 2006
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Hair
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Hair
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su hairthemusical.com.
- (EN) Hair, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Hair (1967 musical) / Hair, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Programmazione teatrale di Hair, su Internet Broadway Database, The Broadway League.
- (EN) Hair - The American Tribal Love-Rock Musical, su Michael Butler Official Webside.
Controllo di autorità | LCCN (EN) n96004074 · J9U (EN, HE) 987007590315605171 |
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