Hnabi

Hnabi, a volte chiamato anche Nebi, (710/715 – 785/788) fu un conte o duca alemannico.

Era il figlio del principe degli Alemanni Huoching, a sua volta figlio del duca Gotfrido, che probabilmente apparteneva alla famiglia Agilolfingi. Intorno al 724, Hnabi fu uno dei fondatori del monastero di Reichenau insieme al conte Bertoldo, il capostipite della stirpe degli Ahalolfingi[1]. Nel Verbrüderungsbuch di Reichenau, egli è segnalato con il titolo di Graf (conte).

Con sua moglie Hereswind, Hnabi ebbe almeno due figli:

La genealogia della regina Ildegarda è registrata nella Vita Hludowici Imperatoris del IX secolo di Thegan di Treviri: "il duca Gotfrido generò Huoching, Huoching generò Hnabi, Hnabi generò Emma, Emma stessa la regina più benedetta Ildegarda" (Gotfridus dux genuit Huochingum, Huochingus genuit Nebi, Nebi genuit Immam, Imma vero Hiltigardem beatissimam reginam). Gli studiosi hanno messo in dubbio che Huoching sia figlio di Gotfrido, paragonando la coppia padre-figlio di Huoching e Hnabi a quella di Hoc e Hnaef nella tradizione anglosassone[3].

  1. ^ v. Galli conf. tripl. S. 319
  2. ^ Thegan di Treviri: Vita Hludovici S. 590 f c. 2 (Ausgabe:Ernst Tremp (Hrsg.): Scriptores rerum Germanicarum in usum scholarum separatim editi 64: Thegan, Die Taten Kaiser Ludwigs (Gesta Hludowici imperatoris). Astronomus, Das Leben Kaiser Ludwigs (Vita Hludowici imperatoris). Hannover 1995 (Monumenta Germaniae Historica, Digitalisat))
  3. ^ Hans Jänichen, "Die alemannischen Fürsten Nebi und Berthold und ihre Beziehungen zu den Klöstern St. Gallen und Reichenau", Blätter für deutsche Landesgeschichte (1976), pp. 30-40.
  • (DE) Michael Borgolte: Die Grafen Alemanniens in merowingischer und karolingischer Zeit. Eine Prosopographie (= Archäologie und Geschichte. 2). Thorbecke, Sigmaringen 1986, ISBN 3-7995-7351-8, S. 184, (Zugleich: Freiburg (Breisgau), Universität, Habilitations-Schrift, 1981, Teil 2).
  • (DE) Hans Jänichen: Die alemannischen Fürsten Nebi und Berthold und ihre Beziehungen zu den Klöstern St. Gallen und Reichenau. In: Blätter für deutsche Landesgeschichte. Bd. 112, 1976, S. 30–40.

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