Jacques-François Blondel
Jacques François Blondel (Rouen, 8 gennaio 1705 – Parigi, 9 gennaio 1774) è stato un architetto e urbanista francese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Fu soprattutto un teorico dell'architettura di notevole influenza, mentre poco rimane della sua scarsa attività progettuale. Dopo avere diretto a Parigi dal 1743 una propria scuola di architettura, divenne professore all'Académie royale d'architecture nel 1762.[1] Nel 1771 pubblicò il suo Cours d'architecture, che comprendeva i corsi universitari da lui tenuti e dove tracciò la summa del suo insegnamento, costituendo l'ultima codificazione delle norme architettoniche che dal Rinascimento in poi avevano avuto un valore universale[2]. Blondel avvertì il mutamento profondo avvenuto dopo la metà del '700, tuttavia non fu in grado di spiegarsi il fenomeno; gli sfuggì la via completamente nuova intrapresa dal suo discepolo Claude Nicolas Ledoux[3]. Fu il primo teorizzatore della cosiddetta Architecture terrible.
Con la sua esaltazione del classicismo francese di Mansart e Perrault, in opposizione al barocco, contribuì ad aprire la strada al neoclassicismo[senza fonte].
Tra i suoi scritti:
- De la distribution des maisons de plaisance et de la décoration en général (1737),
- L'architecture française (1752-1756), progettata in 8 voll. come aggiornamento della serie iniziata da Jean Marot. Furono pubblicati solo 4 volumi.
- Cours d'architecture, ou Traite de la decoration, distribution & construction des batiments (1771-1777) in 6 volumi, gli ultimi due completati da Pierre Patte.
- Discours sur la manière d'étudier l'architecture et les arts qui sont relatifs à celui de bâtir, 1747.
- Diversi articoli sull'architettura sull'Encyclopédie, 1751-1765.
Dei suoi progetti sopravvive solo la Place d'Armes a Metz (1762-65),[4] seppure ampiamente rimaneggiata.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, Dizionario di architettura, Torino, Einaudi, 1981, voce Blondel.
- ^ Emil Kaufmann, Da Ledoux a Le Corbusier, Milano, Mazzotta, 1973, p. 27
- ^ E. Kaufmann, cit., pp. 29-30
- ^ N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, op. cit, 1981, voce Blondel.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina in lingua francese dedicata a Jacques-François Blondel
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Jacques-François Blondel
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Blondel, Jacques-François, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Jacques-François Blondel, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (FR) Jacques-François Blondel, in Nouveau dictionnaire de biographie alsacienne, Fédération des Sociétés d’Histoire et d’Archéologie d’Alsace.
- (FR) Jacques-François Blondel, su CÉSAR - Calendrier Électronique des Spectacles sous l'Ancien régime et sous la Révolution, Huma-Num.
- Opere di Jacques-François Blondel / Jacques-François Blondel (altra versione), su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Jacques-François Blondel, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 64099342 · ISNI (EN) 0000 0001 2136 5605 · BAV 495/16545 · CERL cnp00385462 · ULAN (EN) 500031213 · LCCN (EN) n87105962 · GND (DE) 116204303 · BNF (FR) cb12442563q (data) · J9U (EN, HE) 987007271544305171 · NDL (EN, JA) 00463400 |
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