Johannes Isacius Pontanus

Johan Isaaksz Pontanus

Johan Isaaksz Pontanus (in latino Johannes Isacius Pontanus; in danese Johan Isaksen; 21 gennaio 1571Harderwijk, 7 ottobre 1639) è stato un storiografo danese.

Pontanus era figlio di Margaretha van Delen e Isaac Pietersz, il console fiammingo della Danimarca di stanza a Helsingør.[1] Il pittore Pieter Isaacsz (1568–1625) era suo fratello maggiore.[2] Nel 1578 l'intera famiglia fece ritorno nei Paesi Bassi e Pontanus crebbe ad Amsterdam.[2] Nel 1589 frequentò la facoltà di medicina all'Università di Franeker[1] e nel 1592 fu all'Università di Leiden come "Joannes Hellespontius Danus", predicendo la futura contrazione del cognome "Pontanus"[3] (si diceva che fosse nato in mare vicino a Helsingør nel danese Ellesponto, l'Øresund).[1] L'anno dopo difese la sua Dissertatio de rationalis animas facilitate e si trasferì a Roma, visitando degli studiosi tedeschi durante il suo viaggio di ritorno.[1] Successivamente, visitò la Danimarca dove erano tornati i suoi genitori e conobbe Tycho Brahe ed Arild Huitfeldt. Il 1596 lo trascorse invece principalmente in Inghilterra, tra Canterbury, Oxford e Stanford. Gli anni seguenti li passò in città tedesche, svizzere e francesi, in parte scortando tre giovani membri della famiglia Brahe.[1]

Nel 1604 divenne professore alla Gelderse Academie di Harderwijk, dove rimase per il resto della sua vita. Divenne noto soprattutto per i suoi scritti storiografici; la sua storia di Amsterdam (1611) fu considerata la prima di questa città. Fu una personalità abbastanza controversa, tanto da essere inserito nella lista nera della chiesa romana.[1] Nel 1618 gli fu commissionata una storia della Danimarca, per la quale fu nominato storico ufficiale; continuò a scrivere quest'opera fino alla sua morte, ma riuscì solo a pubblicare la prima parte nel 1631.[3] Nel 1621 gli fu chiesto di scrivere un saggio su Guelders che si basava in gran parte sul lavoro di Paullus Merula en Johannes Luntius e che fu terminato nel 1639.[1]

Pontanus sposò nel giugno 1606 Anneken van den Herde (o Heerde o ancora Heede), con la quale ebbe almeno quattro figli: la figlia Anna sposò nel 1633 il giurista tedesco Anton Matthäus II. Morì a Harderwijk nel 1639, nove anni prima che l'accademia fosse dichiarata ufficialmente Università di Harderwijk.[1]

  • Analectorum libri III (Rostock, 1599, in-4°).
  • Historia urbis et rerum Amstelodamensium (Amsterdam, 1611, in-fol.).
  • Originum Francicarum libri VI (Harderwijk, 1616, in-4°).
  • De Pygmæis (Harderwyck,1629, in-4°).
  • Rerum Danicarum historia (Amsterdam, 1631, in-fol.): solo primo volume; il secondo è stato pubblicato a Flensburgo (1737, in-fol.).
  • Poematum libri VI (Amsterdam, 1631).
  • Discussiones historicae (Harderwijk, 1637, in-8°)
  • Historia geldrica (Harderwijk, 1639).
  1. ^ a b c d e f g h (DA) S.P. Haak, Pontanus, Johannes Isacius of Johan Isaakszoon, in Nieuw Nederlandsch biografisch woordenboek, vol. 1, 1911.
  2. ^ a b (DA) Pieter Isaacsz, su rkd.nl.
  3. ^ a b (DA) H.F. Rørdam, Pontanus, Johan Isaksen, su runeberg.org. URL consultato il 22 febbraio 2020.

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