John Astbury

Zampognaro (1745), Metropolitan Museum of Art

John Astbury (Shelton, 1688Shelton, 1743) è stato un ceramista inglese.

Gatto (1745), Metropolitan Museum of Art
Caffettiera (1740), Metropolitan Museum of Art
Soldato a cavallo, Metropolitan Museum of Art
Teiera (1740), Metropolitan Museum of Art

John Astbury fu un pioniere delle tecniche ceramiche inglesi e il primo dei grandi ceramisti dello Staffordshire,[1]capostipite di una dinastia di ceramisti che ebbe successo per tre generazioni.[2]

Si formò artigianalmente presso una famiglia di artigiani, formata dai fratelli John Philip e David Elers, che nel 1688 emigrarono nei Paesi Bassi.[1]

John Astbury fondò una fabbrica a Shelton nei primi anni del XVIII secolo,[3] grazie alla quale produsse terrecotte rosse smaltate di giallo, decorate con pezzi di argilla bianca (importate da Devon); il suo modo di decorare è chiamato "sprigging";[1] secondo la tradizione creò il tipo di vasellame e di ceramica figurativa, noto come l'Astbury type, nel quale la decorazione è posta in rilievo in argilla bianca su un corpo di argilla rossa.[2]

Alcuni dei primi prodotti di Staffordshire in argilla marrone e bianca coperti con uno smalto trasparente di piombo sono stati attribuiti a lui, anche se nessun oggetto superstite porta una firma o un simbolo distintivo della sua manifattura,[2] e l'effetto di quei prodotti era simile a quello del cammeo (un esempio sopravvissuto che raffigura La vittoria dell'ammiraglio Vernon a Porto Bello è datato 1739, Victoria and Albert Museum, Londra).[1]

Astbury è considerato il primo (1720) ceramista di Staffordshire ad utilizzare la selce calcinata e polverizzata per ottimizzare la terracotta, sbiancandola, e con effetti sulla durezza del cotto.[1][2]

I suoi gruppi di figure tipiche raffigurate sono costituiti da soldati e cavalieri o musicisti, come i suonatori di cornamuse, piuttosto semplici nell'aspetto, modellati a mano dopo essere stati espressi in semplici stampi.[1]

I suoi prodotti utilitari includono tazze, ciotole variamente modellate e teiere. Realizzò anche articoli in agata marmorizzata.[1]

Il figlio di Astbury, Thomas, proseguì l'attività del padre sperimentando innovazioni, smaltando la terracotta con piombo.[1]

Importanti risultarono le innovazioni eseguite da Astbury, anche perché ispirarono il ceramista Josiah Wedgwood, la cui azienda è tutt'oggi una delle industrie di porcellana più famose e più quotate del mondo, con le tipiche ceramiche decorate a rilievo in bianco su sfondo azzurro grigio.[2]

Gli articoli di Astbury si trovano ora nei musei principali e in famose collezioni private. Durante la rinascita della ceramica di Staffordshire, risalente alla metà del XX secolo, gli oggetti di Astbury, furono molto ricercati dagli appassionati.[1]

John Astbury morì a Shekton nel 1743.[4]

  1. ^ a b c d e f g h i (EN) John Astbury, su britannica.com. URL consultato il 2 marzo 2019.
  2. ^ a b c d e John Astbury, in le muse, I, Novara, De Agostini, 1964, p. 421.
  3. ^ (EN) The Encyclopedia of the Industrial Revolution in World History, Volume 3, su books.google.it. URL consultato il 2 marzo 2019.
  4. ^ (EN) Astbury, John, in Dictionary of National Biography, Londra, Smith, Elder & Co., 1900.
  • (EN) C. B. Carter e M. G. Norton, Ceramic materials: Science and engineering, Springer, 2007.
  • Daniela Di Castro e Roberto Valeriani, Il valore delle porcellane europee, Umberto Allemandi Editore, 1985.
  • G. P. Emiliani e F. Corbara, Tecnologia Ceramica "Le Materie Prime", I, Faenza, Gruppo Editoriale Faenza Editrice S.p.A., 1999.
  • G. P. Emiliani e F. Corbara, Tecnologia Ceramica "Le Lavorazioni", II, Faenza, Gruppo Editoriale Faenza Editrice S.p.A., 1999.
  • G. P. Emiliani e F. Corbara, Tecnologia Ceramica "Le Tipologie", III, Faenza, Gruppo Editoriale Faenza Editrice S.p.A., 2001.
  • (FR) Christine Lahaussois, La céramique, Massin, 2000.
  • (DE) P. Rada, Die Technik der Keramik, Dausien, 1989.

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