John Pilger
John Pilger (Sydney, 9 ottobre 1939 – Londra, 30 dicembre 2023[1]) è stato un giornalista, sceneggiatore regista di documentari australiano che dal 1962 visse principalmente in Gran Bretagna.[2][3][4] Fu anche visiting professor alla Cornell University di New York.[5]
Pilger fu un critico della politica estera americana, australiana e britannica, che considerava guidata da un'agenda imperialista e colonialista. Criticò il trattamento riservato dal suo Paese natale agli indigeni australiani e contribuì a rilevare le atrocità compiute in Cambogia dai khmer rossi di Pol Pot[6].
La carriera di Pilger come regista di documentari iniziò con The Quiet Mutiny (1970), realizzato durante uno dei suoi viaggi in Vietnam, e da allora in poi continuò con oltre 50 documentari. Altri lavori in questa forma inclusero Year Zero (1979) sulle conseguenze del regime di Pol Pot in Cambogia, e Death of a Nation: The Timor Conspiracy (1993). I suoi numerosi film documentari sugli indigeni australiani inclusero The Secret Country (1985) e Utopia (2013). Nella carta stampata britannica, Pilger lavorò al Daily Mirror dal 1963 al 1986, e scrisse una rubrica fissa per la rivista New Statesman dal 1991 al 2014.
Il lavoro di Pilger è stato controverso e la veridicità di alcuni dei suoi rapporti messa in dubbio.[7][8] Il verbo "to Pilger" venne coniato da Auberon Waugh in riferimento a John Pilger, con il significato di "presentare informazioni in modo sensazionalistico a sostegno di una particolare conclusione".[9][10][11]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Bondi, nelle vicinanze di Sydney, e frequentò la Sydney Boys High School, dove fondò il giornale studentesco The Messenger.
Iniziò la carriera di giornalista al Sydney Sun nel 1958 con lavori di secondo piano, dopodiché venne assunto nella redazione australiana del The Daily Telegraph.
Nei primi anni sessanta si trasferì a Londra, dove venne assunto dal Daily Mirror. Da allora visse in Inghilterra.
Durante il periodo al Daily Mirror, Pilger fu corrispondente in Vietnam durante la guerra, e successivamente si recò in Cambogia, Egitto, India, Bangladesh e Biafra. Successivamente uscirono documentari e libri che accrebbero la sua reputazione. Il suo film Year Zero del 1979 portò alla ribalta le atrocità dei khmer rossi in Cambogia. Pilger stesso sostenne con documenti che i khmer rossi erano finanziati non solo dalla Cina ma anche, segretamente, dagli stessi Stati Uniti (che difatti appoggeranno, all'ONU, il deposto governo della "Kampuchea" fino al 1992), in funzione anti-sovietica e anti-vietnamita.[12] Altri suoi documentari raccontano dell'abuso dei diritti umani in Australia, Palestina, Timor Est, Iraq in conseguenza delle sanzioni delle Nazioni Unite.
Il suo ultimo film War on Democracy fu presentato al Festival di Cannes nel 2007[13].
Pilger ricevette numerosi premi e dottorati per le sue battaglie per i diritti umani e fu nominato per ben due volte "Giornalista dell'anno" (Journalist of the Year) in Inghilterra.
Nel dicembre 2010, insieme ad altre quattro personalità del cinema e del giornalismo tra cui Ken Loach, si offrì come garante nella richiesta di libertà su cauzione per il giornalista e attivista Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, accusato di aver avuto rapporti sessuali non protetti in Svezia e arrestato per questo in Gran Bretagna, nonché a rischio di estradizione negli USA sotto l'accusa di spionaggio (Assange ottenne poi asilo politico nell'ambasciata dell'Ecuador).[14][15] Fu inoltre tra i firmatari di una lettera aperta in supporto al giornalista.[16]
Pilger morì il 30 dicembre 2023 a Londra per fibrosi polmonare all'età di 84 anni.[17][18]
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Pilger era sposato con la giornalista Scarth Flett, nipote del medico e geologo Sir John Smith Flett.[19] Il loro figlio Sam[20] è nato nel 1973 ed è uno scrittore sportivo. Pilger ha avuto anche una figlia, Zoe Pilger, nata nel 1984, con la giornalista Yvonne Roberts.[21][22] Zoe è un'autrice e critica d'arte.[23] Da trent'anni Pilger aveva una compagna, Jane Hill.[17][18]
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]- Appare nel fumetto della Marvel Comics, Iron Man, durante la saga Extremis di Warren Ellis, facendo un'intervista proprio al protagonista riguardante i "fantasmi del ventesimo secolo".
Documentari dal 1978 al 2000
[modifica | modifica wikitesto]La schiavitù tailandese (1982)
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1982 Pilger scrisse un articolo per il Daily Mirror in cui affermava di aver comprato una schiava tailandese di 8 anni per 85 sterline, e di avere successivamente scoperto il suo villaggio di origine nel nord della Thailandia e di averla restituita a sua madre. Questa storia fu messa in dubbio da un'indagine del Far Eastern Economic Review (FEER): scoprì che la ragazza e sua madre erano state pagate per recitare le rispettive parti da un faccendiere che lavorava per Pilger. A sua, volta Pilger accusò le persone coinvolte nella FEER di essere agenti della CIA. Un articolo di Auberon Waugh su The Spectator gettò poi ulteriori dubbi sulla storia. Pilger minacciò un'azione legale per diffamazione contro The Spectator. La questione fu risolta in via extragiudiziale senza alcun pagamento a Pilger.[24][25]
Documentari dal 2000
[modifica | modifica wikitesto]La Palestina è ancora il problema (2002)
[modifica | modifica wikitesto]Il documentario di Pilger Palestine Is Still the Issue apparve nel 2002 e aveva Ilan Pappé come consigliere storico. Pilger disse che il film descriveva come "un'ingiustizia storica è stata fatta al popolo palestinese, e finché non finirà l'occupazione illegale e brutale di Israele, non ci sarà pace per nessuno, compresi gli israeliani". Disse che le risposte dei suoi intervistati "smentiscono il grido sionista standard secondo cui qualsiasi critica a Israele è antisemita, un'affermazione che insulta tutti quegli ebrei che rifiutano persone come Ariel Sharon che agiscono in loro nome".[26] La trasmissione provocò denunce da parte dell'ambasciata israeliana, del consiglio dei deputati degli ebrei britannici e dei conservatori amici di Israele secondo cui era imprecisa e parziale.[27] Anche Michael Philip Green, presidente della Carlton Communications, la società che aveva realizzato il film, lo disapprovò in un'intervista a The Jewish Chronicle.[28][29]
L'autorità di regolamentazione televisiva del Regno Unito, la Independent Television Commission (ITC), ordinò un’indagine. Al termine, l'indagine dell'ITC respinse le denunce sul film, affermando nel suo rapporto:[30]
«L'ITC ha sollevato con Carlton tutte le aree significative di inesattezza presunte dai critici del programma e l'emittente ha risposto facendo riferimento a una serie di testi storici. L'ITC non è un tribunale dei fatti ed è particolarmente consapevole delle difficoltà legate alla verifica dei "fatti storici", ma la completezza e l'autorità delle fonti di Carlton sono state convincenti, anche perché molte sembravano essere di origine israeliana.»
L'ITC concluse che nel documentario di Pilger "è stata data un'adeguata opportunità a una prospettiva governativa filo-israeliana" e che il programma "non violava il codice del programma ITC".[30][31]
Rubare una nazione (2004)
[modifica | modifica wikitesto]Il documentario di Pilger Stealing a Nation (2004) raccontò l'espulsione dei Chagossiani da parte della Gran Bretagna e degli Stati Uniti tra il 1967 e il 1973 in modo che gli Stati Uniti potessero costruire una base militare su quella terra.[32][33] Nel film venne descritta la difficile situazione economica affrontata dai 2.000 Chagossiani deportati a Mauritius. Dopo l'espulsione, il governo degli Stati Uniti prese in affitto dalla Gran Bretagna Diego Garcia, l'isola più grande delle Isole Chagos, e vi costruì la base militare. Nel 21º secolo, gli Stati Uniti utilizzarono la base per gli aerei che bombardavano obiettivi in Iraq e Afghanistan.
In una sentenza del 2000 sugli eventi, la Corte internazionale di giustizia ha descritto l'allontanamento totale dei popoli Chagossiani dalle Isole Chagos da parte della Gran Bretagna come "un crimine contro l'umanità". Pilger criticò fortemente Tony Blair per non aver risposto in modo sostanziale alla sentenza dell'Alta Corte.
Nel marzo 2005, Stealing a Nation ricevette il Royal Television Society Award,[34] nell'ottobre 2005 fu presentato al United Nations Association Film Festival,[35] nel novembre 2005 ebbe il Chris Award al Columbus International Film & Video Festival.[36]
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]- World in Action
- "The Quiet Mutiny" (1970)
- Conversations With a Working Man (1971)
- Palestine Is Still The Issue (Part 1) (1974)
- Vietnam: Still America's War (1974)
- Guilty Until Proven Innocent (John Pilger) (1974)
- Thalidomide: The Ninety-Eight We Forgot (1974)
- The Most Powerful Politician in America (1974)
- One British Family (1974)
- Pilger
- "An Unfashionable Tragedy" (1975)
- "Nobody's Children" (1975)
- "Zap-The Weapon is Food" (1976)
- "Pyramid Lake is Dying" (1976)
- "Street of Joy" (1976)
- "A Faraway Country" (1977)
- Mr Nixon's Secret Legacy (1975)
- Smashing Kids] (1975)
- To Know Us Is To Love Us (1975)
- A Nod & A Wink (1975)
- Pilger in Australia (1976)
- Dismantling A Dream (1977)
- An Unjustifiable Risk (1977)
- The Selling of the Sea (1978)
- Do You Remember Vietnam (1978)
- Year Zero: The Silent Death of Cambodia (1979)
- The Mexicans (1980)
- Cambodia: Year One (1980)
- Heroes (1980)
- Island of Dreams (John Pilger)(1981)
- In Search of Truth in Wartime (1983)
- Nicaragua. A Nations Right to Survive (1983)
- The Outsiders (series, 1983)
- The Truth Game (1983)
- Burp! Pepsi V Coke in the Ice Cold War (1984)
- The Secret Country: The First Australians Fight Back (1985)
- Japan Behind the Mask (1987)
- The Last Dream (1988)
- "Heroes unsung"
- "Secrets"
- "Other People's Wars"
- Cambodia: Year Ten (1989)
- Cambodia, the Betrayal (1990)
- War By Other Means (1992)
- Cambodia: Return to Year Zero (1993)
- Death of a Nation: The Timor Conspiracy (1994)
- Flying the Flag, Arming the World (1994)
- Vietnam: The Last Battle (1995)
- Inside Burma: Land of Fear (1996)
- Breaking the Mirror – The Murdoch Effect (1997)
- Apartheid Did Not Die (1998)
- Welcome to Australia (1999)
- Paying the Price: Killing the Children of Iraq (2000)
- The New Rulers of the World (2001)
- Palestine Is Still the Issue (2002)
- Breaking the Silence: Truth and Lies in the War on Terror (2003)
- Stealing a Nation (2004)
- The War on Democracy (2007)
- The War You Don't See (2010)
- Utopia (2013, film)
- The Coming War on China (2016)
- The Dirty War on the NHS (2019)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Australian journalist and documentary filmmaker John Pilger dies aged 84, su www.itv.com, 31 dicembre 2023. URL consultato il 31 dicembre 2023.
- ^ (EN) Andrei Markovits e Jeff Weintraub, Obama and the Progressives: A Curious Paradox, in The Huffington Post, 28 maggio 2008.
- ^ (EN) Sutton, Candace, Aboriginal squalor among Australia's 'dirtiest secrets' says expat, in The Australian, 1º marzo 2013.
- ^ (EN) BFI Screenonline: Pilger, John (1939–) Biography, su Screenonline.org.uk.
- ^ (EN) As the election closes in, John Pilger denounces Americanism, in New Statesman, 2004. URL consultato il 23 luglio 2021.
- ^ (EN) Janet Maslin, Film: Two Perceptions of the Khmer Rouge, in The New York Times, 29 aprile 1983. URL consultato il 18 maggio 2018.
- ^ (EN) John Pilger: Campaigning Australian journalist dies, in BBC News, 31 dicembre 2023. URL consultato il 16 gennaio 2024.
- ^ (EN) Campaigning journalist John Pilger dies aged 84, in France 24, 31 dicembre 2023. URL consultato il 16 gennaio 2024.
- ^ (EN) John Pilger, controversial campaigning journalist and documentary maker – obituary, in The Telegraph, 31 dicembre 2023. URL consultato il 16 gennaio 2024.
- ^ (EN) Stephen Pollard, Pilger gave us the word to describe how the BBC distorts its coverage of Jews, in The Jewish Chronicle, 4 gennaio 2024. URL consultato il 16 gennaio 2024.
- ^ (EN) Matthew Ricketson, The world has lost a dissenting voice: Australian journalist John Pilger has died, age 84, in The Conversation, 1º gennaio 2024. URL consultato il 16 gennaio 2024.
- ^ John Pilger, Lo zio Sam e Pol Pot
- ^ Breve biografia John Pilger
- ^ Assange accusato di rapporti senza condom. Il legale: "A rischio reputazione della Svezia", in la Repubblica, 7 dicembre 2010. URL consultato il 12 dicembre 2010.
- ^ (EN) Wikileaks founder Julian Assange refused bail, in BBC News, 8 dicembre 2010. URL consultato il 12 dicembre 2010.
- ^ (EN) Support for Assange, in The Guardian, 10 dicembre 2010. URL consultato il 12 dicembre 2010.
- ^ a b (EN) John Pilger: Journalist, campaigner and documentary maker dies aged 84, in Sky News, 31 dicembre 2023. URL consultato il 1º gennaio 2024.
- ^ a b (EN) Anthony Hayward, John Pilger obituary, in The Guardian, 1º gennaio 2024. URL consultato il 1º gennaio 2024.
- ^ (EN) Sir John Smith Flett KBE, FRS, su rousayroots.com. URL consultato il 14 febbraio 2022.
- ^ (EN) Sam Pilger Tribute to Father, su twitter.com.
- ^ (EN) John Pilger Biography, su Johnpilger.com. URL consultato il 2 novembre 2016.
- ^ (EN) John Pilger: writer of wrongs, in The Scotsman, 1º luglio 2006. URL consultato il 2 novembre 2016.
- ^ (EN) Zoe Pilger Homepage, su Zoe-pilger. URL consultato il 2 novembre 2016.
- ^ (EN) John Pilger, campaigning Australian journalist, dies aged 84, in The Times, 31 dicembre 2023. URL consultato il 4 gennaio 2024.
- ^ (EN) Auberon Waugh, Another voice: Thai `slave-girl' mystery, in Spectator, 12 giugno 1982. URL consultato il 4 gennaio 2024.
- ^ (EN) John Pilger, Why my film is under fire, in The Guardian, 23 settembre 2002.
- ^ (EN) Stephen Bates, TV chief attacks 'one-sided' Palestinian documentary, in The Gurdian, 20 settembre 2002.
- ^ (EN) Leon Symons, Carlton chief slams Pilger's attack on Israel,, in The Jewish Chronicle, 20 settembre 2002.
- ^ (EN) Jason Deans, TV boss 'irresponsible' says Pilger, in The Guardian, 20 settembre 2002.
- ^ a b (EN) Programme Complaints and Findings Bulletin No. 6 (DOC), in ITC, 13 gennaio 2003, pp. 4–5.
- ^ (EN) Louise Jury, "Pilger cleared of bias in TV documentary on Palestinians", in The Independent, 13 gennaio 2003. URL consultato il 3 luglio 2011.
- ^ (EN) Stealing a Nation, in Bullfrog Films. URL consultato l'11 giugno 2010.
- ^ (EN) Stealing a Nation, su johnpilger.com. URL consultato il 30 marzo 2015.
- ^ (EN) Programme Awards Winners 2004, su rts.org.uk. URL consultato il 30 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2014).
- ^ (EN) 8th United Nations Association Film Festival (PDF), su unaff.org. URL consultato il 9 maggio 2015.
- ^ (EN) The 53rd Annual Chris Awards Columbus International Film & Video Festival 2005 (PDF), su columbusfilmcouncil.org. URL consultato il 9 maggio 2015.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su John Pilger
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su John Pilger
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su johnpilger.com.
- (EN) Opere di John Pilger, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) John Pilger, su Goodreads.
- (EN) John Pilger, su Discogs, Zink Media.
- (EN) John Pilger, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) John Pilger, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) John Pilger, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) John Pilger, su filmportal.de.
- John Pilger su liquida.it, su liquida.it. URL consultato il 12 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2009).
- Intervista a John Pilger su disinformazione.it, su disinformazione.it.
- John Pilger su Z Communications (Inglese), su zcomm.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 37095655 · ISNI (EN) 0000 0001 1442 0231 · LCCN (EN) n50009629 · GND (DE) 129030554 · BNF (FR) cb13743926h (data) · J9U (EN, HE) 987007434320005171 · NSK (HR) 000299869 · NDL (EN, JA) 00946262 |
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