Lasciateci in pace
Lasciateci in pace | |
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Una scena del film | |
Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1953 |
Durata | 83 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,37:1 |
Genere | commedia |
Regia | Marino Girolami |
Soggetto | Franco Monicelli |
Sceneggiatura | Vittorio Nino Novarese, Golfiero Colonna |
Produttore | Silvio Raffaele D'Amico |
Casa di produzione | EPIC-Junior |
Fotografia | Gábor Pogány |
Montaggio | Franco Fraticelli |
Musiche | Mario Nascimbene, dirette da Franco Ferrara |
Costumi | Adriana Berselli |
Trucco | Franco Freda |
Interpreti e personaggi | |
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Lasciateci in pace è un film italiano del 1953 diretto da Marino Girolami.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Achille Buongiorno, commesso in un negozio di alimentari, vive in famiglia un conflitto "politico": la moglie e il cognato sono di destra, la figlia è fidanzata a un medico simpatizzante di un partito di sinistra. Achille si reca a Roma per ritirare un pacco di petardi da utilizzare durante la festa patronale, e nel passare davanti ad un albergo di lusso da cui esce una importante personaggio che arriva dagli Stati Uniti, i petardi prendono fuoco. La stampa interpreta l'incidente come un gesto di contestazione contro l'imperialismo americano e Achille, ormai sotto i riflettori, comincia a ricevere proposte di candidatura alle elezioni amministrative. A seguito della promessa da parte del partito comunista di costruire un acquedotto nel paese in cui vive, Achille è convinto a mettersi in lista e viene eletto sindaco, ma nei pressi del cantiere dove sono iniziati i lavori scopre una bomba a orologeria, nascosta proprio dai suoi compagni di partito con lo scopo di attribuire l'attentato alla destra. Il sindaco riesce miracolosamente a sventare l'attentato portando la bomba fuori dall'abitato, appena prima dello scoppio che produce un cratere da cui fuoriesce un'abbondante vena d'acqua. L'evento fortuito finisce per consolidare definitivamente la sua popolarità[1].
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Controversie
[modifica | modifica wikitesto]Il commediografo Edoardo Anton chiese al tribunale civile di Roma la distruzione della pellicola, non ancora proiettata, e un ingente risarcimento di danni, accusando regista, soggettista e casa di produzione di plagio; Anton l'anno precedente aveva ricevuto un soggetto da Ettore Maria Margadonna e Piero Regnoli dal titolo Miracolo a Roccaforte, e depositato lo stesso alla SIAE; la casa di produzione, preso atto della somiglianza del soggetto, bloccò il progetto.[2]
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]In televisione il film fu trasmesso da diverse emittenti private negli anni '80[3] e ritrasmesso soltanto il 23 marzo 2022 sul canale Cine34 con l'erronea dicitura "1ª assoluta".[4][5]
Critica
[modifica | modifica wikitesto]«Un modesto film di satira politica, in cui si cerca di prendere in giro un po' tutti i partiti, la cui principale missione sembra essere quella di scocciare il prossimo. L'argomento [...] meritava maggiore arguzia e più acuto spirito di osservazione.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Segnalazioni cinematografiche, XXXIII, Roma, Centro Cattolico Cinematografico, 1953, p. 147.
- ^ Due film troppo uguali, Stampa Sera, 25 luglio 1953
- ^ TIVU' - Tutti i programmi, Stampa Sera, 18 maggio 1982
- ^ Lasciateci in pace - primatv, oggiintv.kaleidosstudio.com
- ^ Lasciateci in pace, tv.zam.it
- ^ Dizionario del cinema italiano: Dal 1945 al 1959, di Roberto Chiti, Roberto Poppi, Enrico Lancia e Mario Pecorari
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Lasciateci in pace, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Lasciateci in pace, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Lasciateci in pace, su Box Office Mojo, IMDb.com.