Le miserie del signor Travet

Le miserie del signor Travet
Vera Carmi e Carlo Campanini in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1945
Durata100 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generecommedia
RegiaMario Soldati
Soggettodalla commedia teatrale di Vittorio Bersezio
SceneggiaturaAldo De Benedetti, Carlo Musso, Tullio Pinelli
ProduttoreDino De Laurentiis per Pan Film
Casa di produzioneLux Film
FotografiaMassimo Terzano
MontaggioGisa Radicchi Levi
MusicheNino Rota diretta da Fernando Previtali
ScenografiaPiero Filippone
CostumiVittorio Nino Novarese
TruccoGustav Hrdlicka
Interpreti e personaggi

Le miserie del signor Travet è un film del 1945 diretto da Mario Soldati e interpretato da Carlo Campanini, nel suo primo ruolo di attore protagonista, al fianco di Alberto Sordi e Gino Cervi. Il film è tratto dall'omonima commedia ottocentesca in lingua piemontese di Vittorio Bersezio Le miserie 'd Monsù Travet.

Questo fu il primo film in assoluto trasmesso dalla Rai il 3 gennaio 1954, data in cui iniziò il regolare servizio televisivo in Italia[1][2].

Il signor Ignazio Travet è un funzionario regio della Torino della fine Ottocento, lavora come impiegato nello stesso ufficio da 32 anni. Benché sia un uomo attento e scrupoloso sul lavoro, in tanti anni non ha mai ottenuto una promozione a causa dell'astio ingiustificato del capo sezione nei suoi confronti. Travet è un uomo mite e remissivo e non osa mai ribellarsi, anche in casa dove la sua seconda moglie, Rosa, ancora giovane e bella, non perde occasione per trattarlo male e fargli subire le sue ambizioni[3]. Nella vita di Travet, però, entra casualmente un commendatore, un suo superiore, che porterà nuove miserie in casa Travet.

Alla vicenda principale si intrecciano quella di un memorabile scocciatore, interpretato da Sordi, e quella del contrastato fidanzamento della figlia di Travet, Marianin, con un giovane che Rosa, la moglie di Travet, considera di estrazione sociale più bassa, perché figlio di un panettiere. La signora Travet si lascia corteggiare dal commendatore e Travet, per reazione, si ribella alle insinuazioni dei colleghi e viene licenziato[4]. Facendo tacere i pregiudizi si adatterà a lavorare in una panetteria[4].

Riconoscimenti

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Il film ottenne due Nastri d'argento nel 1946: uno a Gino Cervi come miglior attore non protagonista e un secondo a Piero Filippone per la scenografia.

A causa della guerra ancora in corso il film non fu girato a Torino, ma a Roma[5]. Torino era per Soldati la città che rappresentava al tempo il ritorno alla libertà[5]. Il regista ricostruì in un teatro un pezzo di una via di Torino, lui stesso lavorò alla scenografia insieme a scenografi e muratori[5]. Per gli esterni cercò luoghi romani che ricordassero la capitale sabauda. In più tutti gli attori, a parte Alberto Sordi e Gino Cervi, sono piemontesi[5].

Il critico Pietro Bianchi scrisse l'11 giugno 1946: «Il film che Soldati ha tratto dal vecchio capolavoro di Bersezio è piaciuto giustamente al pubblico e ai critici. [...] Possiamo dire che Soldati ha superato con quest'ultimo film il punto morto cui s'era ridotto in questi ultimi anni»[6].

La rivista numero 20 di Segnalazioni Cinematografiche del 1946 scrisse: «La accurata indagine psicologica dei personaggi, la perfetta ambientazione, la narrazione fluida e controllata oltre ad una ottima interpretazione, rendono questo film assai notevole»[3].

Il critico Achille Valdata su Cine Teatro del 1º marzo 1946, n. 5, scrisse: « [...] (il film) è oggi, dal punto di vista produttivo, tecnico, fotografico, l'opera più impeccabile dello schermo italiano. Da Soldati, a De Laurentiis, a Terzano, ai minori e oscuri artefici, tutti hanno contribuito a fare di questo un film di classe superiore. Esteticamente, visivamente, siamo dunque a posto. Dove invece possiamo avanzare riserve è nel trapasso dalla commedia di Bersezio dalla ribalta allo schermo [...]. Innanzitutto si è avuto il torto di fare di Travet un tipo ridicolo, un tonto [...]. Spettacolarmente il personaggio ne guadagna per l'ilarità che suscita, ma si rimpicciolisce, si svuota per l'umanità, la schiettezza che perde [...]. E come si è alterato il Travet (nella commedia il tipico impiegato regio ottocentesco, laborioso e dignitoso) si sono traditi gli altri personaggi di contorno e di sfondo. Ma nonostante le rilevate discrepanze nei confronti del testo ispiratore, il film resta degno di attenta considerazione e meritevole di quel successo che infatti non gli è mancato».[7]

L'interpretazione di Carlo Campanini è notevole.

Il film incassò 33.600.000 lire[7].

  1. ^ Le miserie del Signor Travet - Alberto Sordi Omaggio - On Demand - Sky Go - Sky.it, su skygo.sky.it. URL consultato il 27 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2016).
  2. ^ Le miserie del signor Travet, su LongTake. URL consultato il 27 febbraio 2016.
  3. ^ a b Le miserie del signor Travet - Film (1945), su ComingSoon.it. URL consultato il 27 febbraio 2016.
  4. ^ a b Mo-Net s.r.l. Milano-Firenze, Le miserie del signor Travet (1946), su mymovies.it. URL consultato il 27 febbraio 2016.
  5. ^ a b c d Gianni Amelio, Mario Soldati e il cinema, Donzelli Editore, 1º gennaio 2009, ISBN 9788860363862. URL consultato il 27 febbraio 2016.
  6. ^ Mo-Net s.r.l. Milano-Firenze, Le miserie del signor Travet (1946), su mymovies.it. URL consultato il 27 febbraio 2016.
  7. ^ a b Roberto Chiti e Roberto Poppi, Dizionario del cinema italiano: Dal 1945 al 1959, Gremese Editore, 1º gennaio 1991, ISBN 9788876055485. URL consultato il 27 febbraio 2016.

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