Lutz Eigendorf

Lutz Eigendorf
Lutz Eigendorf (a sinistra) con la maglia della Dinamo Berlino.
NazionalitàGermania Est (bandiera) Germania Est
bandiera Germania Ovest (dal 1979)
Altezza182 cm
Calcio
RuoloCentrocampista
Termine carriera1983
Carriera
Squadre di club1
1974-1979BFC Dynamo100 (7)
1980-1982Kaiserslautern53 (7)
1982-1983Eintracht Braunschweig8 (2)
Nazionale
1978-1979Germania Est (bandiera) Germania Est6 (3)
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Lutz Eigendorf (Brandenburg an der Havel, 16 luglio 1956Braunschweig, 7 marzo 1983) è stato un calciatore tedesco orientale, dal 1979 tedesco occidentale, di ruolo centrocampista.

Fuggito all'ovest mentre era in attività, secondo indagini e documenti riservati è stato ucciso dalla STASI, il servizio segreto della DDR[1].

Dopo aver cominciato a giocare a calcio nel Motor Süd Brandenburg, nel 1970 approdò alla Dinamo Berlino. Con la Dinamo Berlino giocò 100 partite di DDR-Oberliga andando a segno sette volte fino al 20 marzo 1979.

La fuga in Occidente

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Il 20 marzo 1979, al termine dell'amichevole giocata a Gießen tra Dinamo Berlino e Kaiserslautern, Eigendorf fuggì in Germania Occidentale con la speranza di giocare proprio con i diavoli rossi; la riuscita defezione gli causò tuttavia una squalifica di un anno inflitta dall'UEFA.

Non era la prima volta che uno sportivo della Germania Orientale fuggiva a occidente della cortina di ferro, ma la questione era piuttosto imbarazzante per il fatto che il giocatore era sotto contratto proprio con la Dinamo Berlino, all'epoca squadra sotto il patrocinio della Stasi e, soprattutto, di Erich Mielke, capo dell'organizzazione. La moglie Gabrielle e la figlia Sandy erano invece rimaste in Germania Orientale, osservate da una decina di agenti[1]. La STASI riuscì successivamente a convincere la moglie del calciatore a divorziare con lui e a sposare un agente[1].

La morte in Germania Occidentale

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Eigendorf, scontata la squalifica, firmò un contratto con il Kaiserslautern e nel 1982 fu ceduto all'Eintracht Braunschweig. Nel periodo del suo trasferimento all'Eintracht, firmò anche, molto probabilmente, la sua condanna a morte; il calciatore infatti accettò di farsi intervistare il 21 febbraio 1983 dalla ARD davanti al muro di Berlino e, davanti alla barriera in cemento, criticò apertamente il sistema del calcio della Repubblica Democratica Tedesca[1].

Alle 23.30 del 5 marzo 1983, il calciatore, a bordo della sua Alfa Romeo Alfetta GTV, si schiantò contro un albero in una curva della notoriamente pericolosa strada Braunschweig-Querum e morì 34 ore dopo[1]. L'autopsia rivelò che aveva una percentuale minima di alcool nel sangue e la Procura della Repubblica archiviò il caso per guida in stato di ubriachezza.[2]

Il complotto della Stasi

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La riunificazione tedesca comportò la pubblicazione di molti documenti segreti appartenuti alla non più attiva STASI. Secondo Heribert Schwan, autore del documentario Tod der Verrater (morte del traditore), lo sportivo fu ucciso dalla Stasi in seguito al suo tradimento[1]; per il giornalista, infatti, gli agenti del servizio iniettarono a Eigendorf una miscela mortale di veleni e sonniferi e, sotto minaccia di morte, lo costrinsero a guidare, sicuri della sua successiva morte.

Con la Germania Est giocò sei partite, impreziosite da tre reti. Debuttò il 30 agosto 1978 a Erfurt contro la Bulgaria (2-2), mentre giocò la sua ultima partita l'11 febbraio 1979 a Baghdad contro l'Iraq (1-2).

Competizioni nazionali

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Dinamo Berlino: 1978-1979
  1. ^ a b c d e f [1] archiviostorico.corriere.it
  2. ^ (DE) Ex-Dynamo-Star Tod von Lutz Eigendorf auch nach 35 Jahren noch rätselhaft [collegamento interrotto], su berliner-kurier.de, 6 marzo 2018.

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Collegamenti esterni

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