Mantello dell'incoronazione di Ruggero II

Mantello dell'Incoronazione
Tipo di abitoMantello cerimoniale
Materialisciamito rosso, ricamo oro, perle
StilistaNobiles Officinae
Presentazione
Anno1133-1134

Il mantello dell'Incoronazione di Ruggero II è un mantello celebrativo prodotto dalla manifattura del Regno di Sicilia, le Nobiles Officinae, nota anche con l'appellativo arabo Tiraz e quello greco Ergasterion, operativa durante l'età normanno-sveva in Sicilia.

Commissionato da Ruggero II presumibilmente tra il 1133-1134, a causa del passaggio del governo del Regno dalla dinastia degli Altavilla a quella degli Hohenstaufen, e all'unione personale con il Sacro Romano Impero sotto Federico II, il mantello iniziò a far parte della collezione dei gioielli della corona imperiale, ed è oggi conservato presso la camera del Tesoro del palazzo di Hofburg a Vienna, in Austria. Una sua copia fedele è inoltre custodita nel Museo della civiltà normanna di Ariano Irpino.[1]

Il mantello raffigura un grande ricamo in oro su un sciamito di rosso vivo. In esso vengono rappresentati due leoni che incombono sue due cammelli accosciati, con una palma stilizzata a dividere le due coppie di animali. Il disegno è ricamato e risaltato con una doppia fila di piccole perle, mentre nel bordo inferiore del mantello è ricamata in oro un'iscrizione in lettere cufiche, che attesta la realizzazione del capo da parte della "fiorente officina reale" attiva presso il Palazzo Reale di Palermo, concludendo con la data, "l'anno 528" che, secondo il calendario musulmano che partirebbe dall'Egira, attesta il completamento del manto attorno al 1133-1134, quindi circa tre anni dopo l'incoronazione del suo committente, Ruggero II, come Re di Sicilia.[2] I lati dell'allacciatura sono decorati con perle e borchie smaltate, decorate con un simbolo cosmologico: due quadrati si incrociano per formare una stella, cui al centro c'è un sole.[3]

I richiami al cosmo e all'universo erano usuali nell'iconografia imperiale, compresa quelle presente nella cultura materiale: ma nel mantello di Ruggero II il motivo è appena accennato, dato che l'elemento che ne fa da padrone è la rappresentazione dei due leoni e dei due cammelli, una raffigurazione ereditata dall'iconografia araba. Il leone diventerà il simbolo della dinastia degli Altavilla, nonché l'animale simbolo con cui Ruggero II fu più volte paragonato da alcuni cronisti filo normanni.[2] Il manto reale, tessuto con fili d'oro e di porpora, sembra un rimando alla cappa rubea, il manto imperiale di tradizione romana poi bizantina attributi alla sacralità del sovrano.

  1. ^ Edoardo D'Angelo, Arnos 3 Archivio normanno-svevo. Testi e studi sul mondo euromediterraneo dei secoli XI-XIII, Centro europeo di studi normanni, 2012, p. 68, ISBN 978-8898028009.
  2. ^ a b Giulia Bordi, Iole Carlettini, Maria Luigia Fobelli, Maria Raffaella Menna e Paola Pogliani (a cura di), L'Officina dello sguardo. Scritti in onore di Maria Andaloro. I luoghi dell'arte. Immagine, memoria, materia., Gangemi Editore, 2015, ISBN 978-8849298178.
  3. ^ Francesco Abbate, Storia dell'arte nell'Italia meridionale, Donzelli, 1997, ISBN 978-8860363459.
  • Mirko Vagnoni, Dei gratia rex Sicilie: scene d'incoronazione divina nell'iconografia regia normanna, 2017, FedOAPress, ISBN 978-8868870188
  • Francesco Abbate, Storia dell'arte nell'Italia meridionale, Volume 5, 1997, Donzelli, ISBN 978-8860363459
  • John Julius Norwich, Il regno nel sole. I normanni nel Sud (1130-1194), 2007, Ugo Mursia Editore, ISBN 978-8842537830
  • Hubert Houben, Ruggero II di Sicilia. Un sovrano tra Oriente e Occidente, 1999, Laterza, ISBN 978-8842059004
  • Maria Andaloro (a cura di), Nobiles officinae : perle, filigrane e trame di seta dal Palazzo Reale di Palermo, vol. 2, Maimone, 2006.

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