Marcel Mariën

Autoritratto, 1964

Marcel Mariën (Anversa, 29 aprile 1920Bruxelles, 19 settembre 1993) è stato un poeta, saggista, fotografo e regista belga, conosciuto soprattutto per il suo impegno nel surrealismo, anche nel campo dell'editoria[1][2].

Nacque in una famiglia di condizioni umili ed essendo figlio unico la madre era contraria che il figlio proseguisse gli studi, preferendo che si trovasse un lavoro purché portasse soldi a casa. A 15 anni, Mariën divenne apprendista di uno studio fotografico. Due anni dopo ad una mostra vide per la prima volta i quadri di René Magritte e lesse il manifesto surrealista di André Breton, restandone affascinato[1].

Così decise di recarsi a Bruxelles per incontrare il pittore. In breve ne divenne apprendista, insieme ai suoi amici surrealisti Paul Colinet, Louis Scutenaire, Irène Hamoir e Paul Nougé. Un anno dopo ciò gli permise di esporre una sua opera alla mostra collettiva surrealista londinese Surrealist Objects and Poems[3].

I venti della seconda guerra mondiale stavano soffiando forte in Belgio così nel 1939 Mariën si arruolò nell'esercito e prestò servizio militare. Fu presto catturato dai nazisti e venne incarcerato in Germania[3]. Dopo il suo rilascio, tornò a Bruxelles, dove scrisse la prima monografia su René Magritte. Nel 1941 conobbe Elisabeth Altenloh con cui ebbe una tumultuosa relazione, con separazioni e riconciliazioni, fino alla rottura definitiva nel 1951. Quando nel 1948 Mariën si stabilì per due anni a Bruxelles, come libraio, chiamò la sua attività "Au Miroir d'Elisabeth"[4].

I suoi primi tentativi fotografici furono scadenti e non ebbero successo. Bisognerà attendere il 1943 quando realizzò la sua prima fotografia realmente surrealista che lo distinguesse dal titolo De Sade à Lénine (De Sade a Lenin): una donna che taglia una fetta di pane a torso nudo, la lama puntata verso il suo seno. Mariën commentò: “il coltello passa da de Sade a Lenin”. L'oggetto quotidiano spogliato della sua funzione tradizionale e il corpo femminile come strumento di creazione. Nonostante questa e altre fotografie di successo, Mariën abbandonerà presto la fotografia per concentrarsi sulla creazione di oggetti, sul disegno e sulla scrittura[1].

Ancora nel corso della guerra, anche a causa degli stenti in cui si trovavano, sembra che Mariën smerciasse i falsi dipinti da Magritte, tra gli altri copie di Giorgio De Chirico e Max Ernst, perché l'amico li vendesse a Parigi come autentici[3].

Nel 1951 si imbarcò per due anni come marinaio su una nave mercantile danese[1]. Al suo rientro nel marzo 1953 ebbe una storia d'amore con l'artista surrealista belga Jane Graverol[5], terminata dieci anni dopo. Nel 1959, in un ulteriore tentativo di sfidare gli atteggiamenti tradizionali, produsse e diresse il film L'Imitation du cinema, una combinazione di immagini sessuali e religiose, che suscitò scandalo in patria e fu vietato anche in Francia e perfino negli Stati Uniti[1].

Nel 1955 Mariën istituì il Premio Internazionale per la Stupidità Umana. Re Baldovino del Belgio vinse il primo premio[6].

Sebbene Mariën abbia lavorato come artista, alcuni dei risultati più importanti da lui ottenuti sono stati in veste di editore e scrittore delle attività dei surrealisti belgi, editando anche i loro testi. Oltre ad aver pubblicato la prima monografia su Magritte nel 1943, nel 1954 fondò la rivista "Les Lèvres Nues" e diresse la rivista "Le Ciel Bleu", assieme ai colleghi Christian Dotremont e Paul Colinet. Nella rivista pubblicò gli scritti di surrealisti belgi come Paul Nougé, Louis Scutenaire e André Souris, in una serie che alla fine si estese a centinaia di titoli[1].

Alla fine del 1962 Mariën visse a New York. Quando tentò di ritornare in patria, attraverso l'Oriente, finì nella Cina maoista. Andò a lavorare per l'edizione francese di una rivista di propaganda. Ciò non sembra che fosse dovuto alla sua simpatia nei confronti di Mao o alla Cina, ma molto più prosaicamente alla mancanza di denaro. I cinesi furono gli unici ad offrirgli un lavoro e un biglietto per la nave per tornare in Belgio[3].

Non sappiamo se fu solo uno scherzo o se fossero anche altri i motivi, le cronache del resto non sono univoche nel definirlo tale, sta di fatto che nel 1962, in occasione di una retrospettiva di Magritte, Mariën fece stampare e diffondere dei volantini nei quali si diceva che i quadri di Magritte sarebbero stati venduti alla metà del loro prezzo. Magritte non lo perdonò e non si videro più[7].
Alcuni anni dopo, lo stesso giornale riportò una dichiarazione di Mariën in cui affermò che Magritte non era poi il "gentleman" che avrebbe voluto far credere: "Magritte si è comportato molte volte in modo molto insolito: realizzando dei Picasso, dei Braque e dei Chirico falsi. Inoltre realizzando (con suo fratello che stampava le banconote) denaro falso. Infatti, nella vita quotidiana, non si comportava affatto da borghese, faceva molti scherzi. È una cosa troppo grande per descriverla...". Probabilmente Mariën volle accusare Magritte di essersi svenduto a scopo di lucro[8].

Le Bouts-Rimes, 1985

Nel 1979, Mariën pubblicò L'Activité Surréaliste en Belgique, un registro cronologico di tutti i documenti, manifesti, volantini e articoli relativi al movimento surrealista in Belgio apparso tra il 1924 e il 1950.

Mariën ritornò, a partire dal 1980, alla fotografia surrealista, producendo in maniera prolifica fino alla sua morte, spesso con modelle nude ed utilizzando oggetti strani o in situazioni assurde[1].

Pubblicazioni

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  • L'activité surréaliste en Belgique (1924-1950), Lebeer-Hossmann, Bruxelles, 1979
  1. ^ a b c d e f g (EN) Marcel Marien, a key to Surrealism in Belgium, in STERNARTS LTD., 2013. URL consultato il 27 ottobre 2023.
  2. ^ (FR) Xavier Canonne, Marcel Marien le passager clandestin, in Editions de l'Amateur, 2013.
  3. ^ a b c d (EN) France Lejeune, Marcel Marien, in Matteson Art. URL consultato il 27 ottobre 2023.
  4. ^ (FR) MARIËN, MARCEL. 2 LETTRES-COLLAGES ÉROTIQUES À ELISABETH ALTENLOH, VERS 1948, in Sotheby's, p. (valore di mercato nel 2023 tra 2 000 e 3 000 euro). URL consultato il 27 ottobre 2023.
  5. ^ (NL) Cecilia Alemani, The Milk of Dreams, in Belgian Pavilion, 23 aprile 2022. URL consultato il 27 ottobre 2023.
  6. ^ (EN) Marcel Mariën, Beth Roudebush, Another kind of Cinema - Film Comment, vol. 1, n. 3, in Film Society of Lincoln Center, 1962, p. 14. URL consultato il 27 ottobre 2023.
  7. ^ (EN) Silvano Levy, Obituary: Marcel Marien, in Independent, 1º ottobre 1993. URL consultato il 27 ottobre 2023.
  8. ^ (EN) Andrew Lambith, Ceci n'est pas an artist, in Independent, 28 febbraio 1998. URL consultato il 27 ottobre 2023.

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