Marco Aurelio Rivelli

Marco Aurelio Rivelli (Genova, 18 giugno 1935Milano, 18 novembre 2010[1]) è stato uno scrittore italiano.

Nato a Genova nel 1935, si è laureato in scienze politiche nel 1981. Ha dedicato parte dei suoi studi alle vicende della Seconda guerra mondiale. Per l'editrice Kaos, ha scritto due libri molto critici nei confronti di due esponenti della Chiesa cattolica (papa Pio XII e il cardinale Alojzije Viktor Stepinac, beatificato da papa Giovanni Paolo II).

Opere pubblicate

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Recensione di Frediano Sessi al libro: Marco Aurelio Rivelli, "Le Genocide occulte", L'Age d'Homme, Losanna, pagg. 288. Traduzione dall'italiano di Gaby Rousseau, pagina 33, (29 dicembre 1998) - Corriere della Sera.

Lo storico Matteo Luigi Napolitano, collaboratore della rivista "Civiltà Cattolica nonché delegato del Pontificio Comitato di Scienze Storiche presso l’International Committee for the History of the Second World War, ha recensito negativamente l'opera di Rivelli, criticandolo per l'errato utilizzo delle fonti utilizzate e per il fatto di non aver analizzato gli interventi dell'arcivescovo Stepinac in difesa degli ebrei e serbi perseguitati dal regime degli Ustascia.[2]

Intervista a cura di Lanfranco Palazzolo per Radio radicale a Roma, 8 ottobre 2004: «Gli uomini della Chiesa cattolica non sono estranei alle tecniche del genocidio. È accaduto recentemente in Ruanda e nell'ultima guerra mondiale in Croazia. Il 1º ottobre del 1998 Giovanni Paolo II si reca in Croazia per beatificare Monsignor Alojzije Stephinac [sic!] (1898-1960), primate cattolico in Croazia durante il regime di Ante Pavelic. Il "Centro Simon Wiesenthal" chiese al pontefice di rimandare quella decisione prima di verificare la responsabilità della Chiesa cattolica nel massacro degli ortodossi, degli ebrei e degli zingari in quegli anni»[3].

Intervista a Marco Aurelio Rivelli a cura di Vittorio Bellavite di Noi Siamo Chiesa[4] riguardo a "L'Arcivescovo del genocidio" (Milano '99 Kaos edizioni) che «ha destato grande scalpore per la documentazione sul genocidio effettuato dagli ustascia di Ante Pavelic nei confronti dei serbo-ortodossi negli anni '41-'45 con la complicità del clero cattolico e con l'avallo del Card. Stepinac, allora Primate di Croazia»[5].

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