Maria Antonia Scalera Stellini

La prima edizione di Li divertimenti poetici di Maria Antonia Scalera Stellini, stampata a Roma nel 1677

«Se 'l mio Canto havrà propizia sorte
Io saprò soggiogar Marte ed Astrea,
Vincer il Tempo e incatenar la Morte.»

Maria Antonia Scalera Stellini (Acquaviva delle Fonti, 5 febbraio 1634Ariccia, 21 settembre 1704) è stata una poetessa e drammaturga italiana.

Nata da Francesco Scalera e Primiana Molignani, discendente da un'importante famiglia nobiliare acquavivese, trascorse l'adolescenza in convento. Uscitane per sposarsi per volontà della famiglia, rimase presto vedova di Vito Antonio Masiello da cui ebbe due figli: Giulia e Blasio Antonio. Si risposò con il toscano Silvestro Stellini, dipendente del principe Agostino Chigi, nipote di papa Alessandro VII, vivendo nel palazzo di questi, ad Ariccia, e a Roma, dove la Scalera, per le sue virtù poetiche, fu accolta nell'Accademia dell'Arcadia il 20 giugno 1694[1], con il nome di pastorella Aricia Gnateatide[2].

Qui pubblicò nel 1677 una raccolta di poesie in due tomi intitolata Li divertimenti poetici,[3][4] che sarebbe stata ristampata nel 1706, così come l'opera scenica La Tirannide abbattuta dal trionfo della fede. Fra le altre pubblicò anche la Serenata spirituale,[4] La ninfa del Tebro e il dramma musicale Il trionfo di sant'Agata vergine e martire.[4] Scrisse, inoltre, la tragicommedia Il Coraspe redivivo, rappresentato ad Ariccia nel 1683[5].

  1. ^ G.M. Crescimbeni, Notizie istoriche degli arcadi morti, t. III, Roma 1721, pp. 81-83
  2. ^ Idem, L'Istoria della volgar poesia, vol. VI, Venezia 1730, p. 365
  3. ^ Giovanni Tribuzio, Li divertimenti poetici. [Parte prima] (n. 1-14) | Clori. Archivio della Cantata Italiana, su cantataitaliana.it. URL consultato il 28 settembre 2024.
  4. ^ a b c Giovanni Tribuzio, Li divertimenti poetici. [Parte prima] (n. 15-161) | Clori. Archivio della Cantata Italiana, su cantataitaliana.it. URL consultato il 28 settembre 2024.
  5. ^ Le referenze in S. Franchi, Drammaturgia romana, Edizioni di storia e letteratura, Roma 1988, p. 556
  • Francesco Liuzzi, Maria Antonia Scalera Stellini, poetessa acquavivese del Seicento ad Ariccia, in «Castelli romani», anno XXXVIII (anno VI nuova serie), gennaio-febbraio 1998, n. 1, pp. 12-19.
  • Francesco Liuzzi, Svaghi e passatempi dell'aristocrazia romana: riferimenti in alcune poesie di Maria Antonia Scalera Stellini, in «Castelli romani», anno XLI (anno IX nuova serie), maggio-giugno 2001, n. 3, pp. 79-84.
  • Francesco Liuzzi, Maria Antonia Scalera Stellini: breve nota di integrazione biografica, in «Castelli romani», anno XLI (anno IX nuova serie), settembre-ottobre 2001, n. 3, pp. 151-152.
  • Francesco Liuzzi, Maria Scalera Stellini e Silvio Stampiglia: testimonianze di un sodalizio umano e letterario, in «Castelli romani», anno XLI (anno IX nuova serie), novembre-dicembre 2001, n. 6, pp. 183-190.
  • Francesco Liuzzi, Il “Canzoniere” di M. A. Scalera fra tradizione, Barocco e Arcadia, in «Fogli di periferia», anno XV, 2003, nn. 1-2, pp. 26-50.
  • Francesco Liuzzi, Ancora sul “Canzoniere” di M. A. Scalera. Temi e forme dei Divertimenti Poetici della poetessa acquavivese del Seicento, in «Fogli di periferia», anno XVI, 2004, nn. 1-2, pp. 16-34.
  • Patrizia Guida, Scrittrici di Puglia. Percorsi storiografici femminili dal XVI al XX secolo, (Biblioteca di cultura pugliese), Congedo Editore, Galatina 2008, pp. 74–79.
  • Michele Orlando, "Li Divertimenti poetici" di Maria Antonia Scalera Stellini tra ludus letterario e ripiegamento devoto. Problemi, aspetti formali, temi, in «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Bari», XLVII (2004), pp. 293–316.
  • Giovanni Tribuzio, Li divertimenti poetici, Clori. Archivio della cantata italiana, 2024.

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