Martin NBS-1

Martin NBS-1
Un Martin MB-2 in sosta
Descrizione
Tipobombardiere
Equipaggio4
ProgettistaPeyton M. Magruder
CostruttoreStati Uniti (bandiera) Martin Co.
Stati Uniti (bandiera) Curtiss
Data primo volo3 settembre 1920
Data entrata in servizio1921
Data ritiro dal servizio1928
Utilizzatore principaleStati Uniti (bandiera) USAAC
Esemplari130
Costo unitario23.485 US$ (1920)
Sviluppato dalMartin MB-1
Dimensioni e pesi
Lunghezza13 m
Apertura alare22,7 m
Altezza4,8 m
Superficie alare104,2
Peso a vuoto3 280 kg
Peso carico5 460 kg
Propulsione
Motore2 Liberty L-12-A
12 cilindri a V
Potenza420 hp (578 kW) ciascuno
Prestazioni
Velocità max160 km/h
Velocità di crociera150 km/h
Velocità di salita2,0 m/s
Autonomia885 km
Tangenza2 350 m
Armamento
Mitragliatrici5 Browning calibro 7,62 mm (.303 in)
Bombe820 kg interne, 907 kg esterne.

i dati sono estratti da One Hundred Years of World Military Aircraft[1]

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Il Martin NBS-1 fu un bombardiere monomotore biplano sviluppato dall'azienda aeronautica statunitense Glenn L. Martin Company nei primi anni venti e utilizzato dall'United States Army Air Service (in seguito trasformato nell'Air Corps), l'allora componente aerea dell'US Army, l'esercito degli Stati Uniti d'America.

Variante migliorata del Martin MB-1, un ricognitore-bombardiere costruito durante le fasi finali della prima guerra mondiale, l'NBS-1 fu ordinato con la denominazione MB-2 frequentemente usata nelle fonti. La sigla NBS-1, significa "Night Bomber-Short Range" (bombardiere notturno-corto raggio), fu messo in linea dall'Air Service dopo la consegna dei primi cinque esemplari.[2]

L'NBS-1 divenne il bombardiere standard dell'Air Service negli anni venti fino alla sostituzione avvenuta nel 1928-1929 da parte della famiglia di bombardieri della Keystone Aircraft (B-3, B-4, B-5 e B-6).[3] Il progetto del MB-2 fu la base su cui i bombardieri dell'U.S. Army furono valutati fino all'introduzione del Martin B-10 nel 1933.[3]

Storia del progetto

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Il NBS-1 era un biplano con la struttura in legno ed il rivestimento in tela con i piani alari di uguale apertura e non scalati, dotato di un doppio timone di coda posto sul piano di profondità singolo. L'impianto propulsivo era basato su una coppia di motori Liberty L-12-A, dei 12 cilindri a V raffreddati a liquido, inseriti in altrettante gondole appoggiate all'estradosso dell'ala inferiore. Ordinato con la designazione di fabbrica MB-2 nel giugno 1920, l'NBS-1 era una variante ingrandita e migliorata del bombardiere Martin MB-1 costruito dalla Glenn L. Martin Company nel 1918, conosciuto anche come GMB o Glenn Martin Bomber. Il primo volo del MB-2 fu effettuato il 3 settembre 1920.[2]

Riproduzione a scala naturale esposta presso il National Museum of the United States Air Force

Rispetto al suo predecessore era dotato di motori più potenti, ali e fusoliera più grandi e un carrello d'atterraggio semplificato, inoltre il NBS-1 era dotato di un sistema per il ripiegamento all'indietro delle estremità alari all'altezza delle gondole dei motori, per il ricovero in hangar di dimensioni ridotte. Al contrario del MB-1, che aveva le gondole motore sospese tra le due ali, le gondole del NBS-1 erano integrate a sbalzo sull'ala inferiore.

Il MB-2 era progettato come bombardiere notturno e, a parte un carico bellico maggiore, aveva prestazioni inferiori al suo predecessore, MB-1. I primi 20 (cinque MB-2 e 15 NBS-1) furono ordinati alla Martin Company, che chiese la costruzione di altre 50 unità per contenere i costi di produzione. Tuttavia i diritti del progetto erano di proprietà dell'U.S. Army ed i contratti per i successivi 110 esemplari furono assegnati per concorso ad altre ditte: Lowe Willard and Fowler Engineering Company di College Point, New York (35 esemplari ordinati), Curtiss Aircraft (50), e Aeromarine Plane and Motor Company di Keyport, New Jersey (25).[1]

I motori degli ultimi 20 bombardieri Curtiss furono dotati di compressore volumetrico[4] costruito dalla General Electric, il primo utilizzo su modelli di serie; nonostante permettesse al NBS-1 di raggiungere una quota di 7 650 m, i motori non erano ancora affidabili e non furono utilizzati operativamente.

L'armamento difensivo era costituito da cinque mitragliatrici Lewis calibro .30 in (7.62 mm), montate in coppia sul muso e sul retro della fusoliera e singole sparanti sotto e dietro la fusoliera.[1]

Impiego operativo

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Il NBS-1 fu il bombardiere principalmente utilizzato dal generale Billy Mitchell durante il Project B, la dimostrazione della possibilità, da parte degli aerei, di affondare una nave da battaglia nel 1921.[1] Sei bombardieri NBS-1, condotti dal Capitano Walter Lawson del 96th Squadron di stanza a Langley Field,[5] bombardarono ed affondarono la nave da battaglia tedesca SMS Ostfriesland il 21 luglio 1921, utilizzando bombe da 2 000 lb (907 kg) costruite appositamente e agganciate all'esterno della fusoliera.[6]

Martin MB-2 in in volo
Tre NBS-1 del 2nd Bomb Group
Stati Uniti (bandiera)
  • United States Army, Air Service e Air Corps
    • 1st Day Bombardment Group, Kelly Field, Texas (2nd Bombardment Group, Langley Field, Virginia)
      • 11th Bomb Squadron -  MB-2 1920-1927
      • 20th Bomb Squadron -  NBS-1 1920-1929
      • 49th Bomb Squadron -  NBS-1 1920-1929
      • 96th Bomb Squadron -  NBS-1 1920-1928
    • 4th Composite Group, Nichols Field, Luzon, Philippines
      • 28th Bomb Squadron - operated NBS-1 1924-1929
    • 5th Composite Group, Luke Field, Territory of Hawaii
      • 23d Bomb Squadron - operated NBS-1 1922-1929
      • 72d Bomb Squadron - operated NBS-1 1923-1929
    • 6th Composite Group, Albrook Field, Panama Canal Zone
      • 25th Bomb Squadron - operated NBS-1 1922-1929
Riproduzione del Martin MB-2
  1. ^ a b c d Polmar e Bell 2004, pp. 69-73.
  2. ^ a b Tucker 2013, p. 1358.
  3. ^ a b Lorell 2003, p. 28.
  4. ^ (EN) Robert J. Neal, Liberty Engine: A Technical & Operational History, Specialty Press, 5 gennaio 2009, p. 510, ISBN 9781580071499. URL consultato il 21 agosto 2015.
  5. ^ (EN) Aviation in the U.S. Army, 1919-1939, DIANE Publishing, p. 120, ISBN 9781428915633. URL consultato il 21 agosto 2015.
  6. ^ (EN) Roger Connor, Virginia Aviation, Arcadia Publishing, 3 novembre 2014, pp. 25-28, ISBN 9781439648261. URL consultato il 21 agosto 2015.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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