Mauro Wolter

Mauro Wolter, al secolo Rudolf Wolter (Bonn, 4 giugno 1825Beuron, 8 luglio 1890), è stato un presbitero tedesco, fondatore del monastero benedettino di Beuron e della sua congregazione.

Nel 1848 conseguì un dottorato in filosofia pura a Bonn; si preparà al sacerdozio a Colonia e fu ordinato prete il 3 settembre 1850. Fu rettore del proginnasio di Jülich, dove fondò il Geselliger Arbeiterverein, e nel 1854 fu nominato direttore della scuola del duomo di Aquisgrana.[1]

Insieme all'amico Anselm Nickes e a suo fratello Ernst, decise di abbracciare la vita religiosa nell'Ordine di San Benedetto: l'8 settembre 1856 iniziò il noviziato a Perugia e il 15 novembre 1857 emise la professione nell'abbazia di San Paolo fuori le mura a Roma, prendendo il nome religioso di Mauro.[1]

Nel 1859 divenne confessore della principessa Caterina di Hohenlohe-Waldenburg-Schillingsfürst, che convinse l'abate Angelo Pescetelli a inviarlo in Germania, insieme al fratello (che aveva assunto il nome di Placido), per fondare nuovi monasteri.[1]

Mauro e Placido Wolter furono ricevuti in udienza da papa Pio IX il 29 settembre 1860:[1] fondarono il primo monastero a Materborn, presso Kleve, il 10 febbraio 1861 e il 24 maggio 1863 fondarono quello di Beuron, in diocesi di Friburgo, che fu elevata ad abbazia l'11 settembre 1868.[2]

Ricevette la benedizione abbaziale nell'abbazia di San Paolo fuori le mura dal cardinale Karl August von Reisach il 20 settembre 1868 e il 3 ottobre successivo fu intronizzato da Léon Bastide, abate di Ligugé, in rappresentanza di Prosper Guéranger, abate di Solesmes.[2]

Nel 1872 guidò la fondazione dell'abbazia di Maredsous, di cui fu primo abate suo fratello Placido. Espulso da Beuron insieme ai suoi monaci a causa del Kulturkampf nel 1880, riformò e ripopolò i monasteri di Emauzy a Praga e di Seckau.[2]

I monasteri furono riuniti in una congregazione approvata definitivamente dalla Santa Sede nel 1884 e quando, nel 1887, Mauro Wolter poté rientrare a Beuron come abate presidente, la congregazione contava già le abbazie di Beuron, Maredsous, Emauzy e Seckau e il priorato inglese di Erdington.[2]

Fu autore di un Elementa vitae monasticae (1880), pubblicato in occasione del 14º centenario dalla nascita di san Benedetto, e il commentario ai salmi Psallite sapienter.[2]

Morì nel 1890 e fu sepolto nella chiesa dell'arciabbazia di Beuron.[1]

  1. ^ a b c d e Virgil Ernst Fiala, DIP, vol. X (2003), col. 617.
  2. ^ a b c d e Virgil Ernst Fiala, DIP, vol. X (2003), col. 618.
  • Guerrino Pelliccia, Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano, 1974-2003.

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