Moacir Barbosa

Moacir Barbosa
Barbosa nel 1945
NazionalitàBrasile (bandiera) Brasile
Altezza174 cm
Peso71 kg
Calcio
RuoloPortiere
Termine carriera1962
Carriera
Squadre di club1
1942-1944Ypiranga-SP? (-?)
1945-1955Vasco da Gama532 (-?)
1956Bonsucesso? (-?)
1957Santa Cruz34 (-?)
1958-1962Vasco da Gama151 (-?)
1962Campo Grande? (-?)
Nazionale
1949-1953Brasile (bandiera) Brasile20 (-24)
Palmarès
 Copa América
OroBrasile 1949
ArgentoPerù 1953
 Mondiali di calcio
ArgentoBrasile 1950
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Moacir Barbosa Nascimento (Campinas, 27 marzo 1921Praia Grande, 7 aprile 2000) è stato un calciatore brasiliano, di ruolo portiere.

Il suo nome è rimasto indissolubilmente legato alla partita Brasile-Uruguay, valida per l'assegnazione del Campionato mondiale di calcio 1950 e persa dai brasiliani, organizzatori del torneo. Morì per un attacco cardiaco a settantanove anni[1].

Caratteristiche tecniche

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Barbosa è considerato il miglior portiere del Vasco da Gama di tutti i tempi[2] e come il migliore della sua epoca[1]. Era coraggioso e dotato di senso della posizione, oltre ad essere abile nel parare i rigori[2].

Cominciò la carriera come ala sinistra dell'estinto Comercial da Capital, ma già dopo essere passato al Clube Atlético Ypiranga divenne portiere[3]. Nel 1944 fu acquistato dal Vasco da Gama, club con cui vinse la Coppa dei Campioni del Sudamerica nel 1948 - decisiva la sua parata sul rigore calciato da Labruna del River Plate[2] - e il Campionato Carioca nel 1945, 1947, 1949, 1950, 1952 e 1958, anno in cui la squadra si aggiudicò anche il Torneo Rio-San Paolo[4]. Barbosa è uno dei calciatori con più presenze nella squadra carioca, della quale fu titolare fino al 1953, quando durante uno scontro con un avversario riportò la frattura della tibia e del perone[2]. Nel 1956 fu ceduto in prestito al Bonsucesso e l'anno seguente passò al Santa Cruz, tornando poi al Vasco nel 1958 dove fu nuovamente titolare[2].

«In Brasile la pena massima è di trent'anni, ma io sto pagandone più di quaranta per un crimine mai commesso!»

Barbosa fu il portiere titolare della Nazionale brasiliana al Mondiale del 1950. Il 16 luglio, durante la partita decisiva e davanti ai duecentomila tifosi che gremivano gli spalti dello stadio Maracanã, la squadra fu sconfitta dall'Uruguay per 2-1, dopo essere passata in vantaggio. In occasione del secondo gol, Barbosa si fece sorprendere da un tiro di Alcides Ghiggia, aspettandosi un cross anziché una conclusione in porta. Da quel momento fu sempre considerato come il responsabile della disfatta, il cosiddetto Maracanazo, fungendo difatti come capro espiatorio[1]. Venne messo ai margini dalla vita pubblica del paese, che, prostrato dalla inattesa sconfitta, visse giorni cupi e tristi, contraddistinti dalla più alta ondata di suicidi della sua storia. Barbosa cadde in depressione, dichiarando più volte che "la sentenza più pesante in Brasile è trent'anni, ma la mia prigionia ne è durata cinquanta"[6].

Barbosa morì nel 2000 e venne sepolto nel Cimitero Municipale di Praia Grande a San Paolo.

Competizioni statali

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Vasco da Gama: 1945, 1947, 1949, 1950, 1952, 1958
Vasco da Gama: 1958

Competizioni internazionali

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Vasco da Gama: 1948
Brasile: 1949
  1. ^ a b c (EN) Alex Bellos, Moacir Barbosa - Goalkeeper who made a mistake his nation never forgave or forgot, The Guardian, 13 aprile 2000. URL consultato il 28 gennaio 2010.
  2. ^ a b c d e (PT) Mauro Prais, Ídolos do Vasco - B - Barbosa, su netvasco.com.br, www.netvasco.com.br, 3 novembre 2009. URL consultato il 28 gennaio 2010.
  3. ^ (PT) Hedyl Valle Jr., O julgamento de Barbosa, Placar n. 4, 10/4/1970, Editora Abril, p. 18
  4. ^ (PT) Milton Neves, Que fim levou? Barbosa, su terceirotempo.ig.com.br, Terceiro Tempo. URL consultato il 28 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2010).
  5. ^ (PT) Frederico Rosas, A pena perpétua de Barbosa, in El País - Brasil, 11 giugno 2014. URL consultato il 27 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2014).
  6. ^ Davide Coppo, Nelson Dida: Una storia incompleta, 12 luglio 2013. URL consultato il 10 settembre 2013.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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