Moli (mitologia)

Il moli[1][2] (AFI: /ˈmɔli/; in greco antico: μῶλυ?, mōly) è una pianta immaginaria, appartenente al regno divino, che compare nell'Odissea (X, 302-306), dove svolge un ruolo fondamentale nel salvare Odisseo, grazie alle proprietà magiche di cui è dotata.
Dioscoride Anazarbeo (III, 46) identificò il môly con l'harmalá e con la pianta che i siriani chiamavano bḗssasan, cioè con la pianta riconosciuta botanicamente come Peganum harmala L., nota in italiano come ruta siriaca o pègano.
Qualcuno ha voluto identificarla con aglio, per l'assonanza con il nome (in greco molyza)[senza fonte], altri studi la identificano con l'elleboro[3] o, più probabilmente, con il Galanthus nivalis, per la galantamina da esso estratta che annulla gli effetti degli alcaloidi dello stramonio, il quale si crede presente nella pozione di Circe[4].
Nel canto decimo stava a simboleggiare il rimedio donato da Ermes a Ulisse, quale antidoto contro la pozione a base di ciceone offerta dalla dea Circe, come dono di ospitalità: grazie all'antidoto, Ulisse riuscì a sottrarsi alla metamorfosi in maiale, sorte che toccò, invece, ai suoi compagni.
Nell'Odissea
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Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "moli", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
- ^ Moli, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 19 aprile 2017.
- ^ Elleboro la rosa d'inverno
- ^ Una bianca leggenda
Voci correlate
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