Monte Scorluzzo

Monte Scorluzzo
Il monte visto dal passo dello Stelvio.
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
Provincia  Sondrio
Altezza3 094 m s.l.m.
CatenaAlpi
Coordinate46°31′18.59″N 10°26′33.47″E
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Monte Scorluzzo
Monte Scorluzzo
Mappa di localizzazione: Alpi
Monte Scorluzzo
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Orientali
Grande SettoreAlpi Sud-orientali
SezioneAlpi Retiche meridionali
SottosezioneAlpi dell'Ortles
SupergruppoCatena Ortles-Cevedale
GruppoGruppo dell'Ortles
SottogruppoGruppo del Cristallo
CodiceII/C-28.I-A.1.a
Il monte Scorluzzo (sulla destra) raffigurato da Johann Jakob Meyer nel 1831.

Il Monte Scorluzzo è alto 3.094 m s.l.m., sovrasta a destra il passo dello Stelvio e fa parte del comune di Valdisotto. Importante la storia del monte durante la prima guerra mondiale, in passato ospitò una pista da sci di velocità[1].

Tra il 6 e l’8 giugno 1915 alcuni reparti dell’esercito austro-ungarico attaccarono il monte Scorluzzo, nei pressi del passo dello Stelvio. L’Italia era entrata solo da pochi giorni nella Prima guerra mondiale, e il grosso dei suoi sforzi militari era concentrato più a est, sull’Isonzo, perciò lo Scorluzzo era presidiato soltanto da un’esigua guarnigione di alpini. Dopo brevi combattimenti gli austro-ungarici conquistarono la vetta, approfittando di un errore di valutazione degli italiani, che si lasciarono sfuggire il punto più alto della zona e il più vantaggioso dal punto di vista strategico.

Dopodiché, un piccolo contingente austro-ungarico venne incaricato di costruire un ricovero scavando nella roccia della montagna. A oltre tremila metri di quota, i soldati allestirono una baracca di legno incastonata in una grotta artificiale. Lì trascorsero tre inverni dormendo sulla paglia, con coperte sottili, a temperature di circa 30 gradi sotto zero, fino a quando non terminò la guerra. A quel punto venne abbandonato e per un secolo, da allora, rimase completamente sommerso dal ghiaccio.

Solamente tra il 2017 e il 2020 un gruppo di volontari del Museo della Guerra Bianca di Temù (Brescia), in collaborazione con il Parco nazionale dello Stelvio, ha recuperato e smantellato il ricovero in ogni sua minima parte, in un’operazione lunga e complessa che è durata quattro estati e che dovrebbe portare alla ricostruzione integrale del ricovero in un’altra sede.


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