Museo del brigantaggio e dell'Unità d'Italia
Museo del brigantaggio e dell'Unità d'Italia | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Sante Marie |
Indirizzo | via Benedetto Croce |
Coordinate | 42°06′08.42″N 13°12′14.11″E |
Caratteristiche | |
Tipo | storico |
Intitolato a | brigantaggio e proclamazione del Regno d'Italia |
Apertura | 2008 |
Sito web | |
Il Museo del brigantaggio e dell'Unità d'Italia è un museo collocato nel palazzo Colelli di Sante Marie (AQ) in Abruzzo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La sede museale, dedicata al brigantaggio e all'Unità d'Italia è situata nel settecentesco palazzo Colelli di Sante Marie, comune abruzzese dove nel dicembre del 1861, pochi mesi dopo la proclamazione del Regno d'Italia, venne catturato il generale catalano José Borjes inviato nelle regioni dell'oramai ex Regno delle Due Sicilie da Francesco II di Borbone nel tentativo di riconquistare i territori perduti. La cattura di Borjes e dei suoi uomini, per delazione di alcuni abitanti della zona, avvenne nella cascina Mastroddi in val di Luppa, tra Sante Marie e la frazione di Castelvecchio. Poche ore dopo questi vennero fucilati nella piazza dell'Obelisco a Tagliacozzo. Tuttavia i territori della Marsica e del Cicolano continuarono ad essere al centro delle vicende legate al brigantaggio postuntario almeno fino al 1870, anno della presa di Roma. L'inaugurazione del museo risale al 2008 dopo i lavori di ristrutturazione del palazzo storico dei Colelli promossi dalla Regione Abruzzo e dalla Comunità montana Marsica 1[1]. Per l'allestimento museale hanno collaborato l'Archivio di Stato dell'Aquila e la sezione di Archivio di Stato di Avezzano. Le donazioni di numerosi cittadini, tra questi Gianvincenzo Sforza di Celano, hanno arricchito la dotazione museale[2]. Il museo di Sante Marie rappresenta il punto di partenza della prima tappa del cammino dei Briganti, ufficialmente inaugurato nel 2016[3].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Le teche e gli ambienti disposti su più sale del palazzo storico ospitano i beni in dotazione come i documenti storici relativi al brigantaggio pre e postunitario e all'Unità d'Italia, i biglietti di ricatto dei briganti, i fucili dell'epoca, le macchine fotografiche in dote alle guardie nazionali, le divise e gli accessori militari e le diverse fotografie di briganti, alcuni dei quali appartenuti alla banda di Cartòre, di cui uno dei capobanda fu Berardino Viola. Una sezione è riservata alle brigantesse[4]. Altre sale del palazzo ospitano il museo multimediale di astrofisica[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Enzo Di Giacomo, Sante Marie e il nuovo secolo. Museo del Brigantaggio a Palazzo Colelli, su terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 10 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2020).
- ^ Nino Motta, La storia dei briganti in un museo, su ilcentro.it, Il Centro, 20 novembre 2009. URL consultato il 10 aprile 2020.
- ^ Maria Grazia Tornisiello, Cammino dei briganti, su viaggi.corriere.it, Corriere della Sera, 13 luglio 2018. URL consultato il 19 aprile 2020.
- ^ Luca Gianotti, Museo del brigantaggio a Sante Marie, su camminobriganti.wordpress.com. URL consultato il 10 aprile 2020.
- ^ Museo multimediale di Astrofisica, su comune.santemarie.aq.it, Comune di Sante Marie. URL consultato il 30 ottobre 2021.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul museo del brigantaggio e dell'Unità d'Italia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito istituzionale del comune di Sante Marie, su comune.santemarie.aq.it, Comune di Sante Marie. URL consultato il 10 aprile 2020.