Niccolò Acciaiuoli

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Niccolò Acciaiuoli
NascitaCastello di Montegufoni, 12 settembre 1310
MorteNapoli, 8 novembre 1365
Luogo di sepolturaCertosa di Firenze
Dati militari
Forza armataMercenari
GradoCondottiero
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Niccolò Acciaiuoli (Castello di Montegufoni, 12 settembre 1310Napoli, 8 novembre 1365) è stato un politico italiano, figlio di Acciaiolo, della famiglia fiorentina degli Acciaiuoli[1].

Niccolò Acciaiuoli, Santa Maria del Fiore, Firenze
Stemma degli Acciaiuoli

Il luogo di nascita è il Castello di Montegufoni, tuttora esistente nei dintorni di Montespertoli (Firenze). I forti legami della compagnia commerciale di famiglia lo portarono a stabilirsi a Napoli nel 1331, [1]dove fu in strettissimo contatto con la corte angioina, tanto da ricevere prima il titolo di cavaliere da re Roberto d'Angiò,[1] poi, nel 1348, il prestigioso titolo di Gran Siniscalco del regno di Napoli.[1]

Tra le sue imprese alla corte partenopea vanno ricordate la conquista del principato di Acaia (1338-1441),[1] che una volta ceduto al nipote del re, Luigi, gli fruttò in premio la signoria di Corinto, la promozione del matrimonio tra Giovanna d'Angiò e Luigi di Taranto,[1] la riconquista del regno d'Ungheria per Luigi di Taranto. Dopo la morte di Luigi (1362), si adoperò per proteggere sul trono la regina contro i baroni in rivolta.

Suo cugino fu Angelo Acciaiuoli senior, vescovo di Firenze, al quale scrisse una famosa lettera (che ci è rimasta) dove si difendeva da alcune accuse, scrivendo una sorta di autobiografia, prezioso documento storiografico delle vicende del Trecento.

Amante delle lettere e delle arti, fu amico di Francesco Petrarca[1] e di Giovanni Boccaccio. Il Boccaccio, che dedicò alla sorella di Niccolò, Andreina contessa d'Altavilla, la sua opera: De mulieribus claris, fu suo ospite nel 1362 nel suo castello del Parco di Nocera.

Fece costruire a Galluzzo, nei pressi di Firenze, la magnifica Certosa di Firenze,[1] ov'è sepolto, e dove sono sepolti numerosi membri della famiglia Acciaiuoli.

Ebbe quattro figli da Margherita degli Spini,[1] ma nessuno di essi ebbe una lunga discendenza:

Rosa d'Oro - nastrino per uniforme ordinaria
— 1350[1]
  1. ^ a b c d e f g h i j Litta, Tav. III.

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