Nobiltà piemontese
La nobiltà piemontese (o nobiltà sabauda o più precisamente nobiltà subalpina) fu una classe sociale privilegiata dei possedimenti del Ducato di Savoia e del Regno di Sardegna poi. La nobiltà venne ufficialmente integrata in quella nazionale nel 1861 con l'istituzione del Regno d'Italia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La nobiltà sabauda (da non confondersi con quella italiana post-unitaria), comparve sin dai primi domini di casa Savoia e con il sistema feudale che prevedeva la creazione di vassalli e valvassori ad aristocratici di minor rango rispetto alla casata regionale.
In realtà col tempo, in particolare nel Piemonte meridionale, iniziarono a formarsi due tipologie di aristocrazia:
- Ducale: ovvero derivata per concessione del duca di casa Savoia
- Cittadina: ovvero una sorta di patriziato locale, legato alle città
Oltre a queste divisioni vi erano poi delle sottodivisioni su base regionale:
- Nobiltà piemontese
- Nobiltà sarda (dal XVIII secolo)
- Nobiltà aostana
- Nobiltà sabauda (intesa della regione della Savoia)
- Nobiltà nizzarda
Da quando la Repubblica di Genova venne annessa nei possedimenti del Regno di Sardegna, entrarono a far parte della nobiltà sabauda anche le famiglie genovesi.
In realtà per tutto il periodo dell'Ancient Régime lo stato sabaudo non sentì mai il bisogno di varare una vera e propria legge organica che fosse in grado di stabilire con chiarezza chi avesse o meno il diritto ad esser considerato parte dell'aristocrazia e quali precisi privilegi ciò comportasse. Al contrario di quanto si possa pensare, però, questo fatto rappresentò per secoli uno dei punti di forza della nobiltà piemontese che consentiva unà estrema duttilità nel ruolo tra i territori feudali dei Savoia ed il ruolo dell'alta borghesia nobilitata.[1]
Lo storiografo saluzzese Ludovico Della Chiesa nel XVII secolo, nel suo Della nobiltà civile, o sia mondana, aveva cercato di delineare i canoni per l'ammissione nella nobiltà piemontese, pur ravvisando notevoli difficoltà in materia: erano da ricercarsi elementi quali l'uso di armi e cimieri da antica data, il possesso di cariche distinte, le virtù, le parentele, le amicizie, le ricchezze.[2]
Soprattutto tra XVII e XVIII secolo, furono in particolare i Savoia a cercare di integrare nella nobiltà quegli alti funzionari che di fatto non corrispondevano più alla borghesia, ma che non avevano interessi di tipo feudale o vasti possedimenti terrieri: con l'accentramento del ruolo dello stato ed il progressivo distacco dalla mera feudalità di tipo medievale, infatti, la società aristocratica piemontese divenne innanzitutto un ceto di servitori dello stato (dall'amministrazione all'aspetto militare). Molti furono infatti i nobili impegnati nelle alte cariche di stato come ministri, consiglieri di stato o ambasciatori, altri ancora si impegnarono nella carriera militare creando vere e proprie dinastie di soldati.
Le riforme di Vittorio Amedeo III
[modifica | modifica wikitesto]![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/4a/Clementi%2C_attributed_to_-_Victor_Amadeus_III.jpg/220px-Clementi%2C_attributed_to_-_Victor_Amadeus_III.jpg)
Re Vittorio Amedeo III di Savoia, nella seconda metà del Settecento, pensò di ribadire la centralità dello stato tramite riforme di assolutismo moderato che andarono ad agire direttamente anche sull'aristocrazia. Nel 1775 venne dato alle stampe il "Regolamento de' Pubblici" col quale il sovrano mirava sempre più a creare un ceto plurale nel quale confluirono titolati di vecchia data, nobili neopatentati e patrizi. In realtà, come accadde nella Lombardia austriaca e nella Toscana lorenese, il sovrano sabaudo all'inizio del XVIII secolo non poteva tollerare che all'interno del proprio stato vi fosse una nobiltà che non riconosceva nel monarca centrale la fonte stessa del proprio status, oppure che presentavano una debole o dubbia legittimazione o addirittura che erano considerate nobili solo per "pubblica fama", magari perché la medesima famiglia da più generazioni aveva ricoperto il medesimo incarico pubblico. Di conseguenza la monarchia dei Savoia ritenne necessario un proprio intervento per definire i ranghi e le gerarchie e che richiamasse la nobiltà a ricevere da essa un pubblico e legale attestato di legittimazione.
Intraprendendo tale strada, Vittorio Amedeo II sapeva bene che il primo passo da compiere era quello di disarticolare il rapporto nobiltà-governo locale, obbiettivo da perseguire col ridimensionamento del ruolo dei consigli comunali ed un maggiore controllo sui funzionari periferici dello stato. Era necessario ad ogni modo applicare regolamenti specifici per ciascuna grande città (o gruppo di città minori), fatto che fece ben presto scontrare il monarca con i diversi e intricati interessi, privilegi e rivendicazioni da parte della nobiltà locale che si contendeva da secoli i municipi in una serie di battaglie burocratiche per fazioni.[3]
La fine dell'epoca feudale
[modifica | modifica wikitesto]L'epoca feudale finì ufficialmente nel Regno di Piemonte-Sardegna il 29 luglio 1797 quando re Carlo Emanuele IV di Savoia promulgò un decreto per la sua abolizione.[3]
Dopo la promulgazione dello Statuto Albertino, fu lo stesso Carlo Alberto di Savoia a cercare di legare il concetto di nobiltà a quello di censo, pur senza riuscirvi.[4][5]
L'abolizione della feudaliltà in Sardegna
[modifica | modifica wikitesto]![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/2e/Ritratto_di_S.M._Carlo_Alberto_di_Savoia.png/220px-Ritratto_di_S.M._Carlo_Alberto_di_Savoia.png)
L'abolizione della feudalità in Sardegna fu un processo molto più lento che in Piemonte, in quanto essa era ancora in vigore nella prima metà dell'Ottocento, in pieno contrasto sia con la situazione piemontese che con quella della maggior parte dell'Europa.
Fu solo Carlo Alberto che dal 1835, con un provvedimento siglato il 19 dicembre, riuscì ad avviare un lento ma progressivo tentativo di scardinare il sistema feudale sardo: egli ordinò la consegna immediata di tutti i terreni ed i possedimenti feudali dei sudditi della Sardegna, così come delle giurisdizioni e di tutti i privilegi, riservandosi di riconsegnare tutti i titoli a chi ne avesse veramente merito. Furono ad ogni modo necessarie alcune proroghe a queste disposizioni per quei feudatari che risiedevano nel Regno di Spagna e che dall'epoca degli aragonesi avevano ottenuto possedimenti e titoli in Sardegna. La giurisdizione feudale venne ufficialmente abrogata con Regio Editto del 21 maggio 1836, firmato dal viceré Giuseppe Maria Montiglio d'Ottiglio e Villanova, precisando che anche ogni forma di giurisdizione locale, fosse essa civile o criminale, veniva assunta da quel momento in poi dal demanio. Per evitare dei traumi, il re prescrisse che i titolari di tali privilegi restassero provvisoriamente nei loro impieghi, continuando ad esercitare il loro patrocinio in nome però del sovrano sabaudo e sotto la supervisione del ministro competente.
I primi territori vennero distribuiti dopo il crollo della feudalità nel 1838, cessando così anche ogni pagamento di diritti feudali. Sull'altro fronte, Carlo Alberto dovette necessariamente ricompensare i vecchi feudatari delle loro perdite con somme in denaro o meglio ancora con cariche di stato, inserendo così ancora una volta gli ex feudatari nel novero dei funzionari di stato.
L'aristocrazia piemontese nel Regno d'Italia
[modifica | modifica wikitesto]L'aristocrazia piemontese seppe inserirsi a pieno titolo nel neonato Regno d'Italia, mantenendo saldamente sino agli anni '70 dell'Ottocento i principali ranghi dell'amministrazione e dell'industria, di cui divennero i principali capitani e promotori sino alla prima metà del XX secolo.[6]
Elenco delle principali famiglie nobili subalpine
[modifica | modifica wikitesto]Abbate
Abbiati
Abelloni
Ab Yberg
Accattapani
Acceglio
Acchiardi di Barge
Acchiardi di Nizza
Accomazzi
Accortanzo
Accotto
Accursio o Accorsi
Accusani
Acerbi
Acqua (dall')
Acquabianca
Adami
Adhemar (d')
Adorno
Adrec o Adrechio
Agapito
Agasci
Agazi
Agazzini
Ageni
Aghemio di Cavallermaggiore
Aghemio di Asti
Agliano
Agliaudi di Tavigliano
Agliaudi di Susa
Agnès des Geneys
Agosti
Agoult
Aguirre
Aiazza
Aicardi
Aiguebelle
Aimari o Aymar
Aimetta poi Aimetta Falconis
Aimino
Aimo
Aimone
Aimonino
Ainardo
Ainesi
Aira o Ayra
Airaldi
Airoldi
Airoli
Alaise (d')
Alamano
Ala Ponzone
Alarcòn
Alardi
Alasia
Albani di Albano Vercellese
Albard (d')
Albergo
Alberigo
Albertas (d')
Albertengo
Alberti
Albesano
Albier (d')
Albini Falcombello
Albonese
Albora
Albosco
Albrione
Albuzzani
Alciati
Aleramici
Alessi
Alessio
Alexandry d'Orengiani
Alexini
Alfazio
Alfazio Grimaldi
Alfiano (de)
Alfieri
Alghisi
Aliberti
Alimotto
Alinei o Allney
Alione
Aliprandi
Allamand
Allario
Alli-Maccarini
Alliaga
Allinges
Allioni
Allodi o Allodio
Allois de La Salcette
Almonte
Alnerio
Aloysiis (de)
Alpanzasi
Alpini
Altessano (d')
Aluffi
Alvernia (d')
Alziari
Alziaz
Amadei
Amancy (d')
Amaggi
Ambrois (d')
Ambrosetti
Ambrosio
Amedei
Amedeo
Amelio o Ameglio
Amentone
Amesini
Amic (d')
Amici
Amicis (d')
Amico
Amigoni
Amistà
Amoretti
Amorotti
Am Ryhn o Amryhn
Anano
Ancina
Andosilla
Andreasi
Andrée
Andreis (d')
Andrion
Andrione
Anfossi
Angeleri
Angeli
Angiono
Anglesio
Angonoa
Angot
Angrisani
Anguissola di Frassineto
Anna
Annibaldi Biscossi
Anolfi
Ansaldi
Anscarici
Anselmi
Antignano
Antiochia (d')
Antogno
Antoniazzi
Antonielli
Antonioni
Antoniotti
Antono
Anzario
Appiani
Appiani d'Aragona
Aprati
Aprili
Aquilini
Aragno
Aragon
Araldo
Araudino
Arazzi
Arazzo
Arbasia
Arbaudi
Arborio
Arborio Biamino
Arborio Squarra
Arborio Mella
Arcatori (o Arcour o Arcourt)
Arcelli
Archieri
Archilli
Arconati di Tronzano
Ardanesi
Ardissone
Ardizzo
Ardizzone
Arduinici o Arduini
Arduino
Arena
Arezzi
Argentero
Argote (d')
Arianiti Comneno
Arlotta Tarino
Armandis
Armano
Armellini
Armeri
Arminjon
Arnaldi
Arnaud
Arnod
Arnolfo
Arnuzzi poi Arnuzzi De Medici
Arona
Arpino
Arquata
Arquier
Arra (dell')
Arri
Arribaldi poi Arribaldi Ghilini
Arrigoni
Arrivabene
Artaldo
Artaudo
Artom
Artom di Sant'Agnese
Arveris o Arvier
Arvisenet
Asarta (de)
Aschieri
Asdente
Asinari
Asperlin
Assandri
Asselle
Assereto
Assone
Aste (d')
Astegiano
Asti
Astraudo
Astrio (d')
Astrua
Atenolfi
Attendolo Bolognini
Aubry (d')
Auda
Audiberti
Audifreddi
Audoli
Augeri o Auger
Augusta
Aulari (o Ollari)
Aurelio
Auruzi
Authier (d')
Autric (d')
Autry de la Mivoye
Avalos (d')
Avanchy (d')
Avario
Avedano
Avellani poi Avellani Facelli
Avenanti
Aventura
Averardi
Avet
Avise (d')
Avogadro
Avvocati
Ayanz
Aymaville (d')
Aymonier
Aynardi
Azzoni
Bacilotto (o Bachelod)
Baciocchi
Badat
Baderio
Badini
Baezio
Bagati (o Bagatti)
Bagliotti (o Baleotto)
Bagnara (di)
Bagnasacco
Bagnasco
Bagnolo (di)
Baiamondi
Baile
Bailetti
Bairo
Baiveri
Balbi
Balbo
Balbo Bertone
Baldessano
Baldi
Baldini
Baldironi
Baldoino
Balegno
Baliani (o Bagliani)
Ballada
Balladore poi Balladore Pallieri
Ballaira (o Balayra)
Ballard
Ballati Nerli
Ballerini
Ballestrero
Balliani
Balsamo Crivelli
Balziano
Balzo (del)
Banchieri
Bandello
Baralis
Baratonia (del)
Baratta (o Baratti)
Barba (della)
Barbaroux
Barbavara di Gravellona
Barberi
Barberis (o Barberi)
Barbero
Barbotti
Barcilon (de)
Bard
Bardessono (o Bardesono)
Bardonecchia (di)
Barel
Barenfels (von)
Barengo
Barge (di)
Bariglietti
Baril o Barile
Barlet
Barletti
Barli
Barona Muzio
Baroni
Baronino
Baronis
Barozzi
Barradi
Barral (de)
Barralier
Barralis
Barras (de)
Bartolomeis (o Bartolommei)
Barutelli
Barziza
Basignani
Bassi
Bassignana
Basso
Basteri
Bastia (della)
Battaglia
Battaglieri
Battheon
Battiani
Bauderano
Baudi
Bauducco
Bauffremont
Bava
Bava Beccaris
Bazan
Bazzani
Bazzetta
Beaumont (de)
Beauvoir (de)
Beccaguti
Beccari
Beccaria
Beccaro Migliorati
Becchio (o Beccio)
Becco
Beccuti
Bechi
Beck Peccoz
Beggiamo
Beia
Belcredi
Belgrano
Bella
Bellegarde (de)
Belletrutti
Belletti
Bellezia
Belli
Bellingeri
Bellingeri Porcara
Bellini
Bellone
Bellotti
Belmondi
Belmondo Caccia
Beltrambi
Beltrami
Beltramo
Belviso (o Belvisio)
Benedetti
Benessia
Benevolo
Benso
Berard d'Illins
Berardi
Beraudo
Berenger (o Berengari)
Beretta
Beretti Landi
Berga
Bergamaschi
Bergami
Bergera
Bergogni
Bergognini
Bergoni
Bergonzoli
Beria
Berlia
Berlingeri
Bermeo (de)
Bermond
Bermondi
Berna
Bernabovi (o Bernabò)
Bernard de la Tourette
Bernardi (de)
Bernardone
Bernezzo (o Bernesso)
Beroldi
Berra
Berre
Berretti
Berruti
Bersatori
Berta
Bertalazzone
Bertaldi
Bertalli
Bertano
Bertarelli di Torcello
Berthoud
Bertini
Bertodano
Bertogliatti
Bertola
Bertolè e Bertolè Viale
Bertolini
Bertolino
Bertolio
Bertolotto
Bertone
Bertone di Sambuy
Bertrandi o Bertrand
Berzetti
Besenval
Besi
Besozzo (di)
Bessone o Bezzone
Bevilacqua
Bianchetti
Bianchi di Castagneto
Bianchi di Alessandria
Bianchi Michiel
Bianchi Mina
Bianchis
Bianco di St. Jorioz
Bianco di Mondovì
Bianco di San Secondo
Bianco di Demonte
Bianco di Primeglio
Bianco di Terruggia
Biandrà
Biandrà Trecchi
Biandrate (da) o conti di Pombia
Biandrate (da) Aldobrandini
Biasetti
Bicchieri
Bich
Bichi
Bicuti
Biddo
Biga
Biglia
Bigliani
Biglioni
Bigurra
Biorchio
Birago poi Birago Alfieri
Biscaglia
Biscaretti di Ruffia
Bistorti
Blanc
Blancardi
Blanchetti Revelli
Blanchi
Blavet
Blengini
Blesi
Blonay (de)
Bo (o Del Bove)
Boardi Bevilacqua
Boasso
Boatteri
Bobba
Boca
Bocali
Bocca
Boccabianca
Boccard
Bocchiardo
Bocconelli
Boccuti
Boche
Bodo
Boeri
Boetti
Boetti Villanis Audifreddi
Boffa
Bogetti (o Boggetti)
Boggio
Bogino
Boglio
Boidi
Boidi Trotti
Bois (du) o Dubois
Boisdavid (de)
Boissonneaux de Chevigny
Boldrini
Bolla
Bollati
Bolleris
Bolletto
Bollini
Bollini Marchisio
Bollo
Bolongaro
Bona
Bonaccolsi
Bonacossa
Bonada
Bonadonna
Bonagiunta
Bonanomi
Bonardo
Bonaudo poi Bonardo Mongarda
Bondoni
Bonelli
Bonetto
Bonfante
Bonfiglio
Bongiovanni (o Bongioanni)
Bonifanti
Bonin
Bonino
Boniperti
Bonnefoy
Bono
Bonvicino
Borbonese (o Le Bourbonnais)
Borda
Bordino
Bordoni
Borea
Borea Ricci
Borel
Borelli
Borgarelli
Borghese di Altessano
Borgne (Le)
Borgnini Santi
Borgogna
Borio di Burio
Bormiolo
Bornion de Ursia
Borra
Borreani
Borri di Vespolate
Borriglione
Borromeo
Borrone
Borsarelli
Bosco (del)
Bosel
Bossavino
Bosses (de)
Bossi di Odalengo
Bossi di Olivola
Bossi di Borgo Vercelli
Bossi di Sant'Agata Fossili
Bossi Pucci
Bossier (de)
Bot
Botta
Botta Adorno
Bottazzi (o Bottasio)
Botteri
Bottero
Bottigella
Bottiglia
Bottini
Botto
Botton
Bottone
Boursier (o Borsier)
Boutal (o Bottallo)
Bouvens (de)
Bove (de)
Bovier de Porte
Bovio
Bovis
Braghieri
Braia
Braida o Brayda
Braiis o Braja
Branda
Bras (de)
Brascorens o Bracorens de Savoiroux
Brea
Bremio
Brentano
Brès (de)
Bressani
Brichentau (de)
Brida
Brignani
Brignone
Brinatti
Brizio
Brocardi (o Broccardi)
Broglia
Brondelli
Brondolo
Brosolo
Bruco o Brucco
Brunacci
Brunati
Brunel
Bruneri
Brunetta d'Usseaux
Bruni
Brunicard
Bruno di Clavesana
Bruno di Samone
Bruno di Cussanio
Bruno di Cassinasco
Bruno di Tornaforte
Brunswick (di)[7]
Brusati
Bruschi
Bruyset
Bucci
Buffa di Perrero
Buffati
Buglione
Bulgarini
Bulgaro
Bulla
Buneo
Bunis
Buonamico
Buratti
Burgos
Buronzo
Buronzo del Signore
Burotti
Busca
Busca Gianuzio
Buschetti di Ceva
Buschetti di Bojone
Buschi
Bussetti o Busseti
Bussone
Butteri
Butticario
Buzzaccarini
Buzzani
Cacchiardi
Cacchiotti
Caccia
Caccia Dominioni
Caccia Marmusino
Cacciapiatti
Cacciardi
Cacherano
Caffarelli
Caffino (o Caffini)
Cagnis
Cagnola di Granozzo
Cagnoli
Cairaschi (o Caira)
Caire di Lauzet
Cais di Pierlas
Caissotti di Verduno
Caissotti di Chiusano
Caissotti du Mas
Caissotti Gallean di Robbione
Calandra
Calcagno
Calcagno Olivazzi
Calcamuggi
Calcaterra
Caldera
Calderari
Calleri
Calleri Gamondi
Calori
Calusio
Calvi di Bergolo
Calvino
Calza
Calzamiglia
Cambiano
Cambiaso
Cambis (de)
Camera
Camerana
Camerano
Camerone
Caminata
Camotto
Campione
Campistron (de)
Campo (del)
Campofregoso (o Fregoso)
Campora di Pezzana
Campredon (de)
Camurati
Canale
Canali
Canalis
Canaparo
Canaveri
Canavero
Candia
Candiani
Cane
Canefri
Canella
Canelli (di)
Canera
Cani Bisnati
Canobbio da Canobbio
Canossa di Calliano
Cantacapra
Cantatore
Cantone
Cantoni
Canubi
Capalla
Capallardi
Capella
Capellini
Capelli
Capello
Capi
Capis
Capitani di Settala[8]
Capizucchi de Bologna[9]
Cappa Bava
Cappia
Cappone
Capponi
Capra
Capriata
Caprioli
Capris
Cara
Caracca (de)
Caracciolo Rossi
Carafa di Roddi
Caramelli
Carandoletti
Carassi
Caratti di Valfrei
Caravadossi
Caravaschini
Carbonara
Carbone
Carbonello
Carburi
Carcano di Nicorvo
Cardellona (di)
Cardenas (de)
Cardona (de)
Cardonat (de)
Carelli
Carena
Caresana
Carignani di Chianocco
Carignani di Valloria
Carisio
Carlevaris (o Carlevaro)
Carmaglieri
Carmagne
Carmagnola
Carnevale
Caroelli
Caroli
Carpani
Carrara (da)
Carrel
Carretto (del)
Carroccio Fiocchetto
Carroccio
Carron
Carta
Carutti
Casalupa (de)
Casana
Casasco (di)
Casati di Borgolavezzaro
Casazza
Casei
Casella
Cassano
Cassardo
Cassinetto
Cassino
Cassio
Cassone
Cassotti
Cassuli
Castagna
Castagneri
Castagnole (di)
Castellamonte (di)
Castellane (de)
Castellani de Merlani
Castellani Varzi
Castellani Fantoni
Castellani Tettoni
Castellari
Castellet
Castelletto (de)
Castelli di Faraone
Castelli di Sessant
Castelli di Cornegliano
Castelli di Celle
Castellinard
Castello
Castelnuovo
Castelvecchio (di)
Castiglione di Conzano
Castrucci
Castruzzone
Catalano
Catena
Cattaneo di Proh (o Cattani o De Capitani)
Cattaneo di Belforte
Cattaneo Mallone
Cattaneo di Morano
Cattaneo di Tortona
Cauda (o Coda)
Cauvin
Cavagliè (de)
Cavagna
Cavagnolo (di)
Cavalca
Cavalleri
Cavallerone di Caravana
Cavalli
Cavalli Lucca Ardizzoni Calvi
Cavallini Bono
Cavanna
Cavasanti
Cavassa
Cavazzi della Somaglia[10]
Cavoretto
Benso
Cavriani
Cayre (o Caire)
Cays (o Cais)
Cazzola
Cazzola Hofmann
Cazzulini
Ceca (o Cecha o Cecca)
Cecidani
Celebrini
Cella (de)
Celoria
Centurione Scotto
Cepollini
Ceppi
Ceresa
Ceresara
Ceridone
Cernola
Cernusco
Cerrati (o Cerati)
Cerreto
Cerrina Feroni
Cerruti (o Cerutti)
Certana
Cervere
Ceva
Ceveris
Chabod (de)
Chabran (o Chiabrano)
Challant
Champossin
Charbonneau (de)
Chàtelard (du)
Chaurand de Saint Eustache
Chenal (La)
Chàne (du)
Chevalley
Chiabaudi (o Chabaud)
Chiaberti
Chiabrera (o Ciabrera)
Chiabrera Castelli
Chiambè
Chianea
Chianocco (di)
Chiappo
Chiapusso
Chiaramonti
Chiavarina
Chiaverotti
Chieppio (o Chieppo)
Chiera (o Ciera)
Chiesa (della) di Cinzano
Chiesa (della) della Torre
Chiesa (della) di Carbonara
Chiesa Morra
Chignin
Chino
Chioatero
Chiodo
Chiomonte (di)
Chionio Nuvoli
Chiolo
Cibrario
Cicogna
Cicotero
Cicugnoni
Cigna
Cignetti