Nuova Julfa
Nuova Julfa | |
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Նոր Ջուղա | |
Cortile della Cattedrale del Salvatore | |
Stato | Iran |
Provincia | Esfahan |
Shahrestān | Esfahan |
Città | Esfahan |
Quartiere | Nuova Julfa |
Data istituzione | 1606 |
Abitanti | 12,000 ab. |
Sito web | norjugha.ir |
Nuova Julfa (in lingua persiana نو جلفا – Now Jolfā, in lingua armena Նոր Ջուղա – Nor Jugha) è il quartiere armeno di Esfahan, in Iran, ubicato lungo la riva sud del fiume Zaiandè.
Prende il nome dall'antica città di Julfa (Jugha), dei primi del XVII secolo, ed è ancora oggi una delle più antiche e grandi comunità armene nel mondo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La Nuova Julfa venne fondata nel 1606, come quartiere armeno, con editto di Shah Abbas I della dinastia safavide. Più di 150.000 armeni si trasferirono dall'antica Culfa (nota anche come Jugha o Juła) in Naxçıvan. Fonti iraniane affermano che gli armeni vennero in Iran in fuga dalla persecuzione dell'Impero ottomano. Tuttavia, i documenti storici indicano che i residenti di Julfa vennero trattati bene da Shah Abbas nella speranza che il loro reinsediamento a Esfahan sarebbe stato vantaggioso per l'Iran a causa della loro conoscenza del commercio della seta.[1][2]
Nel 1947, il famoso storico Fernand Braudel scrisse che gli armeni avevano una rete commerciale che si estendeva da Amsterdam a Manila nelle Filippine. Molti studiosi in Armenia hanno svolto un lavoro pionieristico su questa rete negli anni '60, '70 e '80. Levon Khachikian e Sushanik Khachikian hanno curato e pubblicato diversi libri sulla Nuova Julfa. Nel corso dei secoli successivi, la Nuova Julfa divenne il fulcro di "una delle più grandi reti commerciali della prima era moderna,"[3] con avamposti fino a Canton, Surabaya e Manila ad est,[4] e Cadice, Londra e Amsterdam ad ovest, con pochi mercanti che viaggiavano negli oceani Atlantico o Pacifico verso Acapulco o Città del Messico.
Una grande maggioranza delle famiglie di commercianti armeni aveva sede a Nuova Julfa. A causa della loro dispersione, molte famiglie originarie della città vecchia di Culfa[2][1][5] crearono un insediamento principale in Bengala espandendo la rete di commerci di Nuova Julfa.[1] Tuttavia, alcuni studiosi sostengono che Surat, Bengala e Hughli erano nodi indipendenti e che il controllo centrale di Nuova Julfa non era così importante per il loro fiorente commercio nell'Oceano Indiano.[4] Molti armeni di Nuova Julfan si trasferirono poi a Manila, Hong Kong e anche in Australia. Le lore reti sono state studiate su fonti armene.[1][2] Senza dimenticare Singapore, dove gli armeni di Nuova Julfa divennero il pilastro della comunità. La maggior parte erano commercianti, ma forse più noti erano i fratelli Sarkies (Ter Woskanian) che fondarono l'iconico Raffles Hotel di Singapore nel 1887.
Nuova Julfa è ancora un'area popolata da armeni con una scuola e sedici chiese, tra cui la Cattedrale del Santo Salvatore. Gli armeni di Nuova Julfa osservano la legge iraniana per quanto riguarda l'abbigliamento, ma mantengono una distinta lingua, identità, cucina e cultura armena che è protetta dal governo iraniano.[6]
Secondo David Petrosyan dell'Istituto degli studi sul Centro Asia e Caucaso, Nuova Julfa aveva tra 10.000 e 12.000 abitanti armeni nel 1998.[7] Ad oggi, è ancora uno dei più grandi quartieri etnici armeni al mondo. Il quartiere è popolare tra i giovani di Esfahan e sta vivendo una crescita considerevole rispetto ad altri distretti della città.
Siti
[modifica | modifica wikitesto]Chiese
[modifica | modifica wikitesto]Chiese apostoliche armene
[modifica | modifica wikitesto]- Cattedrale del Salvatore (Surp Amenaprgich, nota come Vank) – 1655
- Chiesa di san Jacob (Surp Hakop) – 1607
- Chiesa di san Giorgio (Surp Gevork) – 1611
- Chiesa di Maria Santissima (Surp Asdvadzadzin) – 1613
- Chiesa di santo Stefano (Surp Stepanos) – 1614
- Chiesa di san Giovanni Battista (Surp Hovannes Mgrditch) – 1621
- Monastero di santa Caterina (Surp Katarine) – 1623
- Chiesa di Bethlehem (Surp Betłehem) – 1628
- Chiesa di san Nicola (Surp Nikołayos Hayrapet) – 1630
- Chiesa di san Gregorio (Surp Grigor Lusavoritch) – 1633
- Chiesa di san Sarkis (Surp Sarkis) – 1659
- Chiesa di san Menas (Surp Minas) – 1659
- Chiesa di san Nerse (Surp Nerses) – 1666
Chiese cattoliche
[modifica | modifica wikitesto]- Cattedrale di Nostra Signora del Rosario (domenicani) – 1681/1705
Musei
[modifica | modifica wikitesto]- Museo di Khachatur Kesaratsi, nel complesso della Cattedrale del Salvatore
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]- Ingresso della Cattedrale del Salvatore.
- Interno della Cattedrale.
- Chiesa di san Giorgio.
- Interno della chiesa di Bethlehem.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Sushil Chaudhuri and Kéram Kévonian eds., Les Arméniens dans le commerce asiatique au début de l’ere moderne [Armenians in Asian trade in the Early Modern Era], (Paris, 2007).
- ^ a b c Baghdiantz McCabe, Ina The Shah’s Silk for Europe’s Silver: The Eurasian Silk trade of the Julfan Armenians in Safavid Iran and India (1590–1750). University of Pennsylvania Series, Scholar’s Press, 1999.
- ^ Sebouh Aslanian. "The Salt in a Merchant's Letter": The Culture of Julfan Correspondence in the Indian Ocean and the Mediterranean. Journal of World History 19 (2008): 127-188
- ^ a b Bhattacharya, Bhaswatti “Making Money at the Blessed Place of Manilla: Armenians in the Madras- Manila Trade in the Eighteenth Century.” Journal of Global History, (2008),3, 1-20.
- ^ Mesrob Jacob Seth, an Armenian historian
- ^ Vasgen Ghougassian The Emergence of the Diocese of New Julfa in the Seventeenth Century, Atlanta, University of Pennsylvania Series), 1998.
- ^ (RU) David Petrosyan, Армянская община в Иране, su ca-c.org, Institute for Central Asian and Caucasian Studies, 1998. URL consultato il 27 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2019).«...еще 10-12 тысяч - в Исфагане (армяне называют его Новой Джугой)...»
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Yves Bomati and Houchang Nahavandi,Shah Abbas, Emperor of Persia,1587-1629, 2017, ed. Ketab Corporation, Los Angeles, ISBN 978-1595845672, English translation by Azizeh Azodi.
- Gregorian, Vartan. “Minorities of Isphahan: The Armenian Community of Isphahan, 1587-1722.” Iranian Studies 7, no. 2 (1974), pp. 652–81.
- Sebouh Aslanian, From the Indian Ocean to the Mediterranean: The Global Trade Networks of Armenian Merchants from New Julfa, California, University of California Press, 2011, pp. 1–392, ISBN 978-0-520-94757-3.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Nuova Julfa
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Iran Chamber Society: Historical Churches of Iran Archiviato il 5 giugno 2011 in Internet Archive.
- Armeniapedia: Isfahan
- (HY) New Julda, To be..., directed by Arsen Gasparyan – Hayk Documentary Film Studio
- Julfa in Isfahan - Armenian Churches and Armenians in Iran (Video)
- Armeniapedia: Hin Jugha
- (FA) معماری کلیساهای اصفهان – فصلنامه فرهنگی پیمان
Controllo di autorità | VIAF (EN) 159540849 · LCCN (EN) n87844795 · J9U (EN, HE) 987007557852305171 |
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