Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro

Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
Sacra Religione ed Ordine Militare de’ Santi Maurizio e Lazzaro
Insegne da Gran Croce dell'Ordine

Ducato di Savoia, Regno di Sardegna, Regno d'Italia, Casa Savoia
TipologiaOrdine dinastico non nazionale[1]
MottoSavoye bonnes nouvelles[2]
Statusattivo, ad uso privato, non autorizzabile in Italia[3]
Gran MaestroEmanuele Filiberto di Savoia o Aimone di Savoia-Aosta[4]
IstituzioneTorino, 1572
Primo capoEmanuele Filiberto I di Savoia
CessazioneRoma, 3 marzo 1951
Motivo della cessazioneLegge 3 marzo 1951[5]
GradiCavaliere di Gran Croce/Dama di Gran Croce
Grand'Ufficiale
Commendatore/Dama di Commenda
Ufficiale
Cavaliere/Dama
Precedenza
Ordine più altoOrdine Supremo della Santissima Annunziata
Ordine più bassoOrdine Militare di Savoia
Nastro dell'ordine

L'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (detto anche Ordine Mauriziano) è un ordine cavalleresco di Casa Savoia nato dalla fusione, nel 1572, dell'Ordine Cavalleresco e Religioso di san Maurizio con l'Ordine per l'Assistenza ai Lebbrosi di san Lazzaro. Con la XIV Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione Italiana, l’Ordine Mauriziano cessa di essere un ordine dinastico ma viene conservato come ente ospedaliero, con le funzioni e l’ordinamento stabiliti dalla legge costituzionale del novembre 1962[6].

All'origine della nascita dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro si trovavano due ordini cavallereschi distinti tra loro per natura e nascita.

Croce dell'Ordine dei Cavalieri di San Lazzaro, fondato nel 1090 in Terrasanta

L'ordine più antico, quello dei Cavalieri di San Lazzaro, fu fondato come ordine militare religioso al tempo del Regno Latino di Gerusalemme verso l'anno 1090. L'ordine era concepito per la cura dei lebbrosi, e molti suoi membri erano lebbrosi guariti divenuti cavalieri. Con la caduta di Acri nel 1291, i cavalieri di San Lazzaro lasciarono la Terra Santa e l'Egitto per trasferirsi prima in Francia, e poi, nel 1311, a Napoli. La Santa Sede lo soppresse incorporandolo nell'Ordine dei cavalieri di San Giovanni sin dal 1400, ma i cavalieri italiani, forti della protezione del re di Francia, rifiutarono di accettare la volontà papale.

Croce dell'Ordine di San Maurizio, fondato nel 1434 a Ripaglia da Amedeo VIII di Savoia

L'Ordine di San Maurizio, invece, venne fondato a Ripaglia nel 1434 da Amedeo VIII di Savoia, in seguito divenuto l'antipapa Felice V. Si trattava, però, più di una confraternita religiosa che di un vero e proprio ordine cavalleresco; tanto che alla morte di Amedeo VIII di Savoia esso cessò di fatto di esistere.

Guglielmo Baldesano, storico di Carlo Emanuele I, cui il duca affidò la stesura della prima opera in cui si tratti dell'Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, così scrisse dell'Ordine creato da Amedeo VIII: «Errano…coloro, i quali pertinacemente affermano che allhora fussero istituiti i cavallieri di San Mauritio dal primo duca di Savoia Amedeo; et molto più propriamente havrebbero ragionato se havessero detto che esso principe gli haveva fatto mutare professione et di cavallieri diventare eremiti sotto il titolo però di San Mauritio. In oltra, posto che allhora fussero stati instituiti i mauritiani cavallieri, non sarebbono stati riconosciuti et accettati sì fatti cavallieri dall’altre militie religiose, né havrebbero goduto de’privilegi ch’esse godono, non essendoci concorsa l’auttorità apostolica».[7]

L'unificazione degli ordini

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Le croci combinate di San Lazzaro e San Maurizio a formare la nuova insegna dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
Il duca Emanuele Filiberto di Savoia, primo gran maestro degli ordini unificati di San Maurizio e San Lazzaro

Nel 1571 Giannotto Castiglioni, Gran Maestro dell'ordine di San Lazzaro, aveva spontaneamente rinunciato alla carica a favore del duca Emanuele Filiberto di Savoia. Questi aveva aperto trattative col pontefice Gregorio XIII per ottenere la riunione dei cavalieri italiani dell'ordine di San Lazzaro con quelli del già confermato ordine di San Maurizio. In occasione della Battaglia di Lepanto, il 7 ottobre 1571, aderendo il Ducato di Savoia alla Lega Santa, numerosi cavalieri di san Lazzaro furono imbarcati sulle galere sabaude.[8] Un anno dopo il papa, con bolla del 13 novembre 1572, nominò Gran Maestro dell'Ordine militare e religioso dei Santi Maurizio e Lazzaro lo stesso duca e i suoi successori in perpetuo.[9] Il duca ne notificò l'organizzazione ai suoi sudditi il 22 gennaio 1573 tramite magistrali patenti. Al principio del 1574 furono emanati i primi statuti.[10]

Dal punto di vista sociale, l'Ordine non si rivolgeva solo ai nobili. Anche un non nobile, infatti, poteva esservi ammesso cavaliere. Nel caso i cavalieri avessero i quattro quarti di nobiltà, entravano nella classe cosiddetta «di giustizia». Se, invece, non erano nobili - o non lo erano pienamente - entravano nella classe dei cavalieri «di grazia». A questi l'ingresso nell'Ordine conferiva la nobiltà personale, che dalla persona del cavaliere, cioè, non passava né ai suoi figli né ad altri membri della famiglia. Se la carica di cavalieri era rivestita per tre generazioni consecutive, però, la nobiltà si radicava nella famiglia, la quale faceva così il suo pieno ingresso nel Secondo stato. Spesso, quando si voleva attivare questo passaggio, la famiglia interessata erigeva una commenda, che passava in eredità di padre in figlio con l'annesso titolo cavalleresco: la nobiltà conseguita in questo caso si chiamava «nobiltà di commenda». In antico regime l'Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro era, quindi, anche un mezzo di mobilità sociale.

Unendo l'Ordine di San Maurizio a quello di San Lazzaro il duca ambiva a prendere possesso delle numerose commende che l'antico ordine gerosolimitano possedeva in tutta Europa, dall'Inghilterra al Regno di Napoli, dalla Spagna allo Stato della Chiesa. In questa prima fase, l'ordine si chiamava Ordine dei santi Lazzaro e Maurizio e la croce verde lazarita prevaleva su quella bianca di San Maurizio. Alla morte di Emanuele Filiberto di Savoia il progetto di recupero delle commende lazzarite era lontano dall'aver avuto successo. Il suo successore Carlo Emanuele I di Savoia riprese le trattative, soprattutto col re di Spagna e col Papa. All'inizio del Seicento l'Ordine assunse il nome odierno e la croce bianca di San Maurizio prese il sopravvento su quella verde di San Lazzaro. Fra Cinque e Seicento l'Ordine raccoglieva nel sistema degli onori sabaudo cavalieri di tutta Italia e un discreto numero di cavalieri europei.

L'ordine nel Regno d'Italia

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Re Carlo Alberto di Savoia nelle vesti di gran maestro dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro

Con l'unificazione italiana nel 1861, l'ordine divenne de facto un ordine di stato italiano aperto a meriti civili e militari. Già Carlo Alberto aprì l'ordine anche ai non nobili, ma fu suo figlio Vittorio Emanuele II a stabilirne i cinque gradi tradizionali di merito: cavaliere di gran croce, grande ufficiale, commendatore, cavaliere ufficiale, cavaliere.

Fu Carlo Alberto nel 1839, inoltre, a stabilire la fondazione della Medaglia mauriziana per i cinquant'anni di carriera militare, concessa nel Regno di Sardegna, nel Regno d'Italia e mantenuta anche dalla Repubblica Italiana.[11]

Fu coi primi re d'Italia che l'Ordine assunse un carattere più esclusivo, a differenza del più comune Ordine della Corona d'Italia che veniva conferito più largamente.

L'Ordine Mauriziano nella Repubblica

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La XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana il 1º gennaio 1948, stabiliva: «L'Ordine mauriziano è conservato come ente ospedaliero e funziona nei modi stabiliti dalla legge». Il patrimonio dell'antico ordine dinastico fu quindi affidato ad un ente appositamente costituito, ricondotto all'esclusivo e originario compito di ente ospedaliero.

Palazzo Avogrado (costruito nel 1890) nel quartiere Castro Pretorio a Roma, sede dell'EPAP ed ex-sede dell'Ordine Mauriziano e dell'Ordine della Corona d'Italia.[12]

Con la legge del 3 marzo 1951, nr. 178, all'art. 9, lo Stato italiano ha cessato il conferimento dell'ordine, consentendo comunque l'uso delle onorificenze già conferite, escluso ogni diritto di precedenza nelle pubbliche cerimonie.

L'ente fondazione

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Con legge n. 4 del 21 gennaio 2005 l'Ente Ordine Mauriziano di Torino diviene ufficialmente un ente ospedaliero italiano costituito dai presìdi ospedalieri Umberto I di Torino e l'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo, permettendo in tal modo di continuare l'operato nell'ambito medico che la Repubblica Italiana ha stabilito per esso fin dal 1948. La medesima legge costituisce anche la "Fondazione Ordine Mauriziano", con sede in Torino, alla quale trasferisce il rimanente patrimonio immobiliare, costituito dalla Palazzina di caccia di Stupinigi, dal complesso monastico cistercense di Sant'Antonio di Ranverso, dal complesso monastico cistercense antoniano dell'Abbazia di Staffarda.

La gestione della fondazione è affidata ad un comitato costituito da cinque membri di cui: uno nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri, con funzioni di presidente del comitato; uno nominato dal ministro dell'interno; uno nominato dal ministro per i beni e le attività culturali; uno nominato dalla regione Piemonte; uno nominato dall'Ordinario diocesano di Torino. Gli eventuali oneri per il funzionamento di detto comitato sono a carico della gestione dell'Ente Ordine Mauriziano. Il comitato presenta una relazione annuale al Presidente del Consiglio dei ministri, il quale provvede alla trasmissione alle competenti commissioni parlamentari. Attualmente solo la Fondazione Ordine Mauriziano si preoccupa del mantenimento degli edifici e dei beni storici esistenti; gli ospedali, dopo una disastrosa gestione, sono oggi affidati alla Regione Piemonte ed ai servizi sanitari nazionali.

L'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro dopo il Regno d'Italia (Casa Savoia)

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Croce e Placca da Gran Ufficiale dell'Ordine
Il conte Cesare Giulini della Porta con l'insegna di commendatore mauriziano

L'Ordine cavalleresco dei Santi Maurizio e Lazzaro è diventato un'associazione senza fini di lucro, a scopo benefico, come la grande maggioranza degli Ordini cavallereschi. Agli aspiranti cavalieri sono, per statuto, richieste le doti di onestà, fedeltà, comprensione, generosità e perdono. L'ordine conta circa 4 000 membri, fra cavalieri e dame, distribuiti in 33 paesi nel mondo e divisi in Delegazioni nazionali e regionali. Ogni Delegazione è retta da un Delegato del Gran Magistero, sovente coadiuvato da un Vicario per ogni provincia, e gode dell'assistenza di un Religioso cattolico presbitero, come avviene per qualsiasi altro Ordine Cavalleresco cattolico che non sia stato mai oggetto di "Bolla di abolizione" dalla suprema Autorità in materia, che è ovviamente solo il Santo Padre.

Normalmente vengono tenute due cerimonie ufficiali all'anno, durante le quali tutti gli associati sono invitati a partecipare. La prima viene celebrata in Francia, nell'Abbazia di Altacomba, e rappresenta la commemorazione dei membri deceduti di Casa Savoia. La seconda rappresenta il Capitolo Generale dell'Ordine e viene tenuta nell'abbazia svizzera di San Maurizio di Agauno, presso Martigny. Nell'occasione vengono introdotti i nuovi associati e ha luogo un ballo di beneficenza.

L'accesso all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro è riservato a tutti i membri della nobiltà italiana ed europea, oltre a coloro i quali, esentati con decreto magistrale, facciano parte del mondo delle scienze, dell'arte, della letteratura, dell'industria e degli affari, col presupposto che godano di ottima reputazione tra i loro pari e che condividano come obiettivo le finalità umanitarie dell'ordine stesso.

L'antica consuetudine per la quale l'insignito del cavalierato godeva della nobiltà italiana personale è stata abrogata nel 1894.

L'ammissione in via di giustizia è prova del titolo primordiale di nobiltà per l'Ordine di Malta, come recita il Massimario Nobiliare del Magistrale Collegio dei Consultori Araldici dello SMOM[non chiaro].

Insegne dell'Ordine.

L'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro è stato suddiviso nel corso della sua lunga storia in diverse classi di benemerenza, cambiate in funzione delle varie epoche in cui esso venne riformato e secondo le nuove esigenze di stato. Riportiamo qui di seguito queste evoluzioni per la classe maschile, dal momento che la classe femminile venne ammessa solo a partire dal XX secolo:

Gradi sino al 1831

  • Cavaliere di Gran-Croce
  • Cavaliere di Grazia e Cavaliere di Giustizia

Gradi dal 1831 al 1832

  • Cavaliere di Gran-Croce insignito del Gran-Cordone
  • Cavaliere di Gran-Croce
  • Commendatore
  • Cavaliere

Gradi dal 1832 al 1857

  • Cavaliere di Gran-Croce insignito del Gran-Cordone
  • Cavaliere di Gran-Croce
  • Commendatore
  • Cavaliere Ufficiale
  • Cavaliere

Gradi dal 1857 al 1865

  • Cavaliere di Gran-Croce insignito del Gran-Cordone
  • Cavaliere di Gran-Croce
  • Commendatore di I classe
  • Commendatore
  • Cavaliere Ufficiale
  • Cavaliere

Gradi dal 1865

  • Cavaliere di Gran-Croce insignito del Gran-Cordone
  • Cavaliere di Gran-Croce (60 membri)
  • Grand'Ufficiale (150 membri)
  • Commendatore (500 membri)
  • Ufficiale (2 000 membri)
  • Cavaliere (illimitato)

Per le donne, la suddivisione è la seguente:

  • Dama di Gran-Croce insignita del Gran-Cordone
  • Dama di Gran-Croce (60 membri)
  • Commendatora (500 membri)
  • Dama (illimitato)
Decorazioni
Nastri dal 1855 al 2 giugno 1946
Cavaliere
Ufficiale
Commendatore
Grand'Ufficiale
Gran Croce
Non previsto
Nastri dal 2 giugno 1946 al 3 marzo 1951 per la Repubblica Italiana
e dal 3 marzo 1951 al 22 giugno 2024 per concessione privata di Casa Savoia
Cavaliere
Ufficiale
Commendatore
Grand'Ufficiale
Gran Croce
Non previsto
Nastri dal 22 giugno 2024 per concessione privata di Casa Savoia[13]
Cavaliere
Ufficiale
Commendatore
Grand'Ufficiale
Cavaliere di Gran Croce
Cavaliere di Collare
Carlo Felice con l'abito di gran maestro dell'Ordine.

Il collare o cordone dell'ordine consiste in un collare di seta moiré verde fermato in più punti dal monogramma del Gran Maestro regnante in oro. Dal cordone pende l'insegna dell'ordine coronata.

La placca di gran croce consiste in una croce mauriziana in smalto bianco dalla quale fuoriescono quattro bracci in smalto verde. Essa è montata su una stella raggiante in argento.

La placca di grand'ufficiale consiste in una croce mauriziana in smalto bianco dalla quale fuoriescono quattro bracci in smalto verde. Essa è montata su un rombo raggiante in argento.

La medaglia dell'ordine consiste in una croce mauriziana in smalto bianco dalla quale fuoriescono quattro bracci in smalto verde. Dalla classe di ufficiale in su la medaglia era congiunta al nastro con una corona reale d'oro. La classe di ufficiale dal 1857 al 1868 ebbe come tenente al nastro una corona d'alloro in oro.

Il nastro dell'ordine è verde con sovrapposte delle corone o d'oro o d'argento a seconda del grado per il periodo regio. Nel periodo repubblicano dal 1946 al 1951 in cui l'Ordine venne comunque accettato in Italia le corone vennero sostituite con delle stellette. Attualmente la casata di Savoia, che continua a concedere privatamente questo ordine di collazione, concede ai propri insigniti dei nastrini con delle stelle d'oro e d'argento come nel modello del periodo repubblicano.

La cocolla o veste da cerimonia è rossa bordata alle maniche di bianco e con un collare di stoffa bianca, abbottonata sul davanti di rosso. Sul frontale davanti si trova l'insegna dell'ordine ricamata, consistente in una croce mauriziana in bianco dalla quale fuoriescono quattro bracci in verde. Sul frontale la veste è completata da un cordone annodato che ricade sul petto.

La Medaglia Mauriziana

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Parallelamente all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, nel 1839 venne creata la Medaglia Mauriziana, concepita da re Carlo Alberto di Savoia con R.P. del 19 luglio per premiare quanti fossero giunti al compimento di cinquanta anni di servizio militare (gli anni di comando venivano computati doppi). Tale medaglia consisteva in una grande placca in oro da portarsi al collo raffigurante san Maurizio a cavallo e poteva essere concessa a tutti i militari, senza distinzione di grado o di reparto.

Erroneamente a quanto si possa pensare, ad ogni modo, questa medaglia non corrisponde ad una "classe" dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, ma è semplicemente un riconoscimento militare che da quest'ordine di patronato Savoia trae ispirazione.

La medaglia è sopravvissuta immutata sino al periodo repubblicano e ancora oggi viene utilizzata con il medesimo scopo per la quale è stata creata.

Medaglie e nastri dal 22 giugno 2024 per concessione privata di Casa Savoia[14]
Medaglia di bronzo
Medaglia d'argento
Medaglia d'oro

Decorati dell'Ordine

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Ritratto di un gonfaloniere (1622) di Artemisia Gentileschi, si noti la fascia e le insegne dell'Ordine sulla corazza.
Ritratto del generale Giovanni Battista Cacherano di Bricherasio, Cavaliere dell'Annunziata e Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Insigniti notabili

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Tra gli insigniti dell'Ordine degni di rilievo si ricordano diversi monarchi come gli imperatori Francesco Giuseppe I d'Austria, Guglielmo II di Germania, Nicola II di Russia, Napoleone III di Francia ed Hailé Selassié d'Etiopia, oltre a sovrani come Giorgio V del Regno Unito, Mozaffar ad-Din Shah Qajar di Persia, Alfonso XIII di Spagna, Gojong di Corea e capi di stato come il presidente della Repubblica Francese Patrice de Mac-Mahon, nonché alcuni gran maestri del Sovrano Militare Ordine di Malta come Angelo de Mojana di Cologna, Ludovico Chigi Albani della Rovere e Matthew Festing o sovrani stranieri come il maharaja Jagatjit Singh, il principe Alberto II di Monaco, il granduca Enrico di Lussemburgo, Juan Carlos I di Spagna, Simeone II di Bulgaria e Costantino II di Grecia.

Fra i capi di dinastie già regnanti si ricordano Duarte Pio di Braganza, duca di Bragança e capo della Casa Reale del Portogallo, Nicola Petrović-Njegoš, capo della Casa Reale del Montenegro e Carlo di Borbone delle Due Sicilie.

Tra i militari ricordiamo i generali statunitensi John Pershing, Charles Treat, George Marshall e Ulysses S. Grant III, il feldmaresciallo tedesco Walther von Brauchitsch, i generali François d'Astier de La Vigerie, Tasker H. Bliss, Mark W. Clark, Ira C. Eaker, Peyton C. March, l'ammiraglio Ernesto Burzagli[15], l'Ammiraglio Carlo Avallone, il generale Armando Tallarigo, l'ammiraglio Luigi Rizzo di Grado e di Premuda, il Tenente Generale Ettore Chiarizia, il generale Luigi Questa, l'ufficiale di marina Emilio Faà di Bruno e il generale Livio Bonelli.

Tra le personalità politiche che meritarono tale onorificenza, oltre ad una lunga schiera di senatori durante il Regno d'Italia, si ricordano il conte Fulvio Testi, celebre letterato e poeta, segretario di Stato e governatore della Garfagnana durante il regno di Francesco I d'Este, il presidente Porfirio Díaz, il ministro degli esteri Giustino Fortunato[16], l'Ambasciatore d'Italia Francesco Babuscio Rizzo, Cristiana Muscardini, il diplomatico Jose Maria Quijano Wallis[17], il sindaco di New York Rudolph Giuliani (2001)[18], il conte Luigi Cibrario.

Altre personalità vennero insignite per meriti diversi, spazianti in differenti campi sociali come la cultura (Benedetto Croce, Giovanni Gentile e l'architetto Carlo Rinaldi), le materie ecclesiastiche (Pietro Tacchi Venturi, Agostino Rivarol, Tommaso Reggio, Timothy M. Dolan, Désiré-Félicien-François-Joseph Mercier, Andrea Carlo Ferrari), le scienze (Guglielmo Marconi, Charles Combes, Giuseppe Peano, Giovanni Falconi) e persino la filantropia (Thomas Hanbury e John Pierpont Morgan).

  1. ^ L’ORDINE SUPREMO DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA E L’ORDINE DEI SANTI MAURIZIO E LAZZARO: PROFILI DI COMPATIBILITÀ CON IL REGIME REPUBBLICANO E L’ATTUALE DISCIPLINA DELL’USO DELLE ONORIFICENZE IN ITALIA., su docelinajes.org. URL consultato il 22 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2021).
  2. ^ Casa di Savoia
  3. ^ Con la XIV Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione, l’Ordine Mauriziano viene conservato dalla Repubblica italiana come ente ospedaliero, con le funzioni e l’ordinamento stabiliti dalla legge statale del novembre 1962. Casa Savoia ha continuato a esercitarne il Gran Magistero in quanto Ordine dinastico non nazionale e la concessione dell'onorificenza è solo privata da parte del capo della Casa.
  4. ^ Disputa in corso relativa alla Linea di successione al trono d'Italia e per il riconoscimento del Capo della Real Casa.
  5. ^ LEGGE 3 marzo 1951, n. 178 . Istituzione dell'Ordine "Al Merito della Repubblica Italiana" e disciplina del conferimento e dell'uso delle onorificenze, su governo.it. URL consultato il 22 marzo 2015.
  6. ^ Fondazione Ordine Mauriziano: patrimonio culturale mauriziano, su ordinemauriziano.it. URL consultato il 15 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2021).
  7. ^ G. Baldesano, "Origine, fondazione e promotione dell'Ordine de'cavallieri di S. Mauritio", in La Sacra historia di S.Mauritio, Torino, G.D. Tarino, 1604, pp. 424-25. Sul Baldessano si vedano R. Dotta, Guglielmo Baldesano storico della Chiesa nell'età della Controriforma, Carmagnola 1991; P. Cozzo, "Antichi soldati per nuove battaglie. Guglielmo Baldesano e la riscoperta del culto tebeo nelle «valli infette»", in Bollettino della Società di Studi Valdesi, CXVIII (2001), pp. 1-23; Id., P. Cozzo, Fra militanza cattolica e propaganda dinastica. La storiografia di Guglielmo Baldessano (1545- 1612) nel Piemonte sabaudo, in «Nunc alia tempora, alii mores». Storici e storia in età postridentina, atti del convegno (Torino, 24-27 settembre 2003), a cura di M. Firpo, Firenze, Olschki, 2005, pp. 397-414
  8. ^ G. Arenaprimo (barone di Montechiaro), La Sicilia nella battaglia di Lepanto, Messina, Principato Editore, 1892, p. 47..
  9. ^ Enc. Treccani
  10. ^ F. T. Gariglio, Archivio Ordine Mauriziano, XVII sec.;.
  11. ^ Stabilita con Patente Regia del 19 luglio 1839, approvata con Decreto Reale del 21 dicembre 1924 e rinnovata con la Legge N. 203(1) del 7 marzo 1954 Medaglia Mauriziana al Merito di dieci lustri di carriera militare, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, N. 116, 21 maggio 1954, come previsto dalla legge n. 1327 dell'8 novembre 1956
  12. ^ Patrimonio immobiliare - EPAP, su epap.it.
  13. ^ Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (PDF), su ordinidinasticicasasavoia.it.
  14. ^ Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (PDF), su ordinidinasticicasasavoia.it.
  15. ^ Senato della Repubblica: biographical summary Archiviato il 16 febbraio 2012 in Internet Archive.
  16. ^ Collezione delle Leggi e de'Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie, Stamperia reale, 1846, p.85
  17. ^ Papel Periódico Ilustrado, Volúmen 1 año I Número 1 al 14 Archiviato il 3 dicembre 2013 in Internet Archive.
  18. ^ Events: 2001, su savoydelegation-usa.org, House of Savoy. URL consultato il 1º aprile 2009.
Vittorio Emanuele II di Savoia Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine
  • Guglielmo Baldesano, La sacra historia di S. Mauritio arciduca della legione thebea et de' suoi valorosi campioni… nella quale oltre l'attroce persecutione et gloriosa essaltatione di detti SS. et il severo castigo de' loro persecutori già descritti nella prima editione si è aggiunta la solennissima traslatione delle venerande reliquie d'esso generale thebeo et d'altri compagni con miracoli et altre cose notabili. Con la origine, unione e privileggi dell'ordine militare de' SS. Maurito et Lazaro, Torino, 1604
  • Pietro Gioffredo, Istoria dell'Ordine equestre de' ss. Maurizio e Lazzaro, in cui si tratta dell'antichità, progresso e decadenza e ristorazione del sacro ordine di S. Lazzaro gerosolimitano e dell'unione a quello di S. Morizio, in Archivio di Stato di Torino, Corte, Ordini militari, «Santi Maurizio e Lazzaro», mz.1 d'add.
  • Giovan Battista Ricci, Istoria dell'Ordine equestre de SS. Maurizio e Lazzaro, Torino, Giovan Francesco Mairese, 1714
  • Maurizio Marocco, La Basilica magistrale della sacra religione ed ordine militare de' Santi Maurizio e Lazzaro, Torino, Botta, 1860
  • Domenico Perrero, Prima carovana de' cavalieri della Sacra Religione e milizia de' Santi Maurizio e Lazzaro, in «Curiosità e ricerche storiche», IV (1880), pp. 112–189;
  • Gaudenzio Claretta, Dell'Ordine Mauriziano nel primo secolo dalla sua ricostituzione e del suo grand'ammiraglio Andrea Provana di Leini, notizie storiche con documenti, Torino, Bocca, 1890
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  • Paolo Boselli, L'Ordine mauriziano dalle origini ai tempi presenti, Torino, Elzeviriana, 1917
  • E. Nasalli-Rocca, Sulle origini e sulla natura giuridica degli ordini di San Maurizio e di San Lazaro, in Studi di storia ospedaliera piemontese in onore di Giovanni Donna d'Oldenico, Torino 1958, pp. 207–225.
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  • Marta Fusi, L'Ordine Mauriziano nelle valli di Pinerolo e la storia valdese dal Cinquecento all'Ottocento, Pinerolo, Alzani, 2002
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  • Giuseppe D'Angelo, L'Ordine Mauriziano. Vicenda ed esiti giuridici: ecclesiasticità genetica e laicizzazione dei fini, Roma, Aracne, 2007
  • Alberico Lo Faso di Serradifalco, La cripta della Basilica Mauriziana di Torino, cappella della Immacolata Concezione di Maria Santissima, «Studi piemontesi», XXXVI (2007), f. 2, pp, 489-508;
  • Paolo Cozzo, La Chiesa e gli Ordini cavallereschi. Dimensione religiosa e risvolti istituzionali tra età moderna e contemporanea, in Cavalieri: dai Templari a Napoleone, a cura di A. Barbero e A. Merlotti, Milano, Electa, 2009, pp. 163–173.
  • Fulvio Cervini, Corazza con croce mauriziana, in Cavalieri: dai Templari a Napoleone, cit., p. 312
  • Andrea Merlotti, Il duca Vittorio Amedeo II crea cavaliere dell'Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro un esponente della famiglia De Gubernatis (1680ca.), in Cavalieri: dai Templari a Napoleone, cit., pp. 313–314
  • Paola Mangia e Andrea Merlotti, Ritratto di un cavaliere mauriziano (1590ca.), in Cavalieri: dai Templari a Napoleone, cit., pp. 316–317
  • Chiara Devoti e Monica Naretto, Ordine e sanità. Gli ospedali mauriziani fra XVIII e XX secolo. Storia e tutela, Torino, Celid, 2010
  • Cristina Scalon, I manoscritti araldici nell'Archivio storico dell'Ordine mauriziano, in L'araldica del pennino, atti del convegno (Torino, 17 ottobre 2009), a cura di F. Antonielli d'Oulx, Torino, Chiaramonte, 2010, pp. 43–66
  • Alberico Lo Faso di Serradifalco, Gli stemmi nella basilica mauriziana, in L'araldica dello scalpello, atti del convegno (Torino, 27 novembre 2010), a cura di F. Antonielli d'Oulx, Torino, Chiaramonte, 2011, pp. 187–200

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