Ottone di Lovanio
Ottone | |
---|---|
Conte di Lovanio | |
In carica | 1038 - 1040 |
Predecessore | Enrico I |
Successore | Lamberto II |
Nome completo | Ottone di Lovanio |
Nascita | seconda o terza decade dell'XI secolo |
Morte | 1040 circa |
Dinastia | Casato di Reginar |
Padre | Enrico I |
Madre | non si conoscono né il nome né gli ascendenti |
Religione | cattolico |
Ottone di Lovanio; in francese: Otton de Louvain (seconda o terza decade dell'XI secolo – 1040 circa) è stato un nobile fiammingo fu conte di Lovanio, dal 1038 alla sua morte.
Origine
[modifica | modifica wikitesto]Secondo il Chronicon Sigeberti, riportato nel Recueil des historiens des Gaules et de la France. Tome 11, Ottone era figlio del conte di Lovanio, Enrico I[1] e della moglie, di cui non si conoscono né il nome né gli ascendenti[2].
Enrico I di Lovanio, secondo il Gesta Episcoporum Cameracensium, liber III era figlio del conte di Lovanio, Lamberto I[3] e come ci conferma la Genealogica comitum Buloniensium di Gerberga di Lorena[4], che, secondo la Genealogica comitum Buloniensium era la figlia del duca della Bassa Lorena, Carlo [5] e della moglie Adelaide di Troyes (come conferma la Hugonis Floriacensis, Historia Francorum Senonensis[6]), che era figlia del conte di Meux e conte di Troyes, Roberto di Vermandois[6].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Di Ottone si hanno notizie molto scarse. L'unica fonte in cui viene citato è il Chronicon Sigeberti, riportato nel Recueil des historiens des Gaules et de la France. Tome 11, in cui viene citato come figlio e successore di Enrico I[1].
Suo padre, Enrico I, morì nel 1038, come ci viene confermato dal Chronicon Sigeberti, riportato nel Recueil des historiens des Gaules et de la France. Tome 11[7], ucciso da un tale Ermanno, che era suo prigioniero[1] ed Ottone gli succedette[8].
Inoltre il Chronicon Sigeberti, riportato nel Recueil des historiens des Gaules et de la France. Tome 11 ci informa che Ottone fu colto da una improvvisa ed immatura morte e gli succedette il fratello di suo padre lo zio, Lamberto detto Baldrico[8]; secondo alcuni Lamberto II divenne conte, usurpando il potere di Ottone[2].
Invece, secondo la Vita Gudilae (entro 1048-1051) Lamberto II succedette al fratello, Enrico I.
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Di Ottone non si hanno notizie di una eventuale moglie e neppure di una discendenza[9].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (LA) Recueil des historiens des Gaules et de la France. Tome 11, pagg. 421 e 422
- ^ a b (EN) Foundation for Medieval Genealogy: BRABANT, LOUVAIN - HENRI de Louvain
- ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, Scriptores, tomus VII: Gesta Episcoporum Cameracensium III, par. 9, pag. 469 Archiviato il 29 settembre 2018 in Internet Archive.
- ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, Scriptores, tomus IX: Genealogica comitum Buloniensium, par. 1, pag. 301 Archiviato il 28 settembre 2018 in Internet Archive.
- ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, Scriptores, tomus IX: Genealogica comitum Buloniensium, par. 1, pag. 300 Archiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive.
- ^ a b (LA) Monumenta Germanica Historica, Scriptores, tomus IX: Hugonis Floriacensis, Historia Francorum Senonensis, anno 956, pag. 368 Archiviato il 17 giugno 2018 in Internet Archive.
- ^ (LA) Recueil des historiens des Gaules et de la France. Tome 11, pag. 421
- ^ a b (LA) Recueil des historiens des Gaules et de la France. Tome 11, pag. 422
- ^ (EN) Foundation for Medieval Genealogy: BRABANT, LOUVAIN - OTHON
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Fonti primarie
[modifica | modifica wikitesto]- (LA) Recueil des historiens des Gaules et de la France. Tome 11.
- (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus VII.
- (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus IX.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) BRABANT, LOUVAIN - OTHON, su fmg.ac, Foundation for Medieval Genealogy. URL consultato il 29 settembre 2018.
- (EN) Dukes of Brabant and Landgraves of Hesse - Otto, su genealogy.euweb.cz, Genealogy. URL consultato il 29 settembre 2018.