Trattato di Vienna (1866)

Trattato di Vienna
                     Confini del trattato 10 novembre 1859                      Confini del trattato 3 ottobre 1866
Tipotrattato bilaterale di pace
ContestoTerza guerra di indipendenza italiana
Firma3 ottobre 1866
LuogoVienna
PartiItalia (bandiera) Regno d'Italia
Impero austriaco
MediatoriFrancia (bandiera) Francia
FirmatariRegno d'Italia e Impero austriaco
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Il trattato di Vienna fu un accordo firmato a Vienna da Italia e Austria il 3 ottobre 1866, con il quale veniva dichiarata chiusa la terza guerra di indipendenza.

In base all'accordo di pace, l'Impero austriaco avrebbe ceduto il Veneto, il Friuli e la provincia di Mantova (ultimi territori rimasti del Regno lombardo-veneto[1]) alla Francia, che a sua volta li avrebbe poi trasferiti al Regno d'Italia, previo il consenso degli abitanti dei territori interessati, tramite un plebiscito.

I diplomatici italiani tentarono durante i negoziati del trattato di ottenere anche il Trentino fino a Salorno, fallendo però nel tentativo: difatti gli austriaci si attennero al testo dell'armistizio di Cormons che fissava come frontiera tra i due stati l'ex-confine amministrativo tra Lombardo-Veneto e terre ereditarie[2]. Simili tentativi non vennero neanche tentati per l'Istria o Trieste, considerati etnicamente misti[3].

Il trattato fu firmato dal generale italiano Luigi Federico Menabrea e dal suo omologo francese, Emmanuel Félix de Wimpffen. Il plebiscito delle province venete e quello di Mantova si svolse il 21 e 22 ottobre 1866.

  1. ^ La Lombardia era stata ceduta al Regno di Sardegna con la Pace di Zurigo del 1859
  2. ^ A. Samonà, L'irredentismo nelle lotte politiche e nelle contese diplomatiche italo-austriache, I: 1866-1882, Bologna, Zanichelli, 1932, pp. 5-8.
  3. ^ Cattaruzza Marina, L'Italia e il confine orientale, 1866-2006, Il mulino, 2007, p. 21, ISBN 9788815113948, OCLC 86075148.

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