Pala di Santa Maria in Porto

Pala di Santa Maria in Porto
AutoreErcole de' Roberti
Data1479-1481
Tecnicaolio su tela
Dimensioni323×240 cm
UbicazionePinacoteca di Brera, Milano

La Pala di Santa Maria in Porto (detta anche Pala Portuense) è un dipinto olio su tela (323x240 cm) di Ercole de' Roberti, datato 1479-1481 e conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano.

La grande pala d'altare venne eseguita per la chiesa di Santa Maria in Porto Fuori presso Ravenna, che era retta dai Canonici Lateranensi[1]. Già nel XVI secolo il dipinto venne trasferito nella basilica di San Francesco, mentre con le soppressioni napoleoniche venne requisito e destinato alla Pinacoteca milanese, dove entrò nel 1811.

Ercole de' Roberti creò in quest'opera una straordinaria architettura a sviluppo prevalentemente verticale, sotto la quale si trova un alto podio ottagonale su cui è poggiato il trono della Vergine. La base è decorata da alcune formelle (raffiguranti la Strage degli innocenti, l'Adorazione dei Magi e la Presentazione di Gesù al Tempio) che simulano dei bassorilievi all'antica e che si ispiravano all'ammiratissimo altare della basilica del Santo di Donatello a Padova.

Sopra questa base si ergono alcune colonnine con i fusti modanati e decorati da ghirlande, dischi e anelli marmorei, che permettono di scorgere in lontananza uno straordinario paesaggio marino in burrasca, la cui posizione così preminente è dovuta al ricordo della leggenda della fondazione di Santa Maria del Porto, quando il crociato Pietro degli Onesti, scampato al naufragio, aveva promesso alla Vergine la fondazione di una grande chiesa come ex voto.

Più in alto si erge l'altissimo trono della Vergine, incastonato da una nicchia con altrettanti finti rilievi, con un prezioso tappeto come poggiapiedi e con due scenografiche tende rosse che incorniciano la misurata composizione. I quattro santi presenti sono sant'Agostino (in basso a sinistra) protettore dell'ordine dei Lateranensi, il beato Pietro degli Onesti fondatore dell'ordine (in basso a destra), sant'Elisabetta e sant'Anna (in alto, ai lati della Vergine)[2].

La pala è uno dei migliori esempi delle innovazioni che percorrevano l'Italia settentrionale dopo il 1475, quando Antonello da Messina sviluppò una tipologia di sacra conversazione con i personaggi disposti in maniera piramidale con al vertice l'alto trono della Vergine (la Pala di San Cassiano, capolavoro oggi in parte mutilo). Il pittore creò una rappresentazione di grande monumentalità, improntata a una compostezza classica dove è ormai placata l'esagitata frenesia degli affreschi di Palazzo Schifanoia. Le forme appaiono così solide e misurate, con un robusto modellato plastico, mentre le inquietudini dell'artista affiorano solo nei finti bassorilievi decorativi.

  1. ^ Ma in origine la congregazione era quella dei Canonici regolari di Santa Maria in Porto, estintasi nel 1420.
  2. ^ Vergine in trono col Bambino, i santi Anna, Elisabetta, Agostino e il beato Pietro degli Onesti, su pinacotecabrera.org. URL consultato il 19 novembre 2022.

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