Palazzo dello Spagnolo

Palazzo dello Spagnolo
Palazzo dello Spagnolo, scala ad ali di falco
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàNapoli
Indirizzovia Vergini, 19
Coordinate40°51′24.46″N 14°15′15.83″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1738
Stilebarocco napoletano
Usoprivato
Realizzazione
ArchitettoFerdinando Sanfelice
Francesco Attanasio

Il palazzo dello Spagnolo o dello Spagnuolo (già palazzo Moscati) è un palazzo monumentale di Napoli, ubicato in via Vergini al civico 19 nel Rione Sanità, in pieno centro storico cittadino.

Il palazzo dello Spagnolo venne eretto nel 1738 su commissione del marchese di Poppano Nicola Moscati, unificando due lotti ricevuti dalla moglie. Il progetto, compresa la realizzazione della monumentale scala a doppia rampa, definita ad "ali di falco", che fu pensata come una sorta di luogo di incontro, in cui avveniva una vera e propria vita sociale, viene affidato così a Ferdinando Sanfelice[1][2], mentre a Francesco Attanasio vennero chiesti i lavori di stucco in stile rococò[3][4][5] che furono da lui progettati, ma eseguiti successivamente da Aniello Prezioso[1].

Frequenti erano le visite di Carlo III di Borbone, che nel palazzo cambiava i cavalli per prendere dei buoi, unici animali capaci di portarlo fino a Capodimonte lungo la ripida via Vergini[6].

Vista dalla scalinata monumentale

Sul finire del secolo venne acquistato da un nobile di Spagna, Tommaso Atienza, il cui soprannome lo Spagnolo è il motivo per cui il palazzo si chiama oggi in tale modo[6]. Il nuovo proprietario realizzò delle opere di espansione del palazzo facendo costruire un ulteriore piano (l'ultimo) e facendo realizzare gli affreschi al piano nobile, andati quasi completamente perduti a causa dei cattivi restauri avvenuti nel corso degli anni, e al secondo piano.

Nel 1850 il palazzo fu acquistato dalla famiglia Costa grazie al forte indebitamento di Atienza, il quale raggiunse quello stato, probabilmente, a causa di ingenti spese per le estrose opere di abbellimento del palazzo.

Successivamente, il palazzo (come molti edifici di Napoli), vide la proprietà frammentata in più parti costituendo oggi diverse proprietà private. Solo due appartamenti all'ultimo piano, in fase di restauro, sono riusciti ed esser stati acquistati dalla Regione Campania.

Il palazzo ha ospitato, in passato, l'istituto delle guarattelle (museo dei burattini locali e internazionali); attualmente, il secondo e terzo piano sono sede di un istituendo museo dedicato a Totò, la cui apertura al pubblico viene di anno in anno posticipata.[7]

Un busto ritratto del palazzo
La facciata su via Vergini

Il palazzo è forse il più pregevole esempio di architettura civile in stile barocco napoletano, grazie soprattutto alla imponenza esemplare della scala principale a doppia rampa, che costituisce la facciata interna dell'edificio, nonché caratteristica architettonica principale del barocco napoletano. Non a caso sono diversi gli edifici in tale stile che presentano uno scalone d'accesso simile a quello del palazzo dello Spagnolo. Si ricordano per esempio anche il palazzo Trabucco, Palazzo Venezia, palazzo Sanfelice, Palazzo di Majo, Palazzo Tufarelli ed altri ancora.

Tutto l'edificio è inoltre caratterizzato da decorazioni in stucco in stile rococò, le quali sono state realizzate intorno al 1740 dallo stuccatore Aniello Prezioso, su schizzo di Francesco Attanasio.

Le porte di accesso agli appartamenti sono decorate con stucchi che inquadrano medaglioni con i ritratti a busto della famiglia che abitava quell'appartamento.

  1. ^ a b Comune di Napoli, su comune.napoli.it. URL consultato il 20 dicembre 2011.
  2. ^ D. Mazzoleni, I palazzi di Napoli, Arsenale Editrice (2007) ISBN 88-7743-269-1
  3. ^ A.S.B.N Banco della Pietà, Giornale di Cassa, matr. 1841, 13 settembre 1742:
    A D.Nicolò Moscato, Marchese di Poppano, d. (ducati) 300 ad Aniello Preziuso Capo Maestro stuccatore, a compimento di ducati 1616, a conto dei lavori di stucco fatti e faciendi nella casa dotale di Donna Anna Maria d'Orso Marchesa di Poppano, sua Moglie, che si rifà modernandosi a tenor della relazione del Regio Ingegnere e Tavolario D. Francesco Attanasio.
  4. ^ A.S.B.N Banco della Pietà, Giornale di Cassa, matr. 1183, 28 marzo 1742:
    A Don Nicola Moscato Marchese di Poppano, ducati 50 al Regio Ingegnere e Tavolario don Francesco Attanasio a comp. di 300 atteso che gli altri li ha ricevuti per Banco dello Spirito Santo e SS. Salvatore, a conto dell'assistenza, direzione della fabbrica sino a 20 corrente fatta e facienda nella Casa dotale di Donna Anna Maria d'Orso Marchesa di Poppano sua moglie, sita all'incontro della Parrocchiale chiesa di Santa Maria dei Vergini quale si rifà e rimoderna a tenore della relazione formata dallo stesso Tavolario don Francesco Attanasio e deciso per magnam curiam a sue spese e suo proprio danaro e per esso a Mattia Attanasio e Gaetano Attanasio.
  5. ^ Vincenzo Rizzo, Ferdinandus Sanfelicius Architectus Neapolitanus, Altrastampa, Napoli 1999, pagg. 34, 56, 124, 132 e 133
  6. ^ a b Valerio Ceva Grimaldi e Maria Franchini, Napoli insolita e segreta, Jon Glez, 2014, p. 271, ISBN 978-2-36195-063-7.
  7. ^ Reportonline.it. URL consultato il 30 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2013).
  • Il Palazzo dello Spagnuolo ai Vergini in Napoli, Societa Editrice Napoletana (1979)
  • Vincenzo Rizzo, Ferdinandus Sanfelicius Architectus Neapolitanus, Napoli 1999.

Voci correlate

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