Papiro di Ossirinco 1007

P. Oxy. 1007 verso

Il cosiddetto Papiro di Ossirinco 1007 (P. Oxy. 1007, VH5, LDAB 3113, Rahlfs 907[1]) è un manoscritto pergamenaceo frammentario della Septuaginta, databile al III secolo[2].

Il manoscritto consiste in un frammento di un foglio, vergato in onciale greca al recto e al verso su due colonne per circa 33 righe lacunose[2], e contiene alcuni versetti del secondo e del terzo capitolo della Genesi: 2,7-9.16-18.23-3,1.6-7[1].

Il testo ha la peculiarità di recare il tetragramma biblico, scritto in caratteri ebraici nella forma abbreviata con la doppia jodh iniziale[3], in due passi: in Genesi 2,8 (verso, col. I 4) e 2,18 (verso, col. II 14)[4]. Vi si trova pure il nomen sacrum θς (abbreviazione di θεός)[3], per quattro volte al nominativo e una al genitivo.

Il manoscritto fa parte della collezione dei Papiri di Ossirinco ed è stato pubblicato per la prima volta nel 1910 da Arthur Surridge Hunt nella collana The Oxyrhynchus Papyri, a cui deve il nome. Nella lista dei manoscritti della Settanta compilata da Alfred Rahlfs è indicato con il numero 907.

Attualmente è conservato a Londra nella British Library (Inv. 2047).

  1. ^ a b Hurtado, p. 210.
  2. ^ a b Hunt, p. 1.
  3. ^ a b Hurtado, p. 108.
  4. ^ Robert James Victor Hiebert, Claude E. Cox, Peter John Gentry (2001). The Old Greek Psalter: Studies in Honour of Albert Pietersma. Sheffield: Sheffield Acad. Press. p. 129. ISBN 1-84127-209-4.
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