Pavel Birjukov

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Pavel Ivanovič Birjukov

Pavel Ivanovič Birjukov (18601931) è stato un attivista e editore russo, biografo di Lev Tolstoj.

Originario di una nobile famiglia di Kostroma,[1] fu avviato dal padre, generale, alla carriera militare,[2] e diventò ufficiale della Marina Imperiale.[3] Dopo alcune visite a Mosca presso la casa di Lev Tolstoj, rinunciò alla divisa, come Vladimir Čertkov, per dedicarsi all'attivismo tolstoiano.[1] A colpirlo, in particolare, fu l'opera La mia fede,[2] scritta da Tolstoj fra l'inizio del 1883 e il 1884.[4]

Nel novembre del 1884 fondò con Tolstoj e Čertkov la casa editrice Posrednik (L'intermediario) affinché «istruisse il popolo russo». Nel dicembre del 1896, assieme a Čertkov e Trebugov, si recò a San Pietroburgo per chiedere allo zar Nicola II la fine della persecuzione dei doukhobors. I tre attivisti, come risposta alla loro richiesta, furono arrestati e condannati all'esilio.[4] Čertkov riparò in Inghilterra, Birjukov in Svizzera,[5] dopo un periodo di residenza coatta in Curlandia.[4] Giunto in Svizzera nel 1899, vi pubblicò il giornale tolstoiano Svobodnaja Mysl e iniziò a scrivere la biografia del maestro.[2]

Nel 1905, tornato in patria, riorganizzò con Tolstoj e Čertkov (rientrato anche lui dall'esilio) la casa editrice Posrednik.[4] Amico intimo della famiglia di Tolstoj, si stabilì a Jasnaja Poljana e sposò una ragazza del villaggio.[1] Nel 1888 aveva pensato di prendere in moglie Maša, figlia prediletta dello scrittore, ma il matrimonio era saltato anche per l'opposizione della contessa Sonja,[6] che aveva in antipatia i tolstoiani, seppure considerasse Birjukov «uno dei migliori: tranquillo, intelligente»[7].

Dopo la morte del maestro, egli fu in stretto contatto, nel corso della prima guerra mondiale, con Romain Rolland, che incontrò una prima volta nel dicembre del 1915 a Ginevra. Il Premio Nobel francese lo descrisse in questi termini:

«Biriukoff è un vecchietto di una sessantina d'anni, con una barba grigia che parla con una voce flebile, un po' bleso, con gesti estremamente calmi. Egli è semplicissimo, dice solo cose precise, con tono di naturale dignità, che nasce dal rispetto per l'argomento e dalla sua convinzione. È coraggioso senza spavalderia quando afferma, in un'epoca simile, e in questa Ginevra arsa dalle passioni nazionaliste, le idee di Tolstoj sulla guerra e sulla patria. In proposito legge alcuni testi che non lasciano il minimo dubbio: una conversazione in cui Tolstoj affermava, durante la guerra russo-giapponese, che quand'anche il nemico fosse stato a Mosca, quand'anche fosse stato a Pietroburgo, il rifiuto del servizio militare gli sarebbe parso il dovere assoluto.»

Durante il conflitto mondiale, Birjukov tenne varie conferenze e collaborò con gruppi pacifisti. Nel 1916 difese il tolstoiano Jules Humbert-Droz, condannato perché obiettore di coscienza. Birjukov fu, secondo le parole di Pierre Jean Jouve, «il legame vivente tra la minoranza europea in Svizzera e l'anima di Jasnaja Poljana».[2]

La casa editrice Fratelli Treves pubblicò nel 1906, tradotto in italiano da Nina Romanowski, "Leone Tolstoi, sua vita e sue opere: memorie autobiografiche, lettere e materiale biografico fornito da Leone Tolstoi e riordinato da Paolo Biriucof".[8]

Nel 1952 una parte dell'opera di Birjukov è stata ripubblicata, a cura di Edmondo Marcucci per le Edizioni "Alaya", sotto il titolo "Tolstoï e l'oriente: lettere, testimonianze, commenti.[9]

Nel 1987 è comparso, in appendice all'edizione BUR dei Racconti di Sebastopoli, il capitolo "Dalla biografia di Tolstoi, di Pavel Biriukov: Il Danubio e Sebastopoli".[10]

La sua biografia di Tolstoj è stata pubblicata in lingua inglese, in varie edizioni, col titolo The Life of Tolstoy.

  1. ^ a b c Lev L'vovič Tolstoj, La verità su mio padre, traduzione di Marta Albertini, Milano, Archinto, 2004, p. 71. ISBN 88-7768-378-3
  2. ^ a b c d e Isabella Adinolfi, Bruna Bianchi, «Fa' quel che devi, accada quel che può». Arte, pensiero, influenza di Lev Tolstoj, Napoli, Orthotes Editrice, 2011, p. 189. ISBN 978-88-905619-9-3
  3. ^ Victor Lebrun, Devoto a Tolstoj, traduzione di Dino Naldini, Milano, Lerici Editori, 1963, p. 63 (ove il nome di Birjukov è italianizzato come Paolo Birinkov).
  4. ^ a b c d Igor Sibaldi, Cronologia, in Lev Tolstoj, Tutti i racconti, volume primo, Milano, I Meridiani Mondadori, 2005. ISBN 88-04-55275-1
  5. ^ Lev L'vovič Tolstoj, La verità su mio padre, op. cit., p. 142.
  6. ^ Silvio Bernardini, nota in Lev Tolstoj, I diari, traduzione e note di Silvio Bernardini, Milano, Longanesi, 1980, p. 739.
  7. ^ Sof'ja Tolstaja, I diari: 1862-1910, traduzione di Francesca Ruffini e Raffaella Setti Bevilacqua, Milano, La Tartaruga, 2010, p. 99 (in data 19 luglio 1887).
  8. ^ Lev Nikolaevǐc Tolstoj, Leone Tolstoi, sua vita e sue opere: memorie autobiografiche, lettere e materiale biografico fornito da Leone Tolstoi e riordinato da Paolo Biriucof, Treves, 1906.
  9. ^ Pavel Biri︠u︡kov, Tolstoï e l'oriente: lettere, testimonianze, commenti, Edizioni "Alaya", 1952.
  10. ^ Descrizione del libro (ISBN 8817166154) dal catalogo della Biblioteca Comunale Centrale (Milano).

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