Perlato di Sicilia
Perlato di Sicilia | |
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Cave di marmo nel monte Cofano a Custonaci | |
Nomi alternativi | |
Botticino di Sicilia | |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 2,670-2,687[1] |
Coefficiente di imbibizione | 0,70-0,90[1] |
Coefficiente di dilatazione termica lineare (K-1) | 0,0043[1] |
Proprietà meccaniche | |
Resistenza a trazione (kgf/m2) | 13 MPa[1] |
Resistenza a compressione (kgf/m2) | 1985-1995[senza fonte] |
Resistenza all'urto (Charpy) | 29[1] |
Il perlato di Sicilia è un marmo estratto dalle cave di Custonaci in provincia di Trapani.
Si è formato nel Cretacico.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Denominato anche Botticino di Sicilia, presenta un fondo di colore avorio chiaro arabescato marrone con tonalità più o meno scure e con chiazze di calcite che richiamano l'interno madreperla delle conchiglie.
L'attività marmifera
[modifica | modifica wikitesto]Si ricava principalmente a Custonaci, noto per l'importante attività di estrazione marmifera. Si contano circa duecento cave di marmo nel territorio tra Monte Cofano e Monte Sparagio, su una superficie di tre chilometri quadri.
È esportato in tanti Paesi e in particolare è molto richiesto nella penisola arabica. Questo marmo si trova, seppur in quantità piccola, all'interno della Basilica di San Pietro a Città del Vaticano e in altri monumenti di notevole importanza artistica.
Note
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