Pierre Paul Prud'hon

Un autoritratto giovanile di Pierre-Paul Prud'hon realizzato tra il 1788 e il 1790

Pierre-Paul Prud'hon, nato Pierre Prudon (Cluny, 4 aprile 1758Parigi, 14 febbraio 1823), è stato un pittore e disegnatore francese romantico noto per i suoi dipinti allegorici e i ritratti.

Prud'hon fu influenzato dal neoclassicismo e dal romanticismo. Fu apprezzato da artisti e scrittori come Stendhal, Delacroix, Millet e Baudelaire per i suoi chiaroscuri e per il suo convincente realismo; la sua opera più famosa è probabilmente la Crocifissione (1822) dipinta per la cattedrale di Santo Stefano a Metz e oggi esposta al Louvre di Parigi.[1]

La targa posta sulla casa di nascita di Prud'hon, a Cluny.

Pierre-Paul Prud'hon nacque a Cluny, il 4 aprile del 1757, settimo e ultimo figlio di Christophe Prudon, un mastro scalpellino, e di Françoise Piremol. Notato dal curato di Saint-Marcel, l'abate Besson, egli studiò presso i monaci di Cluny.[2]

All'età di sedici anni gli venne assegnata una borsa di studio per andare alla scuola di pittura di Digione. Nel 1776, non riuscì a vincere il premio di Roma organizzato dalla provincia borgognona, ma ottenne il primo premio di pittura al concorso annuale della scuola. Fino al 1778 studiò presso François Devosge,[3] il direttore della scuola il cui lavoro ispirato a Bouchardon e Greuze influenzò le sue prime opere. Egli lavorò per un mecenate locale, il barone di Joursanvault, ammiratore di Rousseau e delle idee sulla sua virtù, la natura e la libertà.[4]

A diciannove anni, sposò Jeanne Pennet, la figlia di un notaio, il 17 febbraio del 1778. Questo matrimonio non fu molto felice ma ebbe un primo figlio, Jean, nato il 26 febbraio del 1778, che diventerà anche lui un pittore e incisore.

Egli continuò i suoi studi e, nel 1780, si recò a Parigi, dove si rivolse all'incisore Wille per il barone di Joursanvault, che fu anche il suo benefattore, e per il quale illustrò un Méthode de basse e un Méthode de blason. A Parigi ebbe un legame con una famiglia, i Fauconnier, la cui figlia, Marie, si innamorò di lui. Nell'apprendere che egli era sposato, tuttavia, ella si allontanò da lui. Egli strinse amicizia con Maximilien de Robespierre. Secondo i fratelli Goncourt, nel 1781 fece scrivere il proprio cognome come "Prud'hon" e scelse "Paul" come secondo nome, riferendosi a Rubens.[5] Come studente dell'accademia reale di pittura, non ottenne che una medaglia trimestrale.

Nel 1783, tornato a Digione, gareggiò nuovamente per il premio di Roma regionale degli stati della Borgogna, lo vinse e partì per Roma con il suo compagno Pierre Petitot.[6] Eppure, nonostante la sollecitudine del cardinale de Bernis e dei suoi amici Canova e Quatremère de Quincy, egli visse nella solitudine, nella melancolia e talvolta nell'imbarazzo. Come omaggio per la famiglia di Condé che allora governava la Borgogna, realizzò per il palazzo Ducale a Digione la sua prima grande composizione, una Gloria della Borgogna, un'interpretazione del soffitto del palazzo Barberini di Pietro da Cortona.[6] Viaggiò in Italia dal 1784 al 1788 e fece studi numerosi dalle opere antiche, a cui farà riferimento per tutta la sua carriera.[4]

Gli anni difficili

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L'unione dell'amore e dell'amicizia (1793 circa), Minneapolis Institute of Art

Ammalatosi, rinunciò al prolungamento del suo soggiorno e rientrò all'inizio del 1788. Per ripagare un debito di famiglia, lavorò per alcuni mesi a Lione come assistente del pittore di fiori Gonichon. Nel dicembre del 1788 si trovava a Parigi, dove sua moglie lo raggiunse e dove nacquero due dei suoi figli tra il 1791 e il 1793. Furono degli anni difficili per la famiglia. Non espose che un disegno al Salone del 1791, Le Génie de la Liberté (Cambridge, Fogg Art Museum). Due anni dopo presentò il suo primo olio su tela, L'unione dell'amore e dell'amicizia (Minneapolis Institute of Art). Egli acquisì una certa fama con qualche quadro allegorico tradotto su incisione dal Copia. Adottò molto in fretta gli ideali rivoluzionari e dipinse i ritratti di Cadet de Gassicourt (1791, museo Jacquemart-André) e quello di Saint Just (1793, museo di belle arti di Lione).[7] Come la maggior parte degli artisti del tempo, nel 1794 partecipò al concorso dell'anno II, organizzato da Quatremère de Quincy e David per fornire delle commissioni agli artisti. Come loro, si rifugiò nell'allegoria per evitare gli eventi rivoluzionari di un'attualità troppo scottante.

La sua amicizia con Robespierre lo obbligò a lasciare Parigi con la sua famiglia ed egli andò a vivere a Rigny, nei pressi di Gray, nella Franca Contea, dal 1794 al 1796.[6] Allora visse di ritratti e di illustrazioni per l'editore e tipografo Pierre Didot, come per La nuova Eloisa di Jean-Jacques Rousseau o il romanzo di Longo Dafni e Cloe.

Eletto membro associato dell'Istituto nel 1796, ritornò dunque a Parigi, dove la sua carriera conobbe un nuovo sviluppo. Il Louvre mise a sua disposizione uno studio per realizzare La Saggezza e la Verità discendono sulla Terra dal 1798 al 1799. Tra il 1798 e il 1801 decorò l'hôtel particulier acquistato nel 1797 da un rifornitore degli eserciti, Marc-Antoine de Lannoy, nel nuovo quartiere di rue de la Chaussée-d'Antin. Questo hôtel che vide nascere il futuro Napoleone III venne distrutto alla fine del XIX secolo, ma molti pannelli sono conservati al Louvre a Chantilly.

Gli anni felici

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Nel 1802, Prud'hon si trasferì dal Louvre, come molti artisti che vi erano stati ospitati. Si stabilì in uno degli atelier allestiti sotto la denominazione di "museo degli artisti" alla Sorbona,[8] dove avrebbe dimorato per vent'anni. Si separò definitivamente dalla moglie e dipinse un soffitto per le sale antiche del Louvre intitolato Diane prie Jupiter de ne pas l'assujetir à l'hymen. La pittrice Constance Mayer, nata nel 1775, studente di Suvée e di Greuze, divenne la sua compagna e crebbe i suoi figli. Ella collaborò con lui su vari progetti e realizzò delle opere tratte dagli studi o dagli schizzi di Prud'hon, che ella espose al Salone dal 1804 al 1819.

Divenuto il pittore preferito della casa imperiale del primo Impero, nel 1808 dipinse La Giustizia e la Vendetta divina che perseguitano il Crimine e venne nominato cavaliere della Legion d'onore il 22 ottobre del 1808. Nel 1811, venne nominato professore di disegno della sovrana e realizzò il ritratto del piccolo re di Roma, presentato al Salone del 1812.

Prud'hon che scopre il cadavere di Constance Mayer in una litografia di Eugène Devéria, pubblicata su L'Artiste nel 1831

La caduta dell'impero segnò la fine degli anni felici. Nel 1816 alla fine venne eletto membro dell'Accademia di belle arti, alla cattedra numero 3 della sezione di pittura, come successore di François-André Vincent, e ricevette alcune commissioni per il Senato e la chiesa della Maddalena. Durante la Restaurazione si dedicò solo ai ritratti e ai dipinti religiosi.

Il 26 maggio del 1821, Constance Mayer, caduta in depressione, si uccise, e il dolore di Prud'hon fu profondo. Egli finì il dipinto che lei aveva lasciato incompiuto, Une famille malheureuse, e lo espose al Salone del 1822. La sua ultima opera importante, L'anima infrange i legami che l'avvincono alla Terra, resta incompiuta.

Pierre-Paul Prud'hon morì nel 1823 e venne sepolto a Parigi, al cimitero di Père-Lachaise,[9][10] accanto a Constance Mayer.

Delacroix vedeva in lui colui che aveva saputo resistere al neoclassicismo ufficiale e i romantici ne fecero il loro martire.[11] Venne apprezzato da Stendhal, Balzac,[12] Millet e Baudelaire per la qualità del suo chiaroscuro e il suo realismo sottile. Molte sue opere furono tradotte in incisioni dal suo collega Jacques-Louis Copia, mentre Antoine François Gelée venne premiato con una medaglia al Salone del 1842 per la sua interpretazione del dipinto La Giustizia e la Vendetta divina che perseguitano il Crimine.[13]

Una via nel centro di Digione porta il suo nome, così come una nel sedicesimo arrondissement di Parigi, l'avenue Prudhon, all'interno del giardino di Ranelagh.

Une via di Cluny porta il suo nome. Vi si trova un busto bronzeo dell'artista, fuso nel 1923. Anche un collegio di questa stessa città porta il suo nome.[14]

Privilegiando le nudità allegoriche, egli adottò un tocco vaporoso e un modellato fuso ispirato a Leonardo da Vinci e al Correggio.[6] Contrastando con il neoclassicismo di David, che usava una linea netta, i suoi tratti testimoniano l'emergere della sensibilità romantica.[15]

Tra il 1804 e il 1806, Prud'hon lavorò a una commissione ufficiale del prefetto della Senna Frochot per il palazzo di giustizia, La Giustizia e la Vendetta di Dio perseguitano il Delitto (museo del Louvre). Nello stesso periodo dipinse il ritratto di Talleyrand nel 1807 e la Psiche portata in volo dagli Zefiri (Salone del 1808, Louvre) per il conte Sommariva, un ricco appassionato milanese e mecenate di Prud'hon.

Egli fece il ritratto dell'imperatrice Giuseppina nel 1805 (conservato a Parigi, al museo del Louvre), e grazie, a Frochot, realizzò delle commissioni importanti per delle decorazioni effimere per delle feste e degli eventi come l'incoronazione di Napoleone nel 1805 e il matrimonio dell'imperatore con Maria Luigia d'Austria nel 1810. Fu sempre a lui che la città si rivolse per fornire i modelli dei mobili di vermeil destinati alla giovane imperatrice Maria Luigia nel 1810 e per la culla del re di Roma nel 1811. I disegni ne restituiscono l'aspetto.

Venere, Imene e Amore (1793 circa), museo del Louvre, Parigi

Nell'atelier della Sorbona

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Ritratto di Giuseppina di Beauharnais di Pierre Paul Prud'hon (1805), Louvre, Parigi
Opere dalla data sconosciuta
  1. ^ a b (FR) LE CHRIST SUR LA CROIX. LA MADELEINE ET LA VIERGE SONT A SES PIEDS, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  2. ^ (FR) Paul Martin, « La jeunesse de Pierre-Paul Prud'hon », Annales de l'académie de Mâcon, 1876, pp. 63-80.
  3. ^ (FR) Les mystères de la rue - Dijon. Pierre-Paul Prud’hon, une vie tourmentée, su www.bienpublic.com. URL consultato il 18 aprile 2024.
  4. ^ a b (EN) Stephen Duffy e Jo Hedley, The Wallace Collection’s Pictures : A complete catalogue, Milano/London, Unicorn Press and Lindsay Fine art, 2004, pp. 336-339.
  5. ^ (FR) L'art du xviiie siècle 3, œuvres complètes, reprint Slatkine, volume 5, p. 303.
  6. ^ a b c d Annuario biografico universale raccolta delle biografie dei piu illustri contemporanei, Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1886. URL consultato il 18 aprile 2024.
  7. ^ a b (FR) Saint-Just par Prud'hon, su www.antoine-saint-just.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  8. ^ (FR) Christian Hottin, « Naissance d’une architecture spécifique », in Christian Hottin (dir.), Universités et grandes écoles à Paris : les palais de la science, Paris, Action artistique de la ville de Paris, 1999, pp. 37-44.
  9. ^ (FR) Alfred Forest, Pierre-Paul Prud'hon, peintre français (1758-1823) / Alfred Forest, 1913, p. 115. URL consultato il 18 aprile 2024.
  10. ^ (FR) Visionneuse - Archives de Paris, su archives.paris.fr, 1823. URL consultato il 18 aprile 2024.
  11. ^ (FR) Sylvain Laveissière, « Entretien avec », Muséart, n. 74, settembre 1997, p. 45.
  12. ^ (FR) La Bourse, 1832, Bibliothèque de la Pléiade, 1976, vol. I, p. 141.
  13. ^ (FR) Dictionnaire Bénézit, Gründ, 1999, vol.5, p. 950.
  14. ^ (FR) Alain Dessertenne, « Les statues publiques en Saône-et-Loire. 1re partie : les statues aux illustres. », rivista trimestrale Images de Saône-et-Loire n. 205 del marzo 2021, pp. 6-11.
  15. ^ (FR) Vincent Pomarède, 1001 peintures au Louvre : De l’Antiquité au XIXème siècle, Musée du Louvre Editions, 2005, p. 197.
  16. ^ (FR) Apothéose du baron de Joursanvault, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  17. ^ (FR) Portrait du sculpteur Pierre Petitot, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 19 aprile 2024.
  18. ^ (FR) Portrait de François Devosge, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 19 aprile 2024.
  19. ^ (FR) Plafond à la gloire du prince de Condé, gouverneur de Bourgogne, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 19 aprile 2024.
  20. ^ (FR) Portrait du sculpteur Nicolas Bornier, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 19 aprile 2024.
  21. ^ (FR) Tête de jeune femme, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 19 aprile 2024.
  22. ^ (FR) Réunion des Musées Nationaux-Grand Palais -, su www.photo.rmn.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  23. ^ (EN) The Union of Love and Friendship, Pierre-Paul Prud'hon ^ Minneapolis Institute of Art, su collections.artsmia.org. URL consultato il 19 aprile 2024.
  24. ^ (FR) Portrait de François Musard, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  25. ^ (FR) Marie Marguerite Lagnier, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  26. ^ (FR) Portrait de Mademoiselle de Vellefrey, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 19 aprile 2024.
  27. ^ (FR) Grande Galerie, in Le Journal du Louvre, n. 17, 2011, p. 10.
  28. ^ (FR) Diane implorant Jupiter de ne pas l'assujettir aux lois de l'hymen, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  29. ^ (FR) LA SAGESSE ET LA VERITE DESCENDENT SUR LA TERRE ET LES TENEBRES QUI LA COUVRENT SE DISSIPENT A LEUR APPROCHE, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  30. ^ (EN) Portrait of Rutger Jan Schimmelpenninck and his Family, Pierre Prud'hon, 1801 - 1802, su Rijksmuseum. URL consultato il 19 aprile 2024.
  31. ^ (FR) LA JUSTICE ET LA VENGEANCE DIVINE POURSUIVANT LE CRIME, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  32. ^ (FR) L'enlevement de Psyche, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  33. ^ (FR) L'AMOUR SÉDUIT L'INNOCENCE, LE PLAISIR L'ENTRAÎNE, LE REPENTIR SUIT, su beaux-arts.ca. URL consultato il 19 aprile 2024.
  34. ^ (FR) Pierre-Paul Prud'hon e France, Noces d'Hébé et d'Hercule, 1817. URL consultato il 19 aprile 2024.
  35. ^ (FR) Marcel Langlois, Le Musée de Chartres - 28 gravures : Antiquité, moyen âge, renaissance, temps modernes ; peinture, sculpture, dessin, histoire naturelle,, Chartres, 1906. URL consultato il 19 aprile 2024.
  36. ^ (EN) Bonhams : Pierre-Paul Prud'hon (French, 1758-1823) Portrait of Louise de Guéhéneuc, duchesse de Montebello (1782-1856),, su www.bonhams.com. URL consultato il 19 aprile 2024.
  37. ^ (FR) Le roi de Rome, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  38. ^ (FR) Pierre-Paul Prud'hon e France, Le baron Vivant Denon (1747-1825), 1800. URL consultato il 19 aprile 2024.
  39. ^ (FR) Monsieur Vallet, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  40. ^ (FR) Jeune Zephyr se balançant au-dessus de l'eau, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  41. ^ Ritratto di Giovanni Battista Sommariva - Pierre-Paul Prud'hon, su pinacotecabrera.org. URL consultato il 19 aprile 2024.
  42. ^ (FR) Jeune Zephyr se balançant au-dessus de l'eau, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 19 aprile 2024.
  43. ^ (FR) Marianne Delafond, De Le Brun à Vuillard : Catalogue d’exposition, Institut de France, 1995, p. 84.
  44. ^ (FR) Pierre Paul Prud'hon (Cluny 1758-1823 Paris) A portrait of Marie Adrienne Hervé Louise de Carbonnel de Canisy, Duchesse de Vicence, su christies.com. URL consultato il 19 aprile 2024.
  45. ^ (FR) La Justice et la Vengeance divine poursuivant le Crime, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 19 aprile 2024.
  46. ^ (FR) L'Assomption de la Vierge, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  47. ^ (FR) L'AME BRISANT LES LIENS QUI L'ATTACHENT A LA TERRE, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  48. ^ (FR) Madame Jarre, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  49. ^ (FR) Le Christ sur la croix. La Madeleine et la Vierge sont à ses pieds, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  50. ^ (EN) Pierre Paul Prud'hon | Andromache and Astyanax | The Metropolitan Museum of Art, su The Metropolitan Museum of Art. URL consultato il 19 aprile 2024.
  51. ^ (FR) Vénus au bain ou L'innocence, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  52. ^ (FR) L'Assomption de la Vierge, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  53. ^ (FR) MINERVE ECLAIRANT LES GENIES DES ARTS ET DES SCIENCES, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 19 aprile 2024.
  54. ^ (FR) L'ETUDE GUIDE L'ESSOR DU GENIE, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 24 aprile 2024.

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