Pitagora (liberto)

Busto del giovane Nerone in abito sacerdotale; l'imperatore romano celebrò in almeno due occasioni il rito del matrimonio romano con degli uomini.

Pitagora (fl. I secolo) è stato un liberto dell'ultimo imperatore romano della dinastia giulio-claudia Nerone.

I due uomini si sposarono durante una cerimonia pubblica in cui l'imperatore stesso assunse il ruolo della moglie[1][2][3][4], il tutto collegato forse a certi riti misterici[5]. Si dice anche che durante la prima notte di nozze Nerone imitò le grida e i gemiti delle vergini costrette con la forza all'unione sessuale[6].

Egli non è stato l'unico amante maschio avuto dall'imperatore: ebbe difatti due compagni di letto, allo stesso tempo, oltre al liberto Pitagora, che svolgeva il ruolo di marito, anche Sporo il quale invece interpretava il ruolo di moglie[7].

Molto poco si sa sull'esistenza di Pitagora, tranne che era un giovane liberto (uno schiavo liberato) che faceva parte del seguito di Nerone; è stato definito "parte del suo gregge contaminato" (uni ex illo contaminatorum grege)[8]. È stato forse uno di quelli che gli servivano il vino sul calice[3] o l'assaggiatore personale.

Matrimonio con Nerone

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Nell'anno 64, durante la celebrazione delle festività dei Saturnalia, Gaio Ofonio Tigellino offrì tutta una serie di banchetti a cui partecipò in primis anche l'amico imperatore; un paio di giorni dopo avvenne il fatto conosciuto come lo sposalizio di Nerone con Pitagora[9]:

«Si abbassò fino al punto da sposarsi con uno dei membri di quell'indegno gruppo, di nome Pitagora, eseguendo tutti i riti formali del matrimonio regolare. Il velo da sposa è stato messo sull'imperatore; la gente ha visto i testimoni della cerimonia, la dote di nozze, il divano e le fiaccole nuziali.»

Svetonio pare raccontare la stessa storia riguardante Nerone, dicendo però che l'imperatore diventò la sposa di un certo Doriforo. Siccome sia Publio Cornelio Tacito sia Cassio Dione Cocceiano menzionano solamente la persona di Pitagora, a detta del biografo Champlin, essendo del tutto improbabile che un secondo scandaloso matrimonio di questo tipo potesse avvenire senza essere stato notato da altri, la soluzione più semplice è che Svetonio si sia confuso con il nome[10].

Vi fu effettivamente un Doriforo tra i più ricchi e potenti liberti di Nerone, ma questi morì con certezza nel 62, quindi ben due anni prima dei fatti ascrittigli[10] dove Nerone coperto di pelli di animali selvatici venne fatto uscire da una gabbia per aggredire le parti intime dei partecipanti allo spettacolo legati strettamente a delle colonne, dopo di che "è stato sconfitto/vinto (ucciso per finta) dal suo liberto Doriforo"[11]. In quanto poi il termine greco "doryphoros" significa "portatore di lancia" (Δορυφόρος)[12] come l'omonima scultura greca rappresentante il Doriforo, potrebbe anche essere che la parola sia stata latinizzata con l'attribuzione del suo significato sessualmente allusivo[13].

  1. ^ Ancient History Sourcebook: Suetonius: De Vita Caesarum--Nero, c. 110 C.E., su fordham.edu. URL consultato il 7 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2011).
  2. ^ Cassius Dio Roman History: LXII, 28 - LXIII, 12-13
  3. ^ a b Frier, Bruce W., Roman Same-Sex Weddings from the Legal Perspective, su Classical Studies Newsletter, Volume X, University of Michigan, 2004. URL consultato il 24 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2011).
  4. ^ Champlin, 2005, p.146
  5. ^ Edward Champlin Nerón, pg. 202
  6. ^ Jean-Noël Robert, Eros romano: sesso e morale nell'antica Roma, pg. 205
  7. ^ Simon Baker, Roma, p. 227; che cita una fonte classica. Vedi anche in Champlin (op. cit.)
  8. ^ Tacito, Annals: XV, su bible-history.com, Bible History Online. URL consultato il 24 febbraio 2012.
  9. ^ |Tacito, Annali, XV
  10. ^ a b Champlin, 2005, p.161
  11. ^ Champlin, 2005, p.169
  12. ^ Champlin, 2005, p.166
  13. ^ Champlin, 2005, p.313

Voci correlate

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