Pristiophoridae

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Pristiophoridae
Rappresentazione di P. cirratus
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseGnathostomata
ClasseChondrichthyes
SottoclasseElasmobranchii
OrdinePristiophoriformes
Berg, 1958
FamigliaPristiophoridae
Bleeker, 1859
Generi

I Pristiophoridae (Bleeker, 1859), conosciuti come squali sega, sono una famiglia di pesci che appartiene alla sottoclasse Elasmobranchii (pertanto si trattano di squali).

Rappresentazione di un P. nudipinnis.

Gli squali sega, appartenenti all'ordine Pristiophoriformes, sono squali marini caratterizzati da un rostro allungato e seghettato, con denti che variano in dimensione lungo i bordi. A differenza dei pesci sega (Pristidae), che sono una famiglia di razze, gli squali sega hanno le branchie posizionate lateralmente, davanti alle pinne pettorali, e presentano due paia di lunghe "barbelle" sul rostro, circa a metà della sua lunghezza. Questa differenza strutturale li distingue non solo nella posizione delle branchie ma anche nell'anatomia dentale: i denti degli squali sega sono sostituibili e alternano grandi e piccoli lungo il bordo del rostro, mentre i pesci sega hanno denti di dimensioni uniformi che non vengono rimpiazzati.

Gli squali sega sono piccoli, con dimensioni che variano tra i 70 cm e 1,5 metri a seconda della specie; le femmine tendono a essere leggermente più grandi dei maschi. Il loro corpo è generalmente di un colore marrone-giallastro, spesso punteggiato da macchie per mimetizzarsi con il fondale oceanico. La mancanza della pinna anale è una delle caratteristiche più distintive tra i membri di questo gruppo, insieme alla presenza delle due pinne dorsali.

Ecologicamente, gli squali sega sono predatori bentonici che si trovano nelle piattaforme continentali e negli scarpati oceanici, con alcune specie che abitano profondità fino a 1.000 metri. Cacciano pesci piccoli, crostacei e calamari, usando il loro rostro per colpire lateralmente le prede e stordirle prima di nutrirsi. Le barbelle sono ricche di recettori sensoriali, noti come ampullae di Lorenzini, che rilevano i campi elettrici emessi dalle prede, facilitando la caccia in acque profonde dove la visibilità è ridotta.

Le specie di squali sega includono, tra le altre, il comune sawshark (Pristiophorus cirratus), il tropical sawshark (P. delicatus), e il sixgill sawshark (Pliotrema warreni), che ha sei fessure branchiali invece delle cinque abituali. La maggior parte delle specie è distribuita nelle acque temperate e tropicali degli oceani Indiano e Pacifico, con alcune specie, come il Bahamas sawshark (P. schroederi), che sono state avvistate a profondità superiori ai 900 metri.

Gli squali sega, nonostante la loro distribuzione globale, sono ancora poco studiati, e molti aspetti della loro biologia rimangono poco chiari. Ad esempio, le analisi preliminari della dieta tramite isotopi stabili e il contenuto stomacale suggeriscono che alcune specie si nutrono prevalentemente di consumatori primari, mentre altre mostrano una dieta più piscivora. Inoltre, l'uso delle barbelle e dei denti del rostro per scopi sensoriali o per la caccia richiede ulteriori studi.

Le pratiche di pesca, come il trawl e il gillnetting, hanno portato questi squali a essere catturati accidentalmente, e la loro gestione sostenibile richiede una migliore comprensione delle loro popolazioni e del loro ruolo ecologico. Alcune specie sono classificate dall'IUCN come "quasi minacciate" a causa del rischio di pesca eccessiva e bycatch, ma per molte altre la mancanza di dati impedisce una valutazione accurata dello stato di conservazione.

La famiglia Pristiophoridae comprende due generi attualmente viventi:

Reperti museali in Italia

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In Italia una buona rappresentativa di squali ascritti a questa rara e particolare famiglia è conservata presso la Galleria nazionale dei Selachoidei di Avellino, ove sono custoditi con cura alcuni reperti appartenenti alle seguenti specie:

  • AAVV (1998), "Pristiophorus", in Gli squali, Novara 1998, Istituto Geografico De Agostini, pag. 140.
  • Ferrari Andrea - Ferrari Antonella (2000), "Pristiophoridae", in IDEM Tutto squali, Milano 2000, Arnoldo Mondadori Editore, pp. 98, 243.

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