Pronomi del greco antico

Voce principale: Grammatica del greco antico.

In linguistica, il pronome (dal latino pro-nomen, "al posto del nome") è una parte variabile del discorso che ha le seguenti funzioni:

  • sostituire una parte del testo precedente;
  • sostituire una parte del testo successivo;
  • riferirsi a un elemento del contesto in cui si svolge il discorso, che viene sottinteso.

Declinazione dei pronomi

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Si identificano, nel greco antico, le categorie pronominali:

  • personale
  • riflessivo
  • possessivo (con aggettivi)
  • dimostrativo (con aggettivi)
  • indefinito (con aggettivi)
  • interrogativo (con aggettivi)
  • relativo
  • relativo indefinito e interrogativo indiretto
  • reciproco

Pronomi personali

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Il pronome personale sta ad indicare qualcosa che riguarda la persona che compie o subisce l'azione; la flessione dei pronomi personali di I e II persona risulta dall'unione di forme derivanti da tre diversi temi:

  • εμ-, ημ-, νω- per quello di I persona (singolare, plurale, duale)
  • συ-, υμ-, σφω- per la II persona.

Il pronome della I persona può essere rafforzato dalla particella enclitica -γε (ἔγωγε: proprio io).

1º Persona 2º Persona 3º Persona
Singolare Duale Plurale Singolare Duale Plurale Singolare Duale Plurale
Nominativo ἐγώ νώ ἡμεῖς σύ σφώ ὑμεῖς
-
σφωε σφεῖς
Genitivo ἐμοῦ, μου νῷν ἡμών σοῦ, σου σφῷν ὑμῶν οὗ, οὑ σφωιν σφῶν
Dativo ἐμοῖ, μοι νῷν ἡμῖν σοῖ, σοι σφῷν ὑμῖν οἷ, οἱ σφωιν σφίσι(ν), σφισι(ν), σφι(ν)
Accusativo ἐμέ, με νώ ἡμᾶς σέ, σε σφώ ὑμᾶς ἕ, ἑ σφωε σφᾶς, σφας

Le forme della terza persona erano in origine dei riflessivi (ricordiamo che in protoindoeuropeo il pronome personale di terza persona non esisteva) e la funzione riflessiva è conservata nelle forme accentate; quelle atone sono da considerarsi pronomi anaforici[1]. Tuttavia, queste forme di terza persona sono usate molto raramente e, in loro sostituzione, quando non sono riflessive (se sì si usa il pronome riflessivo), in attico si preferiva usare:

  • per il nominativo: οὗτος, αὕτη, τοῦτο ("questo") oppure ἐκεῖνος, ἐκείνη, ἐκεῖνο ("quello") o ancora, soprattutto in principio di frase, ὁ δέ, ἡ δέ, τὸ δέ.
  • per tutti gli altri casi: αὐτός, αὐτή, αὐτό.

Nella lingua colloquiale, come pronome allocutivo della seconda persona si utilizza il nominativo di οὗτος, αὕτη, τοῦτο preceduto dall'interiezione : es. "῏Ω οὗτος" = "Ehi, tu!".

Pronomi riflessivi

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Il pronome riflessivo si utilizza quando gli effetti dell'azione ricadono, in modo diretto o indiretto, sul soggetto stesso (esempio io mi lavo = lavo me stesso). Un pronome personale non riflessivo non può essere utilizzato insieme ad un verbo coniugato alla stessa persona (ad es., λούω ἐμαυτόν è corretto, λούω με no); dal momento che nell'azione riflessiva l'oggetto (diretto o indiretto) è il soggetto stesso, questo pronome non possiede né nominativo né vocativo. Le prime due persone presentano solo il maschile e il femminile; la terza mostra tutti e tre i generi.

Da notare che questo pronome è formato, nel singolare, dalla radice del pronome personale all'accusativo (ἐμ-, σε-/σ-, ἑ-) più le forme di αὐτός; al plurale, tranne quello della terza persona, i due pronomi sono indipendenti.

  • Prima persona
Singolare m, f Plurale m, f
Genitivo ἐμαυτοῦ, ἐμαυτῆς ἡμῶν αὐτῶν
Dativo ἐμαυτῷ, ἐμαυτῇ ἡμῖν αὐτοῖς, ἡμῖν αὐταῖς
Accusativo ἐμαυτόν, ἐμαυτήν ἡμᾶς αὐτούς, ἡμᾶς αὐτάς
  • Seconda persona
Singolare m, f Plurale m, f
Genitivo σεαυτοῦ (σαυτοῦ), σεαυτῆς (σαυτῆς) ὑμῶν αὐτῶν
Dativo σεαυτῷ (σαυτῷ), σεαυτῇ (σαυτῇ) ὑμῖν αὐτοῖς, ὑμῖν αὐταῖς
Accusativo σεαυτόν (σαυτόν), σεαυτήν (σαυτήν) ὑμᾶς αὐτούς, ὑμᾶς αὐτάς

Pronome possessivo

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Pronome di I persona
caso singolare duale plurale
nominativo ἐγώ νώ, νῶϊ ἡμεῖς
genitivo ἐμοῦ μου νῷν ἡμῶν
dativo ἐμοί μοι νῷν ἡμῖν
accusativo ἐμέ με νώ, νῶϊ ἡμᾶς
aggettivo possessivo ἐμός ἡμέτερος
pronome di II persona
caso singolare duale plurale
nominativo σύ σφώ, σφῶϊ ῡ̔μεῖς
genitivo σοῦ σου σφῷν ῡ̔μῶν
dativo σοί σοι σφῷν ῡ̔μῖν
accusativo σέ σε σφώ, σφῶϊ ῡ̔μᾶς
aggettivo possessivo σός ῡ̔μέτερος

Pronome dimostrativo

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ὅδε; ἥδε; τόδε / τοῦδε; τῆσδε; τοῦδε "questo, questa, questa (cosa)" (maschile, femminile, neutro), questo pronome indica una persona o una cosa vicina a chi parla o qualcuno o qualcosa di cui si sta per parlare. Questo pronome si forma unendo l'articolo greco ὅ; ἥ; τό alla particella rafforzativa enclitica -δε.

La seconda forma del pronome dimostrativo οὗτος, αὕτη, τοῦτο si forma in due modi:

  • ουτο-/τουτο e αυτα-/ταυτα (derivati da una forma con σ iniziale poi caduto), usati per il nominativo singolare e plurale maschile e femminile; dal tema τουτο- derivano il maschile e il neutro, eccettuati i casi retti; da ταυτα- il femminile e i casi retti del neutro plurale.
  • Seconda ipotesi: la declinazione del pronome deriverebbe dalle forme indoeuropee *του-, ταυ-, da cui deriverebbero le forme del pronome, con l'aggiunta dell'articolo e delle relative desinenze nel singolare, plurale e duale, usando poi la seconda declinazione per il maschile e neutro, e la prima decl. per il femminile.

Un'altra forma del pronome dimostrativo è ἐκεῖνος; ἐκείνη; ἐκεῖνο, che viene usato in posizione predicativa, e ha il significato di "quello" e talvolta "quell'illustre, quel famoso".

Pronomi in funzione di aggettivi (della I classe) dimostrativi, sono:

  • τόσος, -η, -ον (tale, di tale quantità)
  • τοῖος, -οία, -ῖον (tale)
  • τηλίκος, -η, -ον (di tale età)
  • τοσόσδε, τοσήδε, τοσόνδε (tanto grande) e si ripete la stessa declinazione con le altre forme τοῖος, -οία, -ῖον (tale); τήλικος, -η, -ον (di tale età)
  • τοσοῦτος, αύτη, -oῦτον (tanto grande), e si forma nelle stesse maniere con τοῖος, -οία, -ῖον (tale); τήλικος, -η, -ον (di tale età).

Pronome indefinito

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La forma più frequente è τις, τι (un certo, un tale, qualcosa, qualcuno), si tratta di un pronome enclitico, e riceve l'accento d'enclisi a seconda dell'accento della parola che lo precede.

Ci sono altri pronomi indefiniti declinati in funzione di aggettivo: ἄλλος; ἄλλη; ἄλλο (altro), ἕτερος; ἑτέρᾱ; ἕτερον (usato spesso nel duale); ἕκᾰστος; ἑκᾰ́στη; ἕκᾰστον (ciascuno).

Nella negazione, per definire "nessuno - niente", si usa οὐδείς, οὐδεμίᾰ, οὐδέν, che è composto dagli avverbi negativi οὐδέ, μηδέ e dal numerale cardinale εἷς, μίᾰ, ἕν (uno, 1).

Pronome interrogativo e relativo

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Per il primo la forma frequente è τίς, τί (chi? che cosa? quale?), e la forma aggettivale può essere πόσος, -η, -ον (quanto grande?); viene sempre usato nelle proposizione interrogative dirette, dato che vuole per forza la domanda, a differenza dell'interrogativa indiretta.

Il pronome relativo è ὅς, ἥ, ὅ (il quale, la quale), come nel latino qui, quae, quod, le forme sono monosillabiche, hanno spirito aspro e accento; il relativo segue la declinazione pronominale con il neutro in -o determinato dalla caduta della dentale *δ finale. Può essere rafforzato dalla particella -περ, come ὅσπερ (il quale appunto). I pronomi aggettivi relativi più frequenti sono οἶος; οἴᾱ; οἶον (quale) e ὅσος, ὅση, ὅσον.

I pronomi relativi indefiniti, o interrogativi indiretti si formano dall'uso base ὅστῐς; ἥτῐς; ὅτῐ (chiunque, chi, coloro che), costituito da un pronome relativo unito a quello indefinito, che gli conferisce la sfumatura di indeterminatezza; i due elementi di questo pronome (relativo ὅς, ἥ, ὅ) + indefinito (τις sia in maschile che femminile e τι) si declinano separatamente nella declinazione stessa di ὅστῐς; ἥτῐς; ὅτῐ, ciò spiega l'accentazione apparentemente non conforme alle sue leggi, come nel genitivo singolare, perché i due elementi di parola sono considerati come distinti.

Il neutro plurale presenta anche la forma ᾰ̔́σσᾰ o anche ᾰ̔́ττᾰ con spirito aspro, forma ricorrente nell'epica greca.

  1. ^ Giacinto Agnello, Arnaldo Orlando, Manuale del greco antico. Con un profilo di greco moderno, vol. Teoria, Palumbo, 1998, pag. 177
  • Giacinto Agnello, Arnaldo Orlando, Manuale del greco antico. Con un profilo di greco moderno, Palumbo, Palermo-Firenze, 1998
  • Melina, Insolera, Latino e greco: studio in parallelo, Zanichelli, 1988 (1ª edizione) - grammatica comparativa delle lingue classiche
  • Bottin, Quaglia, Marchiori, Il nuovo lingua greca, Minerva italica, Milano, 2002
  • Dino Pieraccioni, Morfologia storica della lingua greca, D'Anna, Messina-Firenze 1975; Grammatica greca, Sansoni, Firenze, 1976

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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