Provincia di Tindouf
Tindouf provincia | |
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Localizzazione | |
Stato | Algeria |
Amministrazione | |
Capoluogo | Tindouf |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 27°40′N 8°09′W |
Altitudine | 381 m s.l.m. |
Superficie | 158 874 km² |
Abitanti | 49 149 (2008) |
Densità | 0,31 ab./km² |
Distretti | 1 |
Comuni | 2 |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
ISO 3166-2 | DZ-37 |
Targa | 37 |
Cartografia | |
La provincia di Tindouf (in arabo: تندوف) è una delle 58 province dell'Algeria. Prende il nome dal suo capoluogo Tindouf.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1963 questa porzione di territorio e altre, poiché, prima della colonizzazione francese del Marocco, ne facevano parte (Impero Cherifien), lo rivendicava come proprio: ne conseguì un breve conflitto, noto come guerra della sabbia, il cui esito fu però il mantenimento dello status quo. Prima di ciò ci furono trattative dopo l'indipendenza dell'Algeria tra Sua Maestà il re Hassan II e il presidente algerino Ahmed Ben Bella senza ostilità, ma l'Algeria rifiutò di cedere i territori al Marocco e dunque entrarono in conflitto.[1]
Tindouf faceva parte del Marocco nel territorio che attualmente i nazionalisti marocchini rivendicano e chiamano Sahara Orientale (in arabo: الصحراء الشرقية), che comprende le province di Bèchar, El Bayadh, Naama, Sedi Bel Abbès, Timimoun e altre.
Popolazione
[modifica | modifica wikitesto]La provincia conta 49.149 abitanti, di cui 24.996 di genere maschile e 24.153 di genere femminile, con un tasso di crescita dal 1998 al 2008 del 6,3%.[2]
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]La provincia è suddivisa in un distretto, composto da due comuni.
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Nella parte più meridionale della provincia si trova la località di Ghar Jbeilat, dove è stata trovata una delle miniere di ferro più grandi del mondo.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (FR) L'entrevue Hassan II-Ben Bella, 13 maggio 1965. URL consultato il 30 luglio 2024.
- ^ Rilevazione dell'Ufficio Statistico Nazionale d'Algeria, su ons.dz. URL consultato il 24 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2012).
- ^ Su ANSA
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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