Radicolopatia
Radicolopatia | |
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Specialità | neurochirurgia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 723.4, 724.4 e 729.2 |
MeSH | D011843 |
La radicolopatia o neuropatia radicolare è una patologia del sistema nervoso periferico (neuropatia) che colpisce la radice di un nervo spinale, solitamente a causa di sindrome da compressione nervosa di varia eziologia (la più comune è l'ernia del disco o comunque una discopatia), o di un'infiammazione da altre cause (come un'alta viremia di VZV Varicella Zoster Virus o herpes zoster, le poliradicolonevriti come sindrome di Guillain-Barré, la neuropatia motoria multifocale e la malattia di Lyme).
Eziologia e fisiopatologia
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La radicolopatia è solitamente una compressione meccanica o infiammazione di una radice nervosa spinale all'uscita dal forame vertebrale o da un recesso laterale. Può essere derivata da:
- malattie degenerative del disco intervebrale (es. ernia del disco, protrusione o rottura, discopatia degenerativa multipla)
- osteoartrosi spondilosica (es. spondiloartrosi, cervicale o lombare)
- artrite (es. spondilite anchilosante)
- traumi della colonna vertebrale
- degenerazione o ipertrofia delle faccette articolari lombari o cervicali
- ipertrofia legamentosa
- spondilolistesi, o una combinazione di tutti questi fattori
Altre cause rare di radicolopatia possono includere radiazioni, diabete mellito, poliradicolonevrite acuta demielinizzante e autoimmune (e forme croniche come la neuropatia motoria multifocale, con blocchi di conduzione in questo caso situati alla radice nervosa), malattia neoplastica o qualsiasi processo di malattia che coinvolga le meningi spinali. La meningite di Lyme di secondo stadio assomiglia alla meningite asettica e spesso è associata a radicolopatie infiammatorie.[1]
I danni sono, in ordine di frequenza, alle sole fibre sensitive (più comune), alle fibre sensitive e motorie assieme, oppure solo alle fibre motorie (più raro). Se la compressione radicolare è importante, risulta una perdita assonale, che si presenta anche con attività spontanea da denervazione (fibrillazione, la quale può trovarsi, se occasionale, anche in individui sani).[1]
Nelle radicolopatie acute la fibrillazione (come le simili manifestazioni della fascicolazione e miochimia) compare solo 2 o 3 settimane dopo e può divenire più sporadica col passare del tempo. Nelle forme croniche o acute divenute cronicizzate può anche non trovarsi la fibrillazione costante, mentre, in fase diagnostica, i potenziali di unità motoria (PUM) aumentati indicano la degenerazione walleriana assonale a cui segue la rigenerazione (reinnervazione totale, o parziale se la causa non è rimossa o se le membrane delle cellule di Schwann sono state danneggiate), quindi la sofferenza cronica del nervo stabilizzata e solitamente non progressiva.[1]
Diagnosi
[modifica | modifica wikitesto]La radicolopatia è una diagnosi comunemente fatta dai medici specialisti in ortopedia, fisiatria e neurologia. La diagnosi può essere suggerita da sintomi di dolore, intorpidimento e debolezza in un modello coerente con la distribuzione di una particolare radice del nervo. Può anche essere presente dolore al collo o dolore alla schiena.[2]
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L'esame fisico può rivelare deficit motori e sensoriali nella distribuzione di una radice nervosa. Nel caso della radicolopatia cervicale, il test di Spurling può suscitare o riprodurre sintomi che irradiano al braccio. Nel caso della radicolopatia lombosacrale, una manovra di sollevamento della gamba diritta (segno di Lasègue) può esacerbare i sintomi radicolopatici, così come il segno di Wasserman. I riflessi tendinei profondi (noti anche come riflessi stretti) possono essere ridotti o assenti nelle aree innervate da una particolare radice nervosa.
Per ulteriore studio, l'American College of Radiology raccomanda che la radiografia proiettiva sia lo studio iniziale più appropriato in tutti i pazienti con dolore cronico del collo.[2] Due test diagnostici aggiuntivi che possono essere d'uso sono le immagini della risonanza magnetica e i test elettrodiagnostici. La risonanza magnetica nucleare (MRI-MRN) della parte della colonna vertebrale in cui si sospetta la radicolopatia può rivelare prove di cambiamento degenerativo, malattia artritica o altra lesione esplicativa responsabile dei sintomi del paziente. Il test elettrodiagnostico, composto da elettroneurografia (studio fisiologico della velocità di conduzione nervosa) e EMG (elettromiografia), è anche un potente strumento diagnostico che può evidenziare lesioni alla radice del nervo in aree sospette.
I parametri elettrofisiologici sono solitamente nella norma, specialmente la velocità di conduzione e la risposta ai riflessi dell'onda H e dell'onda F (comunque non specifici). Negli studi sulla conduzione del nervo, si può osservare lo schema del potenziale d'azione muscolare e del potenziale d'azione del nervo sensoriale normale in quanto la lesione è prossimale al ganglio radicale posteriore. La conduzione nervosa motoria e sensitiva periferica risulta perciò sempre normale o solo leggermente difforme, a differenza delle neuropatie classiche. Un'alterazione del potenziale d'azione motoria può evidenziarsi solo in caso di grave danno all'assone.[3]
L'elettromiografia ad ago è la parte più significativa; può rivelare:
- in caso di radicolopatia acuta, atrofia muscolare da denervazione nella distribuzione della radice nervosa coinvolta, con fibrillazioni spontanee numerose, latenza e ampiezza dei potenziali di azione motorio-sensitivi dei nervi leggermente diminuiti, alterazioni dei potenziali delle unità motorie muscolari[4]
- nelle radicolopatie croniche, segni di sofferenza muscolare neurogena pregangliare delle unità motorie muscolari volontarie, con i potenziali di unità motoria (PUM) che risultano aumentati durante l'attivazione (questo distingue l'origine neurogena e non miogena dell'affezione); a volte il tracciato massimale è di tipo interferenza (ossia non si distinguono più i singoli PUM) e leggermente diminuito, anche se non in maniera consistente come nelle miopatie (ciò è indicante il ridotto reclutamento delle unità motorie a causa di perdita di fibre muscolari, e il rimaneggiamento del tessuto[5]), mentre i potenziali d'azione nervosa sono solitamente normali.[4]
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Per quanto riguarda la diagnosi differenziale, nelle radicolopatie acute vi è corrispondenza radicolare tra i muscoli con anomalie e le radici spinali, mentre nelle malattie specifiche del II motoneurone o che coinvolgono il motoneurone anche indirettamente (tra le prime sclerosi laterale amiotrofica e atrofia muscolare spinale, tra le seconde poliomielite e sclerosi multipla, ecc.) la denervazione è diffusa in unità motorie diverse e senza preciso ordine corrispondente già all'esordio.
Tuttavia vi sono casi di radicolopatie contemporanee separate (poliradicolopatia) con coinvolgimento di più radici nervose. I potenziali di fibrillazione risultano invece più costanti nelle radicolopatie acute, anche se ugualmente rapidi o lenti, rispetto alle malattie del motoneurone. Sono rilevabili fascicolazioni in entrambi i casi. Le malattie del motoneurone hanno anche progressione rapida e quindi non sono confondibili con la radicolopatia ormai cronica. Inoltre in esse il tracciato massimale non è di interferenza.[6]
Altre malattie oggetto di diagnosi differenziale sono le neuropatie ereditarie radicolari e la neuropatia ereditaria con predisposizione alle paralisi da pressione.
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* il quadricipite
* il retto femorale
* il gastrocnemio
* il tibiale anteriore-posteriore
* i muscoli del piede (es. estensore lungo delle dita, estensore breve dell'alluce...). Essi possono essere soggetti a radicolopatia lombare e sacrale con sciatica.
Dato il ruolo fondamentale dei test elettrodiagnostici nella diagnosi delle radicolopatie acute e croniche, l'Associazione Americana di Medicina Neuromuscolare e Elettrodinamica ha pubblicato delle linee guida pratiche basate sulle prove, per la diagnosi delle radicolopatie cervicali e lombosacrali.[4]
Sintomatologia
[modifica | modifica wikitesto]I sintomi e i segni clinici di una radicolopatia si manifestano sia nella zona di origine, sia lungo il nervo sia nella zona muscolare e cutanea corrispondente (dermatomero); essi sono dolore, soprattutto in fase acuta, spesso violento, aggravato dai movimenti della colonna vertebrale dovuto all'infiammazione o alla compressione irritativa (radicolite, come ad esempio la sciatalgia causata da radicolopatia del nervo ischiatico che parte dal plesso lombosacrale), iperestesia, parestesia, disestesia e ipoestesia nelle zone innervate interessate, deficit motori, ipostenia, piede cadente, ipotonia muscolare, nevrite, calo muscolare (ipotrofia, raramente atrofia muscolare, sia da denervazione che da disuso), crampi, fascicolazioni; in certi casi mioclono, spasmo, tremore cinetico posturale e diminuzione - fino all'abolizione - dei riflessi (areflessia), oppure all'iperreflessia degli arti inferiori.
Nella maggioranza dei casi, prevale il dolore con altri sintomi sensitivi, in altri casi dolore con alcuni sintomi motori lievi; in una minoranza di radicolopatie è prevalente la sintomatologia motoria (ipostenia, faticabilità), astenia, con il dolore da stanchezza muscolare, e i sintomi dolorosi e sensitivi classici presenti in maniera minore.
Radicolopatia con stenosi e radicolopatia multipla
[modifica | modifica wikitesto]I sintomi sono più gravi in caso di comorbilità con mielopatia cervicale derivata da stenosi spinale, di più radicolopatie diffuse lungo la colonna, compressione importante del sacco durale.
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Cause di radicolopatia multipla colonnare: ernia discale, protrusione, discopatie, spondilolistesi degenerativa, artropatie, spondilosi con presenza di osteofiti, artrite, traumi, fratture.
Radicolopatia grave lombare
[modifica | modifica wikitesto]La poliradicolopatia da grave compressione, o danni diffusi, nella zona lombosacrale è detta sindrome della cauda equina e presenta almeno buona parte dei seguenti disturbi[7][8]: forte debolezza degli arti inferiori fino alla paraplegia, atrofia muscolare, inizialmente ritenzione urinaria (nel 50-70% dei pazienti alla presentazione) che evolve poi in vescica neurogena con incontinenza urinaria, incontinenza fecale, disfunzione erettile nell'uomo, anestesia a sella (a livello del perineo e in regione perianale), dolore e assenza bilaterale del riflesso patellare.
Terapia
[modifica | modifica wikitesto]Cambia a seconda della gravità; per il dolore può bastare del semplice riposo con applicazione di ghiaccio nelle zone interessate oppure possono essere necessari degli analgesici e iniezioni di steroidi, se il dolore è troppo forte da sopportare. Infine, per i casi più gravi, è previsto l'intervento chirurgico.
Una compressione radicolare recente è reversibile, se rimossa la causa; se la compressione è cronicizzata la rimozione della causa non può garantire il recupero. La terapia chirurgica è indicata nel primo caso, mentre nei casi con sofferenza cronica si sceglie il trattamento conservativo, come fisioterapia, elettroterapia, mesoterapia, ozonoterapia, rinforzo dei muscoli e supporti di sostegno.[9] In caso di sindrome della cauda equina il trattamento chirurgico è sempre invece considerato.[10]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Raffaele Del Colle, ASPETTI CLINICI E DIAGNOSTICA NEUROFISIOLOGICA NELLE RADICOLOPATIE: UTILITÀ DELL’ELETTROMIOGRAFIA, Unità Operativa Complessa di Neurologia, A.U.S.L.L. n. 21, Legnago (VR)
- ^ a b Gerard A Malanga, Cervical Radiculopathy Workup, su emedicine.medscape.com. URL consultato il 29 giugno 2017. Updated: Dec 14, 2016
- ^ American Association of Electrodiagnostic Medicine. e Y. T. So, Guidelines in electrodiagnostic medicine. Practice parameter for needle electromyographic evaluation of patients with suspected cervical radiculopathy (PDF), in Muscle & Nerve. Supplement, vol. 8, 1999, pp. S209–21, PMID 16921635. URL consultato il 7 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2016).
- ^ a b c S. Charles Cho, Mark A. Ferrante, Kerry H. Levin, Robert L. Harmon e Yuen T. So, Utility of electrodiagnostic testing in evaluating patients with lumbosacral radiculopathy: An evidence-based review, in Muscle & Nerve, vol. 42, n. 2, 2010, pp. 276–82, DOI:10.1002/mus.21759, PMID 20658602.
- ^ P. Pazzaglia, Clinica neurologica, pp. 46-47
- ^ EMG nelle RADICOLOPATIE. IL CONTRIBUTO DELL’EMG NELLA DIAGNOSI E NELL’INDIRIZZO TERAPEUTICO
- ^ A. Gardner, E. Gardner; T. Morley, Cauda equina syndrome: a review of the current clinical and medico-legal position., in Eur Spine J, vol. 20, n. 5, maggio 2011, pp. 690-7, DOI:10.1007/s00586-010-1668-3, PMID 21193933. URL consultato il 7 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2020).
- ^ Herkowitz, pp. 462, 2004.
- ^ TERAPIA nelle RADICOLOPATIE
- ^ Shapiro S, Medical realities of cauda equina syndrome secondary to lumbar disc herniation, in Spine, vol. 25, nº 3, febbraio 2000, pp. 348–51; discussion 352, DOI:10.1097/00007632-200002010-00015, PMID 10703108.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Douglas M. Anderson, A. Elliot Michelle, Mosby’s medical, nursing, & Allied Health Dictionary sesta edizione, New York, Piccin, 2004, ISBN 88-299-1716-8.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Dermatomero
- Nevralgia
- Sindrome della cauda equina (poliradicolopatia lombosacrale)
- Spondilolistesi
- Sciatalgia
- Neuropatia periferica
- Ernia del disco
- Mielopatia
- Scoliosi
- Cifosi
- Sindrome da compressione nervosa
- Sindrome di Scheuermann
- Fibromialgia
- Spondilite
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