Richard Löwy
Richard Löwy | |
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Richard Löwy nel 1910 | |
Nascita | Zásmuky, 7 dicembre 1886 |
Morte | Auschwitz, 26 febbraio 1944 |
Cause della morte | persecuzione nazista |
Religione | ebraica |
Dati militari | |
Paese servito | Austria-Ungheria |
Corpo | k.u.k. Bauleitung |
Grado | comandante |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Comandante di | Genio militare di Moena |
Decorazioni | Signum Laudis Medaglia al merito militare |
Studi militari | Ingegneria militare |
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Richard Löwy (Zásmuky, 7 dicembre 1886 – Auschwitz, 26 febbraio 1944) è stato un ingegnere e militare austro-ungarico di origine ebraica.
Unico esempio noto di militare austro-ungarico ad aver ricevuto la cittadinanza onoraria in Trentino, fu vittima dell'Olocausto durante la seconda guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Karl Löwy ed Edvige Katz[1], Richard nacque in Boemia in una famiglia ebrea ceco-tedesca, che nel 1904 si trasferì a Vienna[2].
Dopo la laurea in ingegneria civile, Richard Löwy entrò nel Genio militare Imperial-regio e nel 1912 viene inviato a Trento[3], dove svolse alcune missioni a Castello Tesino e presso i passi di Costalunga e San Pellegrino.
Prima guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1914 arrivò in Val di Fiemme a Moena come comandante del k.u.k. Bauleitung (Genio militare), che impiegò molti giovani del posto per costruire ponti, strade e trincee, evitando di inviarli in Galizia sul fronte della prima guerra mondiale, salvandoli da morte certa[4]. I lavori erano organizzati in turni, in modo da consentire alle persone del posto di occuparsi anche delle proprie attività agricole.
In quegli anni creò una sartoria-lavanderia militare in cui fece lavorare molte donne e istituì un sanatorio per i malati di tifo esantematico nella frazione di Sorte. Il comandante austriaco compì anche molte opere di beneficenza, tanto da meritarsi non solo la fiducia e la stima della popolazione locale, ma anche la cittadinanza onoraria concessa il 19 dicembre 1916 dal consiglio comunale di Moena: tale deliberazione costituisce l'unico esempio noto relativo ad un militare austro-ungarico destinatario di tale onorificenza nel Trentino[5].
Sempre nel 1916 venne insignito del Signum Laudis (la maggiore onorificenza imperiale per gli ufficiali impegnati in guerra) e della medaglia d'argento al valor militare.
Alla fine della prima guerra mondiale ritornò a Vienna, dove sposò la farmacista Johanna Luebgold nel 1929.
Persecuzione nazista
[modifica | modifica wikitesto]Dopo l'invasione dell'Austria da parte dell'esercito nazista nel marzo 1938, chiamato dalla propaganda nazista Anschluss, e la dichiarazione della popolazione ebrea come "esseri inferiori" (Untermenschen), Richard Löwy decise di scappare insieme alla moglie Johanna verso l'Italia per cercare rifugio nell'unico posto in cui sapeva di trovare degli amici disposti ad aiutarli: Moena.
La famiglia Löwy viene accolta da una maestra moenese, che mise a disposizione loro una casa[6].
Data la situazione sempre più pesante per gli ebrei in Austria, nell'agosto 1939 venne raggiunto dalla madre Hedvige e dalla sorella Martha con il marito Hermann Riesenfeld[7].
Il 15 giugno 1940 le autorità fasciste ordinarono di internare tutti gli ebrei e Richard (il cui nome era stato italianizzato in Riccardo) venne arrestato e deportato presso il carcere di Trento, e successivamente nei campi di concentramento di Notaresco, Casacalenda e Petrella Tifernina[8].
Nel 1941 Löwy ritornò a Moena e poi a Soraga in residenza coatta, dove continuò a ricevere l'aiuto dei cittadini locali, memori di tutto quello che l'ingegnere boemo aveva fatto per la comunità moenese ai tempi della prima guerra mondiale.
Il 4 gennaio 1944[9] la famiglia Löwy venne nuovamente arrestata nella frazione di Someda e condotta alle prigioni di Trento, dove per cinque settimane[10] patì il freddo, la fame e ogni tipo di umiliazione razziale.
Dopo essere transitati per il campo di concentramento di Fossoli, il 22 febbraio 1944 vennero caricati, insieme a Primo Levi[11], sui carri bestiame del convoglio 08 che partì per il campo di sterminio di Auschwitz. Il treno raggiunse il campo di sterminio dopo quattro giorni di viaggio. Della famiglia Löwy si persero le tracce: se arrivarono vivi ad Auschwitz, furono tutti sterminati nelle camere a gas.
Ricordo
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1984 l'amministrazione comunale di Moena decise di dedicare a Riccardo Löwy la via principale del paese[12], che prima di allora era intitolata via Roma, e l'omonimo parco centrale lungo il torrente Avisio.
Il suo nome è presente sul monumento ai caduti davanti alla chiesa di San Vigilio a Moena.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]- (LLD, IT) Fabio Chiocchetti, Richard Löwy e l doer de la recordanza / Richard Löwy e il dovere della memoria, Istitut cultural ladin Majon di Fasegn, 2014.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Riccardo Loewy, in I nomi della Shoah italiana. URL consultato il 22 luglio 2016 (archiviato l'11 ottobre 2016).
- ^ Giorgio Jellici, Richard Löwy, un ebreo a Moena, Moena, Istituto Culturale Ladino, 2004.
- ^ Gianluca Filippi, La persecuzione di Löwy, ebreo di Moena, in Trentino - Corriere delle Alpi, 26 gennaio 2012. URL consultato il 22 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2016).
- ^ Jellici racconta la storia di Richard Löwy, ebreo di Moena [collegamento interrotto], in Il Trentino, 22 luglio 2016.
- ^ Maria Luisa Crosina, Le famiglie Löwy-Riesenfeld, in Il Trentino, n. 246, gennaio 2002 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2016).
- ^ Fiona Diwan e Giorgio Jellici, Riccardo Löwy il buon tenente che salvò Moena, in valledifassa.com (archiviato il 27 febbraio 2018).
- ^ (DE) Thomas Albrich, Der Fall Johanna und Richard Löwy, in Die Jahre der Verfolgung und Vernichtung unter der Herrschaft von Nationalsozialismus und Faschismus 1938 bis 1945: Jüdisches Leben im historischen Tirol, Innsbruck-Vienna, Haymon Verlag, 2013, p. 45, ISBN 978-3-7099-7344-8 (archiviato il 27 febbraio 2018).
- ^ Silvani Bert, Richard Löwy, un ebreo a Moena, in Questo Trentino, n. 15, 18 settembre 2904 (archiviato il 9 agosto 2016).
- ^ Paolo Momigliano Levi e Rosanna Gorris, Primo Levi:testione e scrittore di storia, La Giuntina, 1999, p. 183, ISBN 888057082X (archiviato il 17 agosto 2016).
- ^ (EN) Cinzia Villani, 13, in Joshua D. Zimmerman (a cura di), The Persecution of Jews in Two Regions of German-Occupied Northern Italy, 1943–1945: Operationszone Alpenvorland and Operationszone Adriatisches Küstenland, Jews in Italy under Fascist and Nazi Rule, 1922–1945, Cambridge, Cambridge University Press, 2005, pp. 243-259, ISBN 9780511471063. URL consultato il 22 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2016).
- ^ Carlo Martinelli, In un DVD la storia di Richard Löwy, 3 febbraio 2015. URL consultato il 22 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2016).
- ^ Giorgio Jellici, La targa revisionista, in Questi Trentino, n. 13, 30 giugno 2007 (archiviato il 9 agosto 2016).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Valentino Chiocchetti, Il primo tenente austriaco Löwy - L'Ebreo, in Bollettino del Museo Tridentino del Risorgimento, n. 3, Trento, 1988, pp. 9-14.
- Fabio Chiocchetti, Richard Löwy: un ebreo tra i ladini di Fassa, in Mondo Ladino. Boletin de l'Institut Cultural Ladin "Majon di Fassegn", n. 32, 2008, pp. 115-124.
- Maria Luisa Crosina, Le storie ritrovate. Ebrei nella Provincia di Trento 1938-1945, Trento, Museo storico in Trento, 1995, ISBN 88-7197-015-2, SBN IT\ICCU\LO1\0367760.
- Maria Luisa Crosina, Le famiglie Löwy-Riesenfeld Moena si mobilitò per salvarli [collegamento interrotto], in Il Trentino, n. 246, Trento, gennaio 2002.
- Chiara Iotti, No ve desmention. Richard Löwy e i 'giusti' della Val di Fassa, Priuli & Verlucca, 2020, ISBN 9788880689478.
- (LLD) Carlo Jellici del Garber, Sti egn a Moena, in Nosha Jent, XVII, Grop Ladin da Moena, 1986.
- Giorgio Jellici, Richard Löwy, un ebreo a Moena: dalla Grande Guerra alla Shoah, Moena, Istituto Culturale Ladino, 2004, ISBN 8886053355, SBN IT\ICCU\LO1\0865102.
- (DE) Giorgio Jellici, Ingenieur Richard Löwy in Moena: vom Ersten Weltkrieg zur Shoah, in Christina Köstner e Klaus Voigt (a cura di), Österreichisches Exil in Italien: 1938-1945, Vienna, Mandelbaum Verlag, 2009, pp. 51-61, ISBN 9783854762812, SBN IT\ICCU\IEI\0330071.
- Giorgio Jellici, L’ingegner Richard Löwy a Moena. Dalla Grande Guerra alla Shoah, in Christina Köstner e Klaus Voigt (a cura di), «Rinasceva una piccola speranza»: L’esilio austriaco in Italia (1938-1945), tradotto da Loredana Melissari, Udine, Forum, 2010, p. 359, ISBN 978-88-8420-537-7, SBN IT\ICCU\IEI\0330004.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Richard Löwy
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Riccardo Loewy, in I nomi della Shoah italiana. URL consultato il 22 luglio 2016.
- Anna Pizzuti (a cura di), Ebrei stranieri internati in Italia durante il periodo bellico, su annapizzuti.it. URL consultato il 22 luglio 2016.
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