Ruggiero Settimo (sommergibile)
Ruggiero Settimo | |
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Descrizione generale | |
Tipo | sommergibile oceanico |
Classe | Settembrini |
Proprietà | Regia Marina |
Cantiere | Tosi, Taranto |
Impostazione | 16 aprile 1928 |
Varo | 29 marzo 1931 |
Entrata in servizio | 25 marzo 1932 |
Intitolazione | Ruggero Settimo |
Radiazione | 8 ottobre 1946 |
Destino finale | demolito |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 1.153 t |
Dislocamento in emersione | 953 t t |
Lunghezza | 67,5 m |
Larghezza | 6,6 m |
Pescaggio | 4 m |
Profondità operativa | 100 m |
Propulsione | 2 motori diesel da 1.500 Hp e due motori elettrici da 700 hp ciascuno. |
Velocità in immersione | 8 nodi |
Velocità in emersione | 17,5 nodi |
Autonomia | in superficie 5.500 n.mi. a 8 nodi in immersione 100 n.mi. a 3 nodi |
Equipaggio | 5 ufficiali e 51 sottoufficiali e marinai |
Armamento | |
Artiglieria | 1 cannone da 100 mm / 35 calibri; 2 mitragliere antiaeree singole da 13,2 mm |
Siluri | 8 lanciasiluri da 533 mm ( 4 a prua e 4 a poppa); 12 siluri in dotazione |
Note | |
Motto | Qualunque sacrificio non mi sgomenta |
dati tratti da "Regio Sommergibile Ruggero Settimo"[1] e da Almanacco dei sommergibili, Tomo II[2] | |
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Il Ruggiero Settimo è stato un sommergibile della Regia Marina che operò nel corso della seconda guerra mondiale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dall'11 settembre 1933 al 4 aprile 1934 effettuò – unitamente al gemello Luigi Settembrini – un lungo viaggio in Mar Rosso con partenza e arrivo a Taranto, facendo scalo a Tobruk, Porto Said, Massaua, Aden, Assab, ancora Massaua, Ismailia, di nuovo Porto Said e poi Alessandria d'Egitto; la crociera dimostròche prestazioni dei sommergibili della classe Settembrini[N 1] potevano ritenersi abbastanza soddisfacenti[3].
Prese clandestinamente parte alla guerra di Spagna operando in mar Egeo, senza cogliere risultati[4].
Dopo l'entrara in guerra dell'italia, avvenuta il 10 giugno 1940, il 13 dello stesso mese (al comando del tenente di vascello[1] Giovanni Cantù) fu protagonista di uno scontro in superficie con un sommergibile avversario non identificato: le due unità si lanciarono alcuni siluri, nessuno dei quali andò a segno, e si allontanarono senza portare a termine il combattimento[5].
Il 12 luglio, mentre si trovava nei pressi di Capo Passero, fu bersaglio di un attacco con bombe da parte di un idrovolante britannico Short Sunderland, che gli arrecò danni leggeri[1].
Alle 22.22 del 10 gennaio 1941 (il comandante del sommergibile era il capitano di corvetta Mario Spano), durante l'operazione Excess, avvistò due incrociatori leggeri della 7ª Divisione britannica e li attaccò con il lancio di due siluri da 1.400 metri, allontanandosi poi in immersione: fu avvertita un'esplosione, ma non esistono conferme di danneggiamenti[6].
Nel luglio 1941 fu inviato fra Pantelleria e Malta a contrastare l'operazione Substance, ma non avvistò nessuna nave nemica[7].
Fu impiegato anche in missioni di trasporto di rifornimenti per la Libia, svolgendo 7 missioni di questo tipo; durante una di queste, di ritorno da Derna, lanciò infruttuosamente due siluri contro alcuni cacciatorpediniere[1] nemici.
Complessivamente effettuò 28 missioni di guerra (17 esplorativo-offensive, 7 di trasporto e 14 di trasferimento)[1].
All'armistizio dell'8 settembre 1943 si portò a Taranto[1]. Nel 1944 dal 4 gennaio al 21 aprile fu affidato il comando al Capitano di Corvetta Rino Erler. Fu demolito nel dopoguerra.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ progettate dall'ingegnere del genio navale Virginio Cavallini.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Regio Sommergibile Ruggero Settimo
- ^ Turrini 2003, pp. 165-166.
- ^ Giorgerini 1994, p.157.
- ^ Giorgerini 1994, p.196.
- ^ Giorgerini 1994, p.239.
- ^ Giorgerini 1994, p.273.
- ^ Giorgerini 1994, pp. 295-296.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Milano, A. Mondadori Editore, 1994, ISBN 88-04-33878-4.
- Alessandro Turrini, Almanacco dei sommergibili, Tomo II, Roma, Rivista Marittima, 2003.