San Bartolomeo in Galdo
San Bartolomeo in Galdo comune | |
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Il centro storico innevato, con la Chiesa madre sullo sfondo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Provincia | Benevento |
Amministrazione | |
Sindaco | Agostinelli Carmine (FdI) dall'11-6-2017 |
Territorio | |
Coordinate | 41°25′N 15°01′E |
Altitudine | 597 m s.l.m. |
Superficie | 82,67 km² |
Abitanti | 4 315[1] (31-10-2023) |
Densità | 52,2 ab./km² |
Frazioni | Bosco Montauro, Cappella, Castelmagno, Marano, Sant'Angelo, Santa Lucia |
Comuni confinanti | Alberona (FG), Baselice, Castelvetere in Val Fortore, Foiano di Val Fortore, Roseto Valfortore (FG), San Marco la Catola (FG), Tufara (CB), Volturara Appula (FG) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 82028 |
Prefisso | 0824 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 062057 |
Cod. catastale | H764 |
Targa | BN |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 135 GG[3] |
Nome abitanti | sanbartolomeani |
Patrono | san Bartolomeo apostolo |
Giorno festivo | 24 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di San Bartolomeo in Galdo nella provincia di Benevento | |
Sito istituzionale | |
San Bartolomeo in Galdo[4][5] è un comune italiano di 4 315 abitanti[1] della provincia di Benevento in Campania. Il comune è sede della Comunità montana del Fortore.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Posto all'estremo nord est della regione Campania, San Bartolomeo in Galdo è uno dei quattro comuni campani (insieme a San Pietro Infine, Mignano Monte Lungo e Lacedonia) il cui territorio comunale confina con due regioni. Si trova al confine con la Puglia e il Molise ed è delimitato dai comuni di Tufara, Foiano di Val Fortore, Castelvetere in Val Fortore, Baselice, Roseto Valfortore, San Marco la Catola, Volturara Appula e Alberona.
Il paese sorge a 597 metri s.l.m. su una collina coperta dì vigneti, uliveti e frutteti, e domina la vallata del Fortore, che poco più a valle, in territorio pugliese, forma il lago artificiale di Occhito.
Il fiume Fortore, citato da Plinio Il Vecchio nella sua Naturalis Historia come Fertor[6], flumen portuosum nasce dal monte Altieri (888 metri s.l.m.), dalla riunione di quattro ruscelli (il Fiumarelle, il Foiano, il San Pietro e il Montefalcone) che confluiscono in località Facchiano, distante circa quattro chilometri da San Bartolomeo in Galdo.
Il bosco Montauro, situato a nord est del centro abitato alle pendici del monte Taglianaso (lungo il versante interno dei monti della Daunia), è un bosco prevalentemente di querce, ma è presente anche il faggio. Le specie faunistiche presenti sono il cinghiale, la volpe, la faina, il ghiro e il lupo appenninico con 5 esemplari[7]. Tra i volatili si segnala la poiana, il nibbio, il gheppio, il picchio verde, il picchio rosso maggiore e la beccaccia.
Clima
[modifica | modifica wikitesto]Il clima di San Bartolomeo è sub-continentale temperato, del versante adriatico con estate calda e secca, inverni rigidi e lunghi con nevicate abbondanti e ricorrenti gelate.
Dal punto di vista legislativo il comune di San Bartolomeo in Galdo ricade nella fascia climatica E.[8]
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il toponimo rimanda all'apostolo san Bartolomeo, il cui culto era stato diffuso dal principe longobardo Sicardo: questi nell'838 aveva portato a Benevento le reliquie del santo, sottratte ai saraceni dell'isola di Lipari.
"Galdo" deriva probabilmente dal latino medievale "gualdus o gualdum" (bosco) o dal tedesco "Wald" (foresta) , abbastanza diffuso in Italia e che potrebbe indicare un territorio un tempo boscoso.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Antichità e alto medioevo
[modifica | modifica wikitesto]L'attuale territorio di San Bartolomeo in Galdo fu abitato dai Sanniti e probabilmente in seguito dai Liguri Bebiani o Corneliani, che i Romani obbligarono a trasferirsi nel Sannio, come dimostrano le iscrizioni rinvenute nella zona e il cippo sepolcrale in onore di Giunone[9] risalente al 198 d.C., venuto alla luce in località Castelmagno agli inizi del 1989 e conservato attualmente nella biblioteca comunale.
Nella località di Castelmagno, che ha restituito tracce anche di una frequentazione precedente, esisteva un luogo fortificato, già menzionato a partire dall'VIII secolo[10].
Il territorio passò dai Longobardi, ai Normanni e agli Svevi e i gastaldati si mutarono in contee.
Nel 1255, il territorio fu dato all'abbazia benedettina di Santa Maria a Mazzocca, in seguito alla sconfitta dei Saraceni di Lucera da parte delle truppe pontificie comandate da Iacopo Savello.
Periodo angioino-aragonese
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1326 l'abate Nicola da Ferrazzano deliberò la fondazione di San Bartolomeo in Galdo, chiedendone l'assenso al re di Napoli, Roberto d'Angiò. Nel 1327 fu avviata la ricostruzione del borgo e, dopo il 1497, la popolazione crebbe con l'aggregazione degli abitanti delle comunità di Santa Maria in Castelmagno, Santa Maria in Ripa e Sant'Angelo in Vico, che vennero distrutti dalle truppe aragonesi, veneziane, mantovane e pasaresi che combattevano contro Carlo VIII di Francia. Inoltre, a partire dallo stesso anno 1497, San Bartolomeo in Galdo divenne la residenza effettiva dei vescovi di Vulturara[11].
Epoca moderna
[modifica | modifica wikitesto]L'abitato crebbe e fu circondato da mura. Al borgo originario divenuto poi centro storico, si accedeva da cinque porte protette da torri: porta della Croce, porta Vicaria o Portella, porta Murorotto, porta San Vito e porta Provenzana. San Bartolomeo in Galdo fu in possesso dei De Capitaneis, dei Guevara, dei Carafa, dei Ferrante, dei Gonzaga, dei Caracciolo, degli Spinelli e il nucleo urbano si arricchì di palazzi nobiliari.
Nel 1647 il paese partecipò alla rivolta di Masaniello, duramente repressa. Terremoti, epidemie e cattivi raccolti fecero scendere il numero degli abitanti da 567 famiglie nel 1595 a sole 274 dopo la peste del 1656. Nel 1703 fu fondata la chiesa madre del paese.
Nel 1732 fu signore di San Bartolomeo il vescovo di Vulturara. Con la soppressione dell'ordine gesuita (1768) divenne città regia allodiale. Il cardinale Gurtler, confessore della regina Maria Carolina, fece costruire nel 1791 una fontana al centro di piazza Garibaldi (rimossa durante il periodo fascista).
Durante l'occupazione francese, con il regno di Gioacchino Murat fu abolita la feudalità e furono soppressi numerosi monasteri, le cui proprietà passarono agli abitanti. San Bartolomeo fece parte della Capitanata e con il Regno d'Italia (1861) entrò nella provincia di Benevento, nella quale fu capoluogo del suo circondario fino alla soppressione e aggregazione dello stesso nel 1926 al circondario di Benevento[12].
Dal 1818, con la soppressione della diocesi di Vulturara, a cui apparteneva dal 1330, entrò a far parte della diocesi di Lucera e dal 1983 alla diocesi di Benevento.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone di San Bartolomeo in Galdo sono stati concessi con decreto del Presidente della Repubblica 2 ottobre 1989.
«Stemma di rosso, alla figura di San Bartolomeo Apostolo di carnagione, capelluto e barbuto di argento, aureolato d'oro, vestito con la tunica di azzurro e col manto posto in sbarra dalla spalla sinistra al fianco destro, di nero, tenente con la mano sinistra la pelle, simbolo dell'avvenuto martirio, d'oro, su cui traspare il viso del Santo, posta in sbarra alzata, i piedi di carnagione calzati con sandali di cuoio al naturale.[13]»
Il gonfalone è costituito da un drappo di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
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Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]Le 7 chiese[14]:
- La Chiesa madre[15] fu utilizzata come cattedrale della diocesi di Vulturara. Venne ampliata e riconsacrata l'8 luglio 1703 dal cardinale Vincenzo Maria Orsini, arcivescovo di Benevento (poi papa Benedetto XIII) e dedicata a san Bartolomeo apostolo. L'interno è a croce latina, ha un rosone in alto sulla facciata principale, due portali del XV secolo, provenienti dalla badia di Santa Maria del Gualdo in Mazzocca e la nuova Porta in bronzo, inaugurata il 1º febbraio 2009, che riporta in 24 formelle la storia dei santi protettori: san Bartolomeo apostolo e san Giovanni eremita. Il campanile-torre rappresenta il simbolo del paese.
- Chiesa dell'Annunziata[16], con portale del 1498, non è più adibita al culto dalla fine degli anni cinquanta.
- Convento dei Frati minori, fondato intorno al 1609, e la chiesa di Santa Maria degli Angeli[17], in stile barocco spagnolo, consacrata dal vescovo di Volturara, monsignor Tommaso Carafa, il 6 febbraio 1630.
- Chiesa della Santissima Immacolata Concezione[18], edificata nel l173-1742 e comunemente chiamata "Chiesa nuova".
- Chiesa del Calvario[19], edificata nel 1894.
- Chiesa di Maria santissima del Carmine[20], edificata nel 1910 dai fratelli sacerdoti Francesco e Matteo Catalano.
- Chiesetta di Sant'Antonio abate[21], fu costruita nel 1720 da Agostino Ugone, dedicata originariamente a sant'Antonio da Padova e attualmente chiusa al culto.
Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzo vescovile, edificato ad opera di monsignor Simeone Majolo (1571-1596), vescovo di Volturara.
- Palazzo Catalano[22], Costruito nel XVIII secolo, in stile neoclassico, dalla famiglia di commercianti Catalano Gonzaga. È un edificio di grandi dimensioni, con 32 stanze, belvedere a terrazzo, torretta, cappella privata e sala da thè dopo il terrazzo, la facciata posteriore è ornata con bassorilievi in marmo.[23]
- Palazzo Martini[24], rinascimentale, appartenente agli abati commendatari dell'abbazia di Santa Maria a Mazzocca.
- Portali di alcune abitazioni del centro storico che conservano gli stemmi gentilizi delle famiglie nobili che vi abitarono.
- Museo civico Castelmagno, situato in un palazzo d'epoca interamente ristrutturato, ospita mostre ed eventi.
- Monumento ai caduti in piazza Umberto I
Murales
[modifica | modifica wikitesto]I Murales di San Bartolomeo in Galdo godono di una buona notorietà e un comitato locale organizza dal 2010 una manifestazione estiva per la realizzazione di murales in vari luoghi nel paese. Nel 1976 ne venne realizzato uno in occasione della visita degli Inti-Illimani restaurato nel 2010[25]. Nel 2011 e 2012 sono stati realizzati altri due murales, ispirati dalle canzoni Fiume Sand Creek di Fabrizio De André e Caruso di Lucio Dalla, nel 2013 uno sulla vita di Nelson Mandela[26] e nel 2014 uno in memoria di Vittorio Arrigoni.[27].
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[28]
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Istruzione
[modifica | modifica wikitesto]Scuole
[modifica | modifica wikitesto]L'istituto comprensivo statale "Leonardo Bianchi"[31] comprende due scuole dell'infanzia, due scuole primarie e una scuola secondaria di primo grado, distribuite fra il capoluogo comunale e la frazione di Ianziti. Vi è inoltre una scuola dell'infanzia privata, gestita da suore.
L'istituto di istruzione superiore "Enrico Medi"[32], dal 2014 "Medi-Livatino", comprende il Liceo Scientifico e l'Istituto Professionale per l'Agricoltura nella sede di San Bartolomeo in Galdo, l'Istituto Professionale di Stato per i Servizi commerciali e turistici (IPSCT) di Baselice ed il Liceo Classico ed ITE di San Marco dei Cavoti.
Eventi
[modifica | modifica wikitesto]- Festa di Maria santissima Incoronata (ultimo sabato di aprile)
- Festa del Corpus Domini con l'infiorata
- Festa patronale di san Bartolomeo apostolo (24-25-26 agosto)
- Festa della Madonna Immacolata (8 dicembre)
- Festa di Santa Lucia (13 dicembre)
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Agricoltura
[modifica | modifica wikitesto]L'agricoltura costituisce la tradizionale, e tuttora più importante attività economica di San Bartolomeo in Galdo: vi si coltivano prevalentemente cereali, uva, olive, frutta, ortaggi, legumi e tabacco. Le aziende agricole sono inoltre impegnate nell'allevamento di ovini, bovini, suini e pollame, con un utilizzo minimo dei macchinari e prodotti sintetizzati. Si è sviluppata la valorizzazione dei prodotti tipici locali (carne, latticini e derivati, liquori, ortaggi di stagione, pasta fresca). Alcune aziende si sono dedicate alla produzione di prodotti tipici (pomodori in scatola, sottolio e sottaceti vari, torroni al cioccolato e varie tipologie di liquori). Inoltre sono presenti in loco molte aziende agrituristiche.
Commercio
[modifica | modifica wikitesto]Il commercio è cresciuto fino agli anni 2000, i negozi di San Bartolomeo costituivano il punto di riferimento non solo per i paesani ma anche per i cittadini dei paesi limitrofi, che si riversavano in massa al mercato domenicale e alle varie fiere paesane organizzate nell'arco dell'anno in paese. Dal 2000 circa il commercio ha subito un calo ma è ancora attrattivo il mercato domenicale (nonché le fiere) che si sviluppa lungo Via Regina Margherita e Via Pasquale Circelli.
La maggioranza dei negozi è concentrata nel centro del paese soprattutto lungo il corso e via Margherita anche se negli ultimi anni sono sempre più i negozi che aprono anche nella nuova zona del paese (Janziti).
Industria
[modifica | modifica wikitesto]L'industria a San Bartolomeo è nata relativamente tardi. Le prime piccole realtà industriali sono nate verso la metà degli anni settanta. In seguito queste piccole realtà si sono man mano ingrandite dando origine ad una discreta realtà industriale che, per dipendenti assorbiti e fatturato, è la principale dell'alta valle del Fortore.
La maggioranza delle industrie, dapprima sparse lungo tutto il paese, ora è prevalentemente concentrata nella nuova zona industriale situata nella parte bassa e pianeggiante del paese.
I settori principali sono: tessile[33], imballaggi in plastica, calcestruzzo, manufatti in vetro, pitture e vernici ed infissi in legno ed alluminio.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1984 | 1990 | Raffaele Sepe | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1990 | 1991 | Antonio Mascia | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1991 | 1992 | Giovanni Palumbo | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1992 | 1993 | Erminio Pacifico | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1993 | 1995 | Giovanni Palumbo | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1995 | 2003 | Gianfranco Marcasciano | Partito Popolare Italiano-DL | Sindaco | |
2003 | 2004 | Fiorentino Boniello | Commissario | ||
2004 | 2008 | Donato Agostinelli | La Margherita | Sindaco | |
2008 | 2009 | Luigi Colucci | Commissario | ||
2009 | 2014 | Vincenzo Sangregorio | Punto e a capo... per un Nuovo Corso | Sindaco | |
2014 | 2016 | Gianfranco Marcasciano | Lista civica | Sindaco | |
2016 | 2017 | Vincenzo Lubrano | Commissario | ||
2017 | in carica | Carmine Agostinelli | Lista civica | Sindaco |
Gemellaggi
[modifica | modifica wikitesto]- Italia: Ripa Teatina, città natale del padre del pugile Rocky Marciano[34], la cui madre era originaria di San Bartolomeo in Galdo.
- Italia: Ferrazzano, in nome dell'abate di Mazzocca, Nicola da Ferrazzano, al quale si deve la fondazione di San Bartolomeo in Galdo.[35]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Note Storiche1
- ^ Salvatore Muzzi, San Bartolommeo in Galdo, in Vocabolario geografico storico statistico dell'Italia nei suoi limiti naturali, Bologna, Giacomo Monti, 1873, p. 490. URL consultato il 3 agosto 2014.«Comune, rilevante capoluogo di Circondario nella Provincia di Benevento. Ha la sede Mandamentale. Luogo di molta popolazione, ma non tutta unita in un borgo. Attorno al gruppo principale stanno qua e lá ceppi di case, nei quali tutti c'e qualche industria. Il capoluogo ha scuole pubbliche, ed altre utili istituzioni. Il territorio non e de' migliori della Provincia, perché quasi tutto cretaceo: tuttavolta l'agricoltura vi fa le migliori prove possibili. Abitanti 7236. Ha Ufficio di Posta e di Telegrafo.»
- ^ Note storiche2
- ^ Bosco Montauro, su newscampania.it. URL consultato il 28 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
- ^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani, su confedilizia.it. URL consultato il 2 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010).
- ^ Museo Civico Castelmagno Archiviato il 29 maggio 2014 in Internet Archive.
- ^ Antonio Vinciguerra, Castel Magno Notizie storiche e curiosità, su sanbartolomeaninelmondo.it, giugno 2014. URL consultato il 14 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2014).
- ^ Giustiniani, L., Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, X, 1805, p. 96.
- ^ Regio Decreto 21 ottobre 1926, n. 1890
- ^ Comune di San Bartolomeo in Galdo, Statuto comunale (PDF), su dait.interno.gov.it, Art. 2 Territorio, gonfalone e stemma.
- ^ Le magnifiche sette chiese
- ^ 'A Cchiésija Mâtr;
- ^ 'A Nûnziját
- ^ Û Cûmmént.
- ^ 'A Cchiésija Nôv.
- ^ 'A Cchiésija û Câl'varij
- ^ 'A Cchiésija Don Cìccj
- ^ Sant'Antûn
- ^ Palazzo Catalano
- ^ Belvedere a terrazzo del palazzo Catalano
- ^ Palazzo Martini
- ^ Il murales fu creato in ricordo della "Marcia della fame", un raduno di braccianti di San Bartolomeo in Galdo e dei paesi limitrofi che nella Domenica delle Palme del 1957, si misero in marcia verso Roma per gridare le loro condizioni di povertà (video su YouTube. Il murale è stato ricreato a cura di Eduardo "Mono" Carrasco nel 2010 e alla manifestazione ha partecipato anche il regista Ugo Gregoretti, autore del documentario Vientos del Pueblo. Gli Inti-Illimani nel Sannio e nel Matese, che documentò il tour del gruppo nel 1976 e inoltre la realizzazione del murale di San Bartolomeo.
- ^ Realizzazione dei Murales: la IV edizione è dedicata a Nelson Mandela, su oggibenevento.it. URL consultato il 21 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2013).
- ^ ‘Spazio Musica’ e il murales dedicato a Vittorio Arrigoni, in Il Sannio Quotidiano, 27 agosto 2014. URL consultato il 6 settembre 2014 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2014).
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 30-6-2023.
- ^ Museo civico Castelmagno Archiviato il 29 maggio 2014 in Internet Archive..
- ^ Museo della civiltà contadina Archiviato il 29 maggio 2014 in Internet Archive..
- ^ Istituto comprensivo statale "Leonardo Bianchi"[collegamento interrotto]
- ^ Istituto di istruzione superiore "Enrico Medi", su istitutosuperioremedi.gov.it. URL consultato il 16 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
- ^ Distretti Campani, su 151.13.210.29. URL consultato il 10 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
- ^ Rocky Marciano
- ^ Nicola da Ferrazzano, un ponte tra le due città [collegamento interrotto]
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- "Ricorso ragionato dei rappresentanti del comune di San Bartolomeo presentato a sua maestà, in cui vien dimostrata l'ingiustizia ricevuta dal vescovo lucerino, fiorentino e turtibulense, colla soppressione del seminario di quella città", Napoli 1832;
- Gianni Vergineo, Storia di Benevento e dintorni, volume IV, paragrafo 4, 1989 (sulla Marcia della fame).
- Giovanni B. Rampoldi, Corografia dell'Italia, volume 3, 1923.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Comunità montana del Fortore
- Circondario di San Bartolomeo in Galdo
- Murales di San Bartolomeo in Galdo
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Bartolomeo in Galdo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.sanbartolomeoingaldo.bn.it.
- San Bartolomèo in Galdo, su sapere.it, De Agostini.
- Filmati d'epoca: video del 1966 e Video dell'Istituto Luce Cinecittà
- Foto d'epoca: nel 1880-1890 ca., nel 1910, a inizio del Novecento e negli anni cinquanta e sessanta
Controllo di autorità | VIAF (EN) 147029655 · LCCN (EN) nr96012894 · GND (DE) 4440963-1 · J9U (EN, HE) 987007540571305171 |
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