San Benedetto del Tronto

San Benedetto del Tronto
comune
San Benedetto del Tronto – Stemma
San Benedetto del Tronto – Bandiera
San Benedetto del Tronto – Veduta
San Benedetto del Tronto – Veduta
Vista panoramica di San Benedetto del Tronto dalla zona Santa Lucia
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Marche
Provincia Ascoli Piceno
Amministrazione
SindacoAntonio Spazzafumo (lista civica) dal 18-10-2021
Territorio
Coordinate42°56′37.61″N 13°52′59.99″E
Altitudinem s.l.m.
Superficie25,31 km²
Abitanti47 053[1] (31-10-2024)
Densità1 859,07 ab./km²
Comuni confinantiAcquaviva Picena, Grottammare, Martinsicuro (TE), Monteprandone
Altre informazioni
Cod. postale63074
Prefisso0735
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT044066
Cod. catastaleH769
TargaAP
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 593 GG[3]
Nome abitantisambenedettesi
Patronosan Benedetto martire
Giorno festivo13 ottobre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Benedetto del Tronto
San Benedetto del Tronto
San Benedetto del Tronto – Mappa
San Benedetto del Tronto – Mappa
Posizione del comune di San Benedetto del Tronto nella provincia di Ascoli Piceno
Sito istituzionale

San Benedetto del Tronto è un comune italiano di 47 053 abitanti[1] della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche.

Posto lungo la costa adriatica meridionale delle Marche alla foce del fiume Tronto,[4] è un importante centro turistico e porto peschereccio[5] della Riviera delle Palme.[6] È il comune più popoloso della provincia.[7][8]

Geografia fisica

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Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia di San Benedetto del Tronto.

«…dalle colline dorate si scorge la spiaggia di San Benedetto del Tronto cittadina di pescatori… stupende barche da pesca che solcano il mare Adriatico, barche con le vele dipinte con soggetti religiosi o con antichi emblemi, esse vanno cullate dalle onde di un mare sempre vivo sempre nuovo e sembra che il murmure delle acque costituisca una lene musica…[9]»

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Veduta panoramica del centro cittadino di San Benedetto dalle colline retrostanti.

San Benedetto del Tronto sorge sulle rive del mare Adriatico, si sviluppa per 25,31 km² e ha conformazione di collina litoranea, ed è il comune litoraneo più meridionale delle Marche.[10] Al suo interno scorrono e sfociano quattro torrenti l'Albula, il delle Fornaci, il Ragnola e l'Acquachiara e il fiume Tronto. È il comune con maggiore densità di popolazione della regione Marche.[11]

Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia di San Benedetto del Tronto § Clima.

San Benedetto gode di un clima mediterraneo particolarmente benigno,[13] con inverni miti (7 °C circa di media stagionale), e sono moderatamente piovosi, ma la neve non di rado fa la sua comparsa, riuscendo periodicamente anche a coprire la città con un moderato manto di coltre bianca.[14][15][16][17][18] Le estati calde, ma non afose (23 °C circa di media stagionale), raramente si superano temperature massime oltre i 32 °C.[17]

Mese Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 9,411,113,717,521,625,929,028,625,220,315,211,510,717,627,820,219,1
T. media (°C) 6,27,49,813,217,221,324,023,620,616,311,88,27,313,423,016,215,0
T. min. media (°C) 33,86,09,012,816,819,018,716,112,38,54,93,99,318,212,310,9
Precipitazioni (mm) 635263605151425671828680195174149239757
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di San Benedetto del Tronto.
San Benedetto (IV secolo), il Santo patrono della città

Si sa poco sulle origini di San Benedetto del Tronto. Tradizionalmente vengono fatte risalire al XII secolo, ma dei ritrovamenti archeologici avvenuti nell'estate 2011 hanno messo in discussione l'origine medievale della città. A seguito di alcuni scavi nel Paese Alto sono stati rinvenuti molti reperti risalenti a epoca romana,[20] tra cui una vasca, un mosaico di tessere bianche con cornici nere e un angolo di muro di un edificio con affreschi parietali di colore rosso tipici della fase decorativa romana risalente all'età neroniana o flavia, databili fra la prima metà del I secolo a.C. e la prima metà del I secolo d.C..[21] L'origine romana della città era già stata ipotizzata in passato, senza però alcun riscontro concreto: si riteneva che fosse sorta sul sito dell'antica città di Truentum (fondata dall'antico popolo dei Liburni), poi ribattezzata Castrum Truentinum, identificata oggi con il sito archeologico scavato alla foce del Tronto nel comune di Martinsicuro, mentre studiosi ritengono che i primi insediamenti sarebbero legati all'antica città di Alba Picena, che sorgeva sulla sulla sponda destra dell'Albula.[22]

Non si hanno tuttavia ancora certezze sulle reali origini della città. In attesa di ulteriori studi sui ritrovamenti, si continua ad accreditare l'ipotesi di un nucleo sorto attorno a una chiesa che avrebbe ospitato le spoglie di san Benedetto martire, soldato romano martirizzato nell'antica Cupra (poi Cupra Marittima). Del nucleo abitativo di San Benedetto, definito come Plebs Sancti Benedicti in Albula dal nome del santo protettore e titolare della chiesa omonima, nonché del torrente che tuttora l'attraversa, si hanno tracce dall'anno 998 in un atto relativo all'investitura del beneficio dei SS. Vincenzo e Anastasio in territorio di Acquaviva Picena da parte di Uberto, vescovo di Fermo.

Nel 1105 Papa Pasquale II conferma il monastero di San Benedetto al Tronto a Oderisio, abate di Montecassino[23] e di nuovo nel 1112, con altra bolla inviata al nuovo abate cassinense Gerardo[24].

Il primo significativo mutamento insediativo si ha nel 1145 quando i signori Azzo e Berardo di Gualtiero ottennero l'autorizzazione dal vescovo Liberto di Fermo a realizzare un castrum sul colle ove sorge la pieve, pur nel rispetto delle pertinenze di questa.

Oggetto della rivalità tra le città di Ascoli e Fermo, San Benedetto fu per secoli aspramente contesa delle due rivali.

Saccheggi e devastazioni a varie riprese caratterizzano anche il XVI secolo per cui il paese, seppure di importanza strategica, non riuscì a svilupparsi se non dopo aver riacquistato un po' di tranquillità. È del 1615 la testimonianza di una prima espansione fuori dalle mura, verso il mare, con la costruzione di una chiesetta dedicata alla Madonna della Marina in corrispondenza del luogo dove oggi è situata piazza Cesare Battisti in prossimità del vecchio Palazzo Municipale. Lo sviluppo demografico del Castro Sancti Benedicti e, successivamente al 1860 con Regio Decreto, di San Benedetto del Tronto, non può che rassomigliare a quello di tanti altri centri rivieraschi dell'Adriatico, ove svolgono un ruolo determinante le immigrazioni (rese necessarie per il ripopolamento sul finire del XV secolo e proseguite fino ai giorni nostri in modo significativo), le incursioni e le catture barbaresche, i rapporti con le popolazioni transadriatiche, le epidemie, le successive e massicce emigrazioni in altri luoghi dell'Italia e all'estero, talune con caratteristiche specifiche legate ai mestieri del mare.

Il XVIII secolo è il secolo nel quale la popolazione sambenedettese inizia a uscire dal sovraffollato quartiere Castello (oggi Paese Alto) dopo aver invaso con le nuove costruzioni lo spazio di rispetto delle mura fortificate e talvolta scavalcate queste verso i giardini sottostanti, accompagnato dall'espansione lungo e al di sotto della strada “Lauretana” (poi statale 16) indi dei "paiarà" (toponimo del primo insediamento sviluppatosi sulle terre sottratte al mare, che deve il proprio significato da quelle case costruite con paglia impastate con argilla).

Nel 1863 la costruzione della linea ferroviaria adriatica costituì un passaggio storico per tutto il territorio. Negli stessi anni aprivano i primi stabilimenti balneari e l'amministrazione del sindaco Secondo Moretti delineò la vocazione turistica della cittadina[25] di San Benedetto. Risale al 1896 il regio decreto che concede a San Benedetto l'attributo del Tronto.[26]

Nel 1907 comincia la costruzione del porto peschereccio, il cui ultimo ampliamento è del 2000. Nel 1912 avviene il varo del primo peschereccio a motore in Italia, il "San Marco", su concezione del monsignor Francesco Sciocchetti.[27] Nel 1928 con decreto ministeriale, San Benedetto otteneva il riconoscimento di Stazione di Cura, soggiorno e turismo, prima località balneare delle Marche e di tutta la costa adriatica.

Il 18 giugno 1944 dopo 144 bombardamenti aerei e sei cannoneggiamenti navali che hanno devastato la città nella seconda guerra mondiale, San Benedetto viene liberata.[28][29][30]

Nel secondo dopoguerra San Benedetto del Tronto ha conosciuto uno sviluppo sostenuto. Conobbe un forte incremento demografico: i 23 000 abitanti del 1951 diventarono oltre 42 000 nel 1971 per effetto del movimento migratorio dall'entroterra e dal flusso migratorio da varie zone della penisola,[31] e divenne una delle più importanti località turistiche delle Marche.[32] Nel 1986 è stata elevata a diocesi.[33]

Gonfalone civico
Gonfalone civico
Stemma

Lo stemma di San Benedetto del Tronto ha per sfondo l'immagine dell'antico castello ed in primo piano è raffigurata l'immagine del martire san Benedetto, soldato della guarnigione romana, vittima delle persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano. Lo stemma è stato concesso con decreto del presidente del Consiglio del Ministri Alcide De Gasperi del 10 novembre 1948.[34]

«D'argento, al guerriero all'antica aureolato e tenente la palma nella destra, nella sinistra l'elsa della spada, in maestà dinanzi a una torre movente dal mare, il tutto al naturale.»

Gonfalone

Il "gonfalone di Città", è rappresentato dal drappo troncato di azzurro nella parte superiore e di rosso nella parte inferiore, riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dello stemma civico con l'iscrizione centrata in oro «Città di San Benedetto del Tronto».

«Drappo troncato di azzurro e di rosso.»

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Decreto del Presidente della Repubblica[35]»
— 25 ottobre 2000

Monumenti e luoghi d'interesse

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La città offre diversi esempi di eterogenee architetture, che spaziano dallo stile liberty di fine 1800 al romanico e al neoclassico.[36]

Centro storico medievale

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Lo stesso argomento in dettaglio: Paese Alto.
Scorcio dell'antico borgo

È l'antico borgo medievale, conosciuto come Paese Alto, dove si è sviluppato il primo nucleo abitativo della città. Vi si trovano i resti di una Villa Marittima di epoca romana del I secolo a.C..[37]

Architetture storiche e militari

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Torre dei Gualtieri
  • Caserma Guelfa — Si trova lungo la Strada Statale 16 in prossimità dell'incrocio con via del Mare, la via principale di Porto d'Ascoli. Edificio fortificato a pianta quadrangolare del XVI secolo con corpi d'angolo a "puntone" e chiostro interno a doppio ordine con archi a tutto sesto, la scarpatura di base è bloccata a metà altezza con un cornicione a sezione semicircolare. La copertura è con capriate in legno e sovrastante manto di coppi. Inizialmente aveva la destinazione di ospizio al porto, hostaria e nuovi magazzini per il deposito delle merci; successivamente assunse il ruolo di ultimo avamposto pontificio prima del Regno delle Due Sicilie e per questo è popolarmente definita come la "Dogana Pontificia".[38]
  • Torre dei Gualtieri (o Torrione) — Più propriamente denominato "Mastio della Rocca" e più popolarmente noto come "Torrione" (lu Turriò o lu Campanò in dialetto sambenedettese), è forse l'elemento più rappresentativo della città, spiccando dall'altura del Paese Alto a dominare l'intero abitato.[39][40]
  • Torre Guelfa — Si trova accanto a una villa privata e si può scorgere dalla S.S. 16 in località Porto d'Ascoli. Si tratta di una torre di difesa a base quadrata del XIV secolo con opera a sporgere costituita da beccatelli e piombatoi. Costruita in muratura a secco con paramenti esterni ed interni in laterizio, faceva parte di una fortezza consistente in due grandi torrie sette torrioni con settanta merli, ricostruita dalla città di Ascoli dopo il 1348, distrutta poi da Gentile da Mogliano, signore di Fermo.[41][42]
  • Torre sul porto — Si trova all'interno dell'area protetta della Riserva naturale regionale Sentina. L'inizio dei lavori di edificazione ebbe inizio nel 1543 e terminò nel 1547. Serviva come torre d'avvistamento.[43][44][45]

Architetture religiose

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Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di San Benedetto del Tronto.
Cattedrale di Santa Maria della Marina

Altre architetture religiose

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  • Chiesa di San Filippo Neri[51]
  • Chiesa della Madonna del Suffragio[52]
  • Chiesa di Sant'Antonio di Padova[53]
  • Edicola di Sant’Antonio di Padova[54]
  • Cappella dell’Immacolata[55]
  • Chiesa San Pio X[56]
  • Statua di Padre Pio da Pietrelcina[57]
  • Chiesa di Cristo Re[58]
  • Chiesa della Sacra Famiglia[59]
  • Chiesa della Santissima Annunziata[60]
  • Chiesa di San Giacomo della Marca[61]
  • Chiesa di Santa Lucia[62][63]
  • Santuario della Madonna del Santissimo Sacramento[64]
  • Vescovado[65]

Architetture civili

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Palazzo Anelli
  • Villa Cerboni Rambelli, costruita in stile neoclassico intorno al 1870 dal dottor Angelo Cerboni-Baiardi su un terreno dell'allora contrada Giardino. Il parco, di circa 11600 m², presenta una notevole varietà di essenze arboree, molte autoctone.[73]
Architetture private
  • Villa Costantini Brancadoro; fa parte di una tenuta agricola di notevoli dimensioni e fu costruita con fattezze diverse dall'attuale nel XVIII secolo.[74]
  • Villa Guidi, costruita nella seconda metà del 1700; di particolare interesse è il giardino.[75]
  • Villa Laureati, situata nel quartiere Salaria; è un imponente edificio su tre piani di proprietà della famiglia dei marchesi Laureati.[76]
  • Villa Mancini Guidi, situata a nord del vecchio incasato del quartiere Paese Alto; particolare architettonico di rilievo è l'ingresso monumentale del XIX secolo.[77]

Monumenti e opere architettoniche

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Architetture civili
Il monumento al pescatore
Il monumento al gabbiano Jonathan
“La Vela”, sul molo sud, monumento dedicato a Monsignor Sciocchetti, opera dello scultore e artista Genti Tavanxhiu[78]
  • Monumento al gabbiano Jonathan — Realizzato dall'artista Mario Lupo nel 1986, il monumento al gabbiano Jonathan Livingston, protagonista del libro di Richard Bach, sorge lungo la passeggiata del Molo sud, che è stata ribattezzata The Jonathan's way.
  • Monumento al pescatore — Dedicato alla gente di mare ed alla storia dei pescatori, è opera di Cleto Capponi, artista grottammarese.
  • Lungomare — Nel 1932, su progetto dell'ingegner Luigi Onorati, fu realizzato il lungomare che ancor oggi, oltre ad essere una via di comunicazione essenziale, è il centro pulsante della San Benedetto turistica ed è anche divenuto il luogo col quale si identifica l'immagine cittadina, in Italia e anche all'estero.[79][80][81]
  • Faro — inaugurato nel 1957 all'interno del faro è collocata una lampada alogena ed un sistema di lenti rotanti che proiettano raggi di luce bianca fino a 32 miglia nautiche di distanza.[82][83]
  • Monumento a Salvo d'Acquisto — Situato presso il lungomare sud, è una scultura in bronzo alta 8,5 metri ed è l'omaggio della città al vicebrigadiere Salvo D'Acquisto.[84]

Altri monumenti e sculture

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  • E la pietra gridò — È un monumento dello scultore Marcello Sgattoni dedicato a Carlo Alberto dalla Chiesa, collocato nella piazza omonima.[85]
  • Geneviève — È un monumento alla marineria sambenedettese rappresentato dalla prua dell'ex motopeschereccio atlantico "Geneviève".[86][87][88][89]
  • I bambini della guerra — In piazza Bambini del Mondo, su una parete del Palazzo comunale, è una scultura di Ugo Nespolo.[90]
  • Il mare, il ritorno — Sorge sulla banchina portuale Malfizia, dinanzi al mercato ittico al minuto, ed è opera dello scultore sambenedettese Paolo Annibali.[91][92]
  • I sognatori — Opera in bronzo realizzata da Paolo Annibali, rappresenta un tronco d'albero morto di quattro metri d'altezza che offre riparo a vari animali e due bambini che dormono, mentre un ramo appena germogliato spunta dall'alto.[93][94][95]
  • Il saluto di Ubu — Opera in bronzo realizzata da Enrico Baj, si richiama ad un lavoro teatrale di Alfred Jarry, fondatore della patafisica.[95][96]
  • La Retara — Opera in bronzo dello scultore Aldo Sergiacomi, è un doveroso omaggio a una delle figure tipiche della città.[95] Il basamento dell'opera è arricchito da una poesia in vernacolo, dedicata appunto alla figura della retara, del poeta sambenedettese Giovanni Vespasiani.[97][98]
  • La Sibilla — Situata presso il viale Alcide De Gasperi, è un'opera dello scultore Giuseppe Marinucci, realizzata assemblando materiali ferrosi di recupero che danno vita alla rappresentazione suggestiva della mitologica figura.[85]
  • L'elefantino tra le palme — È un'opera allegra, perfettamente integrata nel nuovo arredo del viale, che si è subito trasformata in un monumento "vivo e vissuto".[95][99]
  • La famiglia del pescatore — Opera in bronzo dello scultore offidano Aldo Sergiacomi, è dedicata alla famiglia del pescatore.[100]
  • Monumento ai caduti — Sorge in viale Secondo Moretti ed è un'opera in bronzo di Mario Cataldi, inaugurata il 14 agosto 1921, dedicata ai 104 caduti sanbenedettesi nella prima guerra mondiale.
  • Monumenti ai caduti per la libertà — Sono due opere dello scultore Marcello Sgattoni. I due monumenti, collocati nel centralissimo viale Secondo Moretti in epoche differenti, commemorano la liberazione della città dall’oppressione nazifascista, avvenuta nella notte tra il 18 e il 19 giugno 1944.[101]
  • Monumento Nespolo — Opera di Ugo Nespolo collocata all'inizio del lungomare della città.[102]
  • No Cluster Bombs — Situata nei pressi dello stadio Fratelli Ballarin ed inaugurata il 30 maggio 2009, è un’opera dell’artista Carlo Gentili sul tema delle cluster bomb e delle gravi conseguenze che tali ordigni causano.
  • Principe — Fontana collocata in via Cairoli, una delle traverse del corso, è dominata da una scultura di Paolo Consorti.[95]
  • To see through is not to see into — Opera di Mark Kostabi collocata nella zona pedonale del centro della città.[95][103]
  • Vale & Tino — Inaugurata il giorno di San Valentino, la straordinaria scultura in neon colorato di Marco Lodola è posizionata all'interno del cortile della Palazzina Azzurra.[104]
  • Allegro — Opera di Ugo Nespolo collocata nella fontana di viale Secondo Moretti.[95][105]

Vie principali

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  • Fontana Rotonda Giorgini
  • Fontana "Allegro"
  • Fontana del Borgo Marina
  • Fontana di Piazza Nardone

Siti archeologici

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Aree naturali

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  • Sentina - Situata a nord della foce del fiume Tronto, è un'area di 200 ettari nella quale sono presenti solo pochissimi edifici rurali e che, nonostante qualche zona coltivata e nonostante i tentativi di bonifica integrali effettuati nel passato, presenta una zona umida di grandissima importanza a livello biologico e aviofaunistico.[117][118][119]

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[120]

Etnie e minoranze straniere

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Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 3 241 abitanti, pari al 6,89% dei residenti.[121]

Lingue e dialetti

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Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetti marchigiani e Dialetti abruzzesi settentrionali.

«…la singolare cadenza di quel dialetto che si estrania da tutti gli altri delle Marche e dell'Abruzzo, un dialetto di adusti corsari provenuti chissà da quale parte del sud…»

Il dialetto sambenedettese è compreso, al pari degli altri dialetti della provincia di Ascoli Piceno, nei dialetti marchigiani meridionali.[122] Tali parlate sono caratterizzate da una fonetica di tipo meridionale, che va dall'indebolimento delle vocali atone alla metafonesi delle toniche, assumendo forme diverse secondo le aree prese in considerazione.[122] Il dialetto sambenedettese è diffuso ormai nella sua forma più pura solamente tra le generazioni più anziane del centro storico e della zona portuale. Nelle zone agricole della parte meridionale del comune, come a Porto d'Ascoli e nella Sentina, si parla una varietà di sambenedettese con influenze dalla vicina Martinsicuro. Il sambenedettese è, tra i dialetti del gruppo aso-truentino, uno dei più conservativi, mantenendosi quasi immune dalle influenze fermane, ascolane e abruzzesi.[122]

«…..di questo paese che a me pare il più bello, il cui dialetto, che ad altri può sembrare barbaro, ha per me tanta poesia, tanta dolcezza di ricordi da sentirne l'acuta nostalgia nella lontananza, ho cercato di ritrarre le abitudini, i sentimenti semplicemente……»

Le principali caratteristiche del dialetto sambenedettese sono:[123]

  • Metafonesi sannita monottongata (alcuni esempi: tìmbë per "tempo", fùchë per "fuoco")
  • Monottongazione (alcuni esempi: mëstìrë per "mestiere", carbënìrë per "carabiniere", fìrë per "fiera");
  • Caduta della -a finale (alcuni esempi: la bàrchë per "la barca", la càsë per "la casa");
  • Assimilazione dei nessi consonantici "-l + consonante" senza sonorizzazione (alcuni esempi: atë per "alto", fazë per "falso", picé per "pulcino")
  • Uso dell'ausiliare essere in tutte le coniugazioni ad eccezione della terza persona, in cui è usato avere (alcuni esempi: sò magnàtë per "ho mangiato", tu scì fàttë per "tu hai fatto", éssë ha stàtë per "lui è stato");

La vera caratteristica propria del dialetto sambenedettese è il mantenimento degli antichi frangimenti vocalici, ormai estinti nella maggior parte degli altri dialetti aso-truentini. Infatti nel dialetto sambenedettese puro avviene l'apertura a catena di tutte le vocali toniche non metafonizzate (o derivate da un dittongo):

  • -ì- diventa é, ad esempio marétë per "marito", féjë per "figlio", cunéjë per "coniglio";
  • -é- diventa -è-, ad esempio nèrë per "nera", èssë per "lei, essa", strèttë per "stretta";
  • -ù- diventa -ó-, ad esempio lónë per "luna", lópë per "lupo", fërtónë per "fortuna";
  • -ó- diventa -ò-, ad esempio còrtë per "corta", còrrë per "correre", allòrë per "allora".

Il lessico presenta inoltre derivazioni greche come per esempio il termine cònë, "bella bambina" (cfr. Greco εἰκὸνη), e cucàlë (cfr. Greco κουκάλη) che significa "gabbiano".

Tradizioni e folclore

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Rievocazione storica del martirio di San Benedetto
  • Festa di San Benedetto martire - Festa del patrono della città, per molti anni è stata organizzata ogni ultimo sabato di maggio, ma dal 2008 si è tornati a celebrarla nella data di origine, il 13 ottobre, giorno esatto a cui si fa risalire nell'anno 304, il martirio del soldato romano.[124][125] La Rievocazione storica del martirio, prevede celebrazioni nella città di Cupra Marittima[126], dove è stato martirizzato, e una processione via mare, dove la statua di San Benedetto imbarcata su un peschereccio, da Cupra Marittima approda al porto di San Benedetto del Tronto, per poi percorrere le vie cittadine e fare arrivo presso la chiesa di San Benedetto Martire.[127] Dal 1997 la festa è celebrata anche a Mar del Plata in Argentina dove è stata inaugurata un'altra chiesa a San Benedetto Martire.[128]
  • Carnevale sambenedettese — I primi documenti del carnevale sambenedettese risalgono al 1828.[129] Si svolge con cadenza annuale, nelle tre domeniche prima dell'inizio della quaresima che solitamente corrisponde all'inizio del mese di febbraio, è caratterizzato dalla sfilata dei carri allegorici e di gruppi mascherati.[130]
  • Festa Madonna della Marina — Uno degli eventi principali dell'estate sambenedettese, si svolge l'ultima domenica di luglio e consiste in una processione in mare con i pescherecci, in cui i pescatori rendono omaggio alla Madonna della Marina, l'imbarcazione principale, che precede il corteo di imbarcazioni, ospita il ritratto della Madonna proveniente dalla cattedrale. Dopo la benedizione da parte del vescovo e il ricordo delle vittime del mare, avviene il lancio in mare della corona di fiori. Segue poi una processione a terra fino alla cattedrale.[131].

Istituzioni, enti e associazioni

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Ha sede a San Benedetto del Tronto l'Ospedale civile Madonna del Soccorso, al quale fanno capo i presidi sanitari posti nelle località di Centobuchi, Grottammare, Montefiore dell'Aso, Porto d'Ascoli e Ripatransone.[132]

  • Biblioteca Comunale G. Lesca
  • Biblioteca dello Studentato eucaristico

Istruzione infantile

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Sul territorio comunale è presente una scuola dell’infanzia intitolata a Teresa e Pietro Merlini, e perciò denominato impropriamente Asilo Merlini. Questa scuola di ordine privato e cattolico è stata fondata nel 1864.

Istruzione secondaria

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Nel territorio cittadino sono presenti i seguenti istituti di scuola media superiore:

Sono presenti nel comune alcune sedi distaccate dell'Università di Camerino[133][134] e dell'Università Politecnica delle Marche.[135][136]

Musei
Museo d'Arte sul Mare (MAM), gruppo scultoreo di travertino
Pinacoteca del Mare presso Palazzo Piacentini
Polo museale Museo del Mare
Molo sud, murales
  • Polo Museale "Museo del Mare" — Il Polo museale denominato "Museo del Mare" è composto da cinque sezioni: il Museo Ittico "Augusto Capriotti", il Museo delle Anfore, il Museo della Civiltà Marinara delle Marche, l'Antiquarium Truentinum e la Pinacoteca del Mare. I primi quattro sono ubicati negli spazi del Mercato Ittico all'Ingrosso. La Pinacoteca del Mare invece si trova all'interno del Palazzo Piacentini.[137]
    • Museo Ittico "Augusto Capriotti" — È tra i musei più importanti del territorio piceno. Intitolato all'insigne scienziato sambenedettese Augusto Capriotti, inaugurato nel 1956 comprende oggi oltre 9.000 esemplari suddivisi in: pesci, crostacei, molluschi, cetacei, echinodermi, celenterati e fossili. Interessante anche la biblioteca contenente più di 1.000 volumi comprendente anche testi rari e di valore storico e scientifico.[137]
    • Museo delle Anfore — Ospitato nei pressi del porto, rappresenta una singolare collezione di anfore di disparate epoche (cananee, fenicie, puniche, greche, romane e bizantine) raccolte in tutto il Mediterraneo dai pescherecci sambenedettesi che praticavano la pesca a strascico, tecnica già da anni non più consentita, che ha permesso di recuperare questi reperti perduti di civiltà passate.[137]
    • Museo della Civiltà Marinara delle Marche — Il Museo della Civiltà Marinara delle Marche è parte del polo museale ” Museo del Mare”, che comprende il Museo Ittico Augusto Capriotti, il Museo delle Anfore e la Pinacoteca del Mare a Palazzo Bice Piacentini. È situato nello stabile del Mercato Ittico ed espone una collezione permanente di oggetti legati alla vita marinara in un percorso espositivo multimediale.[137]
    • Antiquarium Truentinum — Ultima sezione del polo museale "Museo del Mare", si trova anch'esso negli spazi del Mercato Ittico all'Ingrosso che già ospitano il Museo Ittico, il Museo delle Anfore e quello della Civiltà marinara delle Marche. L'Antiquarium raccoglie numerosi reperti archeologici recuperati negli anni scorsi dall'Archeoclub locale, e documenti antichi che narrano la storia di San Benedetto del Tronto e dei comuni limitrofi dal Neolitico fino al millequattrocento.[137][138]
    • MAM - Museo d'Arte sul Mare — Il Museo d'Arte sul Mare (MAM) è un museo permanente all'aperto che si sviluppa per oltre km lungo la passeggiata del Molo sud del porto.[139]
  • Museo di arte sacra — Fa parte del circuito dei musei sistini della Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto delle Marche, si trova nei pressi della Cattedrale (nell'ex caserma dei Carabinieri), e ospita una notevole collezione di arte sacra comprendente sculture lignee di pregio.
  • Museo Pietraia dei Poeti — Il museo pietraia dei poeti sorge in contrada Barattelle, a pochi chilometri dal centro cittadino, sulla sommità di una collina che sovrasta la città.[140] Di proprietà dello scultore locale Marcello Sgattoni, è un'esposizione permanente delle sue creazioni e delle sue sculture costituite da materiali derivati dal territorio stesso e per questo perfettamente integrate con l'ambiente circostante.[141]

Teatri e sale da concerto

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Teatro comunale Concordia
  • Teatro comunale Concordia — Il teatro "Concordia" nasce ufficialmente come progetto cittadino, nel corso di una riunione tenuta nell'aula consiliare, indetta dall'Associazione dei filarmonici locali, il giorno 28 luglio 1827. A seguito di un'accurata ristrutturazione è tornato nella piena disponibilità della cittadinanza il 30 aprile 2008, con una serie di spettacoli che ha visto alternarsi sul palcoscenico compagnie locali a professionisti di livello nazionale. Dispone di una sala da 314 posti a sedere.[142]
  • Palariviera — È una struttura polivalente dove si svolgono vari eventi: concerti, teatro, cinematografici, meeting aziendali, congressi e manifestazioni culturali.[143] Al suo interno presenta sale di varie dimensioni, di cui la sala auditorium principale che ha una capacità di 1000 posti a sedere, una sala da 386 posti, quattro sale da 150 posti, due sale da circa 100 posti, due sale esclusive per congressi, sale ricevimento, ludoteca, sala bar, sala divertimento e aree di ristorazione.[144]
  • CineTeatro San Filippo Neri — Ubicato nel quartiere "San Filippo Neri"; nella struttura si svolgono eventi per fini artistici e culturali.[145] Costruito nel 1960 e restaurato nel 2006 dispone di una capienza totale di 244 posti a sedere.[146]
Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina sambenedettese.
  • Brodetto alla sambenedettese — Il piatto tipico di San Benedetto del Tronto è il brodetto alla sambenedettese (lu vrudètte) una zuppa di pesce, senza pomodoro (al limite con pomodoro verde) e con l'aggiunta di peperoni e aceto, unica nel suo genere.[147][148]

«“Siete una piccola Miami, una realtà non concepita solamente per le vacanze”.[149]»

  • Nel 1975 a San Benedetto viene girato il film Il vizio ha le calze nere con Ninetto Davoli per la regia di Tano Cimarosa.[150]
  • Nel film L'allenatore nel pallone (1984) le immagini della partita in cui la Longobarda è promossa in Serie A, (Sambenedettese - Longobarda) sono in buona parte tratte dal repertorio di una partita di Serie B del 1983/84 tra la Samb e la Pistoiese, giocatasi alla penultima giornata di quel campionato allo Stadio Fratelli Ballarin di San Benedetto del Tronto. A provarlo c'è anche il cartellone pubblicitario della Banca Toscana che era sponsor istituzionale degli arancioni. La prima scena di esultanza del pubblico, che si vede alla fine dell'incontro, è in verità quella dei tifosi della Sambenedettese, che pareggiando quell'incontro 1-1 si poterono salvare con un turno di anticipo, la Pistoiese invece retrocesse. La prima immagine del film riguarda una panoramica della città vista dal Paese Alto. Sempre ad inizio film, vi è l'interno di un'abitazione sambenedettese, riconoscibile dalle foto sul muro.
  • Nel 1985 è stata la location del film Mezzo destro, mezzo sinistro, con Gigi Sammarchi ed Andrea Roncato per la regia di Sergio Martino; gran parte del film è stato girato tra il porto, la spiaggia e lo stadio Riviera delle Palme.

In televisione

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Serie Tv
Altro

Dal 1998 al 2005, nella cornice del Palariviera (ex Palacongressi), si sono svolte le prefinali di Miss Italia.[153] Ampie sintesi delle serate andavano in onda sulla Rai.[154]

  • L'Antico e le Palme — È la mostra mercato dell'antiquariato più grande della Riviera. Nata a San Benedetto nel 1991 si svolge quattro volte l'anno con 200 espositori che provengono da tutta Europa.[155] Lo scenario delle Palme rende unica l'ambientazione di questo mercato di antiquariato.[156]
  • Premio "Libero Bizzarri" — Concorso sul cinema documentario a livello nazionale, si svolge ogni anno nel mese di luglio.[157].
  • Scultura Viva — Organizzato a giugno di ogni anno nell'ambito del MAM (Museo d'Arte sul Mare[139]), che si sviluppa lungo i 1.150 metri del molo sud, il Simposio internazionale d'arte "Scultura viva" è una delle più interessanti manifestazioni cittadine. Ad esso partecipano scultori e pittori muralisti provenienti da ogni parte del mondo, che, durante una settimana e alla presenza del pubblico, realizzano le loro opere sulle facce dei massi frangiflutto, allineati a margine della lunga passeggiata artistica.[158]
  • San Beach Comix — Il Festival del fumetto di San Benedetto del Tronto, è la più grande delle Marche ad ingresso gratuito entrando di diritto come socio del Riff - Rete Italiana Festival del Fumetto. La manifestazione viene organizzata dall'Associazione Culturale Fumetti Indelebili operante nel territorio marchigiano dal 2017.[159]

Geografia antropica

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Foto panoramica degli agglomerati urbani di San Benedetto del Tronto (in alto) e Grottammare.

La città presenta un nucleo antico, il "Paese alto", su un modesto rilievo a poca distanza dal mare, ai piedi del quale si sviluppa l'abitato originario della parte più recente, la "Marina". Questa è attraversata dal corso del torrente Albula e si è sviluppata con gli anni fino al fiume Tronto. La città di San Benedetto del Tronto è suddivisa in 16 quartieri: Agraria, Albula centro, Europa, Fosso dei Galli, Mare, Marina centro, Marina di sotto, Paese Alto, Ponterotto, Porto d'Ascoli centro, Ragnola, Salaria, San Filippo Neri, Sant'Antonio da Padova, Santa Lucia, Sentina.[160][161]

Pesca, cantieristica ed industria navale

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L'asta del pesce di San Benedetto

«...gli ardimentosi pescatori di San Benedetto del Tronto si spingono dovunque: dall'Atlantico all'Artico, in Islanda, in Giappone, valenti in tecniche non consuete in Italia. Sono così diversi da tutti gli altri delle Marche, da costituire una specie di colonia e di razza a parte.»

La storia industriale marittima della città ha origini antichissime. Il 26 maggio del 1912 avviene il varo del "San Marco", il primo battello porta pesce a motore della marineria Sanbenedettese, e in Italia. L'imbarcazione aveva il compito di raccogliere il pesce a bordo delle paranze in alto mare e portarlo a terra.[31][162].

Altri settori direttamente collegati alle attività sul mare, sono: la cantieristica, la lavorazione della canapa, la costruzione di cavi e di reti, le officine della motoristica navale, la strumentistica di bordo, la commercializzazione del pescato (San Benedetto vanta il mercato ittico all'ingrosso più importante d'Italia), le catene del freddo per il trasporto del pesce.[163] A San Benedetto è stata praticata la pesca oceanica, un periodo forse di breve durata ma sicuramente di notevole impatto sul tessuto socio-culturale ed economico della marineria sambenedettese e, per induzione, di tutta la città.[164]

A San Benedetto del Tronto inoltre troviamo un Centro di addestramento professionale per gli addetti alla pesca di altura.[165]

Lo stesso argomento in dettaglio: Riviera delle Palme (Marche).
“Stabilimento di Bagni Marini” nel 1865

San Benedetto vanta una lunga tradizione turistica, fu infatti nel 1865 quando venne inaugurato lo "Stabilimento di Bagni Marini", il primo stabilimento balneare della città, che è fra i più antichi stabilimenti baleneari Italiani.[166] Negli anni si è affermata, fin dai primi decenni del Novecento, come una delle più note e apprezzate stazioni balneari italiane. Nel 1928 nacque l'Azienda autonoma di soggiorno e turismo. A partire dalla seconda metà degli anni sessanta, si è imposta anche come la prima meta turistica delle Marche per numero di presenze. Negli anni novanta a San Benedetto del Tronto si registravano circa 2,5 milioni di presenze all'anno.[167]Nel corso degli ultimi decenni, a San Benedetto del Tronto la capienza ricettiva si è ridotta notevolmente, in quanto gli alberghi in attività sono passati dai 132 degli anni novanta ai 79 di oggi.[168] Al contrario sono aumentate molto le seconde case di proprietà.[169] Dal 1999, tranne che per un anno, San Benedetto si fregia del vessillo della Bandiera Blu e della bandiera Verde.[170][171][172][173][174][175]

Industria ortofrutticoli

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Selezione manuale dei piselli a San Benedetto del Tronto nel 1956

Una delle maggiori attività che ha contraddistinto San Benedetto del Tronto per molti anni è l'esportazione dei prodotti ortofrutticoli. Questa attività ha contribuito al miglioramento economico ed alla evoluzione sociale della sua popolazione. La produzione è favorita dalla morfologia del terreno in gran parte pianeggiante e dal clima. Tale produzione sin dai primi dell'Ottocento raggiunse un'intensità che sfociò in un alto indice di esportazione sia verso le province vicine sia verso la Romagna. Nel 1914 partì il primo vagone di prodotti ortofrutticoli diretto in Svizzera. L'attività si svolge in particolare nella località di Porto d'Ascoli dove sorgono magazzini, conservifici, fabbriche d'imballaggi e celle frigorifere. Dalla seconda metà degli anni novanta è in funzione il Centro Agro Alimentare Piceno, una area strutturata di circa 143.000 , tra le diverse attività sono soprattutto presenti: un mercato ortofrutticolo, laboratori per la lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca, distribuzione carni, distribuzione e commercio prodotti caseari e distribuzione alimentari.[176]

Industria elettronica

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Ha sede a San Benedetto del Tronto la GEM Elettronica, società attiva sui mercati civile e militare sia in Italia che all’estero, specializzata nella produzione di radar 3D di piccole e medie dimensioni, sensori elettro-ottici e sistema di navigazione inerziale per il settore marittimo, avionico e terrestre.[177]

Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e attive vi sono quelle artigianali, come la rinomata produzione di articoli per arredamento, in vimini o in midollino e l'arte del merletto apprezzata in tutta Italia.[178] Importante è anche la lavorazione del rame, finalizzata alla realizzazione di una vasta gamma di prodotti, che spazia dal vasellame alle anfore, oltreché quella orafa e quella della ceramica.[179]

Infrastrutture e trasporti

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San Benedetto è collegata con Roma, in tutte le fasce orarie della giornata, da una pluralità di corse di pullman di linea, attraverso la via Salaria o sul percorso autostradale A24 (soprattutto tramite le relazioni Flixbus Roma Tiburtina-Macerata che sostano presso Porto d'Ascoli e Piazza Nardone).

La città è collegata all'Autostrada A14 mediante il casello di San Benedetto del Tronto sito a sud della città, la parte nord è servita invece dal casello di Grottammare. Dal casello di San Benedetto è possibile raggiungere la città tramite la strada sopraelevata "SP227".

Tramite il raccordo autostradale RA11 da San Benedetto è possibile raggiungere velocemente Ascoli Piceno e conseguentemente le zone industriali e le cittadine poste lungo la vallata del Tronto.

Ad ovest è collegata con Roma e Rieti attraverso la Strada statale 4 Via Salaria (Roma-San Benedetto), arteria che necessita in alcuni tratti di ammodernamenti ma per la maggior parte ha caratteristiche di strada extraurbana secondaria e a scorrimento veloce.

San Benedetto possiede due stazioni ferroviarie, una centrale nei pressi del porto e l'altra nel quartiere di Porto d'Ascoli; entrambe sono poste sulla ferrovia Adriatica. Dalla stazione di Porto d'Ascoli parte la diramazione per Ascoli, che serve tutta la vallata del Tronto e la città di Ascoli Piceno. Tale diramazione, secondo i progetti iniziali, avrebbe dovuto proseguire in direzione di Rieti fino ad arrivare a Roma, costituendo la Ferrovia Salaria.

Il porto di San Benedetto del Tronto che secondo la classificazione nazionale dei porti italiani è considerato di 2ª categoria, 1ª classe; è un importante centro di pesca.[5] Il porto ospita una cospicua flotta di pescherecci ed è il secondo porto per importanza delle Marche dopo Ancona.[5]

Mobilità urbana

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A San Benedetto il servizio di trasporti pubblici urbani è gestito dalla società Start che con un buon numero di linee serve tutti i quartieri della città, le cittadine della vallata del Tronto ed i paesi collinari adiacenti al comune. È attiva anche una linea extraurbana per Ascoli Piceno, Giulianova, Civitanova Marche e Roma.

Piste ciclabili

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Lo stesso argomento in dettaglio: Pista ciclabile della Riviera delle Palme.
Tratto di pista ciclabile (lungomare sud)

La città è percorsa da una rete di piste ciclabili per un totale di oltre 15 km,[180] si fregia della Bandiera Gialla dei Comuni Ciclabili FIAB[181], è possibile percorrerla senza interruzioni da nord (dove presenta un collegamento con la pista ciclabile di Grottammare) a sud (immergendosi all'interno del Parco della Sentina).[182][183]. La pista ciclabile di San Benedetto del Tronto è inserita nel Corridoio Verde Adriatico e nella Ciclovia Salaria.[184][185]

Amministrazione

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Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di San Benedetto del Tronto.
Lo stesso argomento in dettaglio: Sport a San Benedetto del Tronto.

La città è rappresentata in molte discipline sportive, vantando molti tesserati e circa novanta associazioni sportive e oltre venticinque impianti (palestre, campi di gioco e allenamento, centri sportivi polivalenti) dislocati nel territorio comunale.[196][197] Dal 1967 San Benedetto del Tronto è sede fissa dell'ultima tappa della Tirreno-Adriatico.[198]

Principali società sportive

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Le principali società sportive di San Benedetto del Tronto sono:

Impianti sportivi

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Gli impianti sportivi più importanti di San Benedetto del Tronto sono:

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