San Martino Siccomario

San Martino Siccomario
comune
San Martino Siccomario – Stemma
San Martino Siccomario – Bandiera
San Martino Siccomario – Veduta
San Martino Siccomario – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Pavia
Amministrazione
SindacoAndrea Viola (lista civica) dal 10-6-2024
Territorio
Coordinate45°09′N 9°08′E
Altitudine63 m s.l.m.
Superficie14,29 km²
Abitanti6 340[1] (31-12-2021)
Densità443,67 ab./km²
FrazioniAliarolo, Bivio Cava Manara, Cascina Bargitta, Cascina Maddalena, Cascina Zerbi, Case Nuove, Colombarolo, Gallo, Gravellone, La Madonna, Molinello, Paradiso Nuovo, Paradiso Vecchio, Santa Croce, Torre dei Cani
Comuni confinantiCarbonara al Ticino, Cava Manara, Pavia, Travacò Siccomario
Altre informazioni
Cod. postale27028
Prefisso0382
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT018137
Cod. catastaleI014
TargaPV
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 623 GG[3]
Nome abitantisammartinesi
PatronoSan Martino di Tours
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Martino Siccomario
San Martino Siccomario
San Martino Siccomario – Mappa
San Martino Siccomario – Mappa
Posizione del comune di San Martino Siccomario nella provincia di Pavia
Sito istituzionale

San Martino Siccomario (San Martin in dialetto pavese[4]) è un comune italiano di 6 340 abitanti della provincia di Pavia in Lombardia. Posto sulla sponda destra del Ticino (poco a valle del capoluogo), appartiene al territorio del Siccomario. L'abitato sorge alle porte di Pavia, cui è ormai praticamente saldato, essendo diviso solo dal canale Gravellone, originariamente ramo secondario del Ticino.

La chiesa parrocchiale.

Secondo una leggenda diffusa nel Medioevo, nella zona dove sorgerà questo paese sarebbe vissuto da bambino san Martino di Tours. All'interno dell'attuale territorio comunale fu rinvenuta negli anni'80 del Novecento una necropoli di età longobarda[5]. Certo è che fin dall'epoca di Carlo Magno vi sorgeva un ospizio dedicato al Santo, che l'imperatore pose sotto la giurisdizione del monastero di San Martino di Tours. Fin dal 909 in un documento appare la voce Terra Arsa, che denominava la zona di San Martino, detto infatti in seguito San Martino in Terra Arsa, il toponimo Siccomario viene aggiunto solo a metà settecento , fino ad allora nelle cartografie viene definito Terra Arsa e raffigurato disgiunto dal Siccomario.

Nel Basso Medioevo, nell'ambito del dominio pavese, fece parte della squadra del Siccomario, aggregato amministrativamente all'Oltrepò Pavese. Come la maggior parte del Siccomario fu feudo dei Beccaria del Mezzano; estinta la linea dei Beccaria nel XVII secolo, nel feudo si succedettero in breve tempo gli Arborio di Gattinara, i Menocchio di Pavia, Filiberto Buglione di Chieri, Conte di San Martino nel 1760, da cui fu ceduto allo Stato nel 1772, per cui il feudo di San Martino cessò venticinque anni prima dell'abolizione del feudalesimo.

Nel 1743 San Martino in Terra Arsa passa, con il Siccomario, sotto il dominio dei Savoia, cui già dal 1713 (e di fatto dal 1707) apparteneva il territorio adiacente della Lomellina. Pavia restava invece all'Austria, cosicché il canale Gravellone, che scorre alla periferia del paese dividendolo da Pavia, divenne confine di Stato, e lo rimase fino al 1859. Amministrativamente il Siccomario continuò a far parte dell'Oltrepò (salvo il periodo napoleonico) fino al 1818, quando fu unito alla Lomellina. Nel 1848, proprio sul Gravellone, il re Carlo Alberto consegnò al suo esercito il Tricolore italiano, da allora bandiera nazionale.

Lo stemma e il gonfalone del comune di San Martino Siccomario sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 16 agosto 1952.[6]

«Stemma di rosso, a tre spighe di grano d'oro, ordinate in fascia, accompagnate in capo ed in punta da due fasce ondate d'argento. Ornamenti esteriori di Comune.»

Le spighe simboleggiano la fertilità del territorio e sono poste tra due fasce ondate che rappresentano i fiumi Po e Ticino; gli smalti rosso e argento sono un richiamo allo stemma di Pavia.

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco.[7]

Dall'11 maggio 2013 San Martino Siccomario si fregia del titolo di città per decreto del presidente della Repubblica italiana.[8]

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[9]

Amministrazione

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  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, UTET, 2006.
  5. ^ Fabio Romanoni, Insediamenti di età longobarda in Lomellina tra Ticino, Sesia e Po, in Longobardi 569- 2019. 1450º anniversario della presenza longobarda tra Ticino, Sesia e Po. Atti del convegno del 29 giugno 2019, Vigevano, a cura di Giovanni Borrini, Guido Cazzani, Gabriele Becciolini, Vigevano2020. URL consultato il 24 maggio 2021.
  6. ^ San Martino Siccomario, decreto 1952-08-16 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 18 giugno 2022.
  7. ^ Bozzetti di stemma e gonfalone del Comune di San Martino Siccomario, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 28 settembre 2024.
  8. ^ Il Comune di San Martino Siccomario ha ottenuto, per meriti storici, la denominazione di Città con decreto del Presidente della Repubblica del 19 settembre 2012. Delibera di giunta per nuova toponomastica stradale[collegamento interrotto]. URL consultato il 14 giugno 2013.
  9. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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