Rosario Pettinato
Rosario Pettinato | |
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Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 9 maggio 1996 – 29 maggio 2001 |
Legislatura | XIII |
Gruppo parlamentare | Verdi-L'Ulivo |
Coalizione | L'Ulivo |
Circoscrizione | Sicilia |
Collegio | 17. Paternò-Caltagirone |
Incarichi parlamentari | |
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Dati generali | |
Partito politico | PR (fino al 1988) FdV (1989-2001) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università di Catania |
Professione | Avvocato |
Rosario Pettinato detto Saro (Catania, 15 aprile 1938) è un politico e dirigente sportivo italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Catania nel 1938, e di professione avvocato penalista, ha iniziato la sua attività politica negli anni settanta nel Partito Radicale, di cui è stato segretario regionale in Sicilia, e nelle cui liste è stato candidato alle elezioni politiche del 1976 e del 1979 per la Camera dei deputati, senza venir eletto.[1][2][3]
Nel 1988, Pettinato si candida come consigliere comunale alle elezioni amministrative di Catania tenutesi il 29 e il 30 maggio di quell'anno, nella lista Per Catania Civica, Laica e Verde (CLEV) creata per l'occasione dai radicali e dai verdi, ed ottiene un seggio all'assise civica del capoluogo etneo lasciatogli dal dimissionario Bruno Zevi - che era stato eletto assieme ad altri esponenti nazionali candidati con CLEV, quali Marco Pannella come capolista, Emma Bonino e Domenico Modugno, in seguito anche loro dimessi per lasciare i loro seggi ai primi dei non eletti - assumendo anche il ruolo di capogruppo.[4][5] L'anno seguente, esce dalla lista CLEV, si posiziona come indipendente al consiglio comunale ed aderisce ai Verdi, di cui diventa portavoce regionale.[6]
Alle elezioni amministrative del 6 giugno 1993 tenutesi a Catania, Pettinato si candida nuovamente al consiglio comunale nella lista Patto per Catania a sostegno del candidato sindaco vincente Enzo Bianco, in cui ottiene 2.546 preferenze e risulta essere uno dei 17 eletti nella lista.[7] Nella giunta comunale di centro-sinistra guidata da Bianco, ha ricoperto l'incarico di assessore con deleghe all'urbanistica e allo sport (1993-1996).[8]
Nel 1996, si candida alle elezioni politiche per il Senato della Repubblica con L'Ulivo come capolista nel collegio di Paternò-Caltagirone, in cui ottiene l'elezione a senatore. Durante la XIII legislatura della Repubblica Italiana (1996-2001) è stato membro della commissione parlamentare antimafia.
Nel 1998, Pettinato si candida alle elezioni per il rinnovo della giunta e del consiglio della Provincia di Catania, in cui viene sostenuto dai partiti che formano L'Ulivo ed ottiene il 38,01% dei voti, arrivato secondo dopo l'uscente Nello Musumeci, sostenuto dal Polo per le Libertà, che vince con il 60,01%.
Dal 1999 al 2001 è stato presidente della società calcistica dell'Atletico Catania, che militava in Serie C1.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Annuario Parlamentare - VII Legislatura, Segretariato generale della Camera dei deputati, 1977, p. 806.
- ^ Elezione della Camera dei deputati del 20 giugno 1976, vol. 2, Istituto poligrafico e zecca dello Stato, 1979, p. 375.
- ^ Elezione della Camera dei deputati del 3 giugno 1979, vol. 2, Istituto poligrafico e zecca dello Stato, 1979, p. 317.
- ^ I risultati delle elezioni per il rinnovo dell'amministrazione di palazzo degli Elefanti e dei consigli circoscrizionali, in La Sicilia, 1º giugno 1988, p. 30.
- ^ Primo atto per la formazione della nuova maggioranza, in La Sicilia, 23 agosto 1988, p. 24.
- ^ II Pds ha il suo «libro» Brutti riconosce la libertà di stampa, in La Sicilia, 30 gennaio 1993, p. 44.
- ^ Elenco degli eletti al consiglio comunale e nelle circoscrizioni a Catania, in La Sicilia, 8 luglio 1993, p. 14.
- ^ Giunta, prime decisioni. Assegnate le deleghe agli assessori, in La Sicilia, 3 luglio 1988, p. 14.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rosario Pettinato
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Scheda di attività di Rosario Pettinato - XIII Legislatura, su senato.it. URL consultato il 07-07-2019.