Secondo Casadei

«Dobbiamo fare in modo che il pubblico non smetta di ballare e finché qualcuno balla, la musica non deve fermarsi[1]»

Secondo Casadei
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
GenereLiscio
Periodo di attività musicale1924 – 1971
Strumentoviolino

Aurelio Casadei, detto Secondo (Sant'Angelo di Gatteo, 1º aprile 1906Forlimpopoli, 19 novembre 1971), è stato un violinista, compositore e arrangiatore italiano. Considerato il più importante esponente del liscio romagnolo, fu l'autore della celeberrima Romagna mia.

Secondo Casadei in una foto degli anni Venti. Casadei si fece crescere i baffi dopo il matrimonio, avvenuto nel 1935.

Aurelio Casadei nacque da Federico Casadei e Ernesta Massari. I Casadei erano una famiglia di sarti[2], ma Aurelio manifestò fin da piccolo una grande passione per la musica. All'età di dieci anni il secondogenito della famiglia (Secondo diventerà il nome d'arte di Casadei)[3] iniziò a prendere lezioni di solfeggio e violino da Arturo Fracassi, suo grande amico e maestro. A tredici anni s'iscrisse alla Scuola comunale di musica di Cesena, l'Istituto Arcangelo Corelli. Suoi maestri furono Achille Alessandri e Emilio Gironi. Dopo alcuni anni di studio iniziò a suonare in varie orchestrine di musica da ballo. Si suonava nelle aie delle fattorie quando terminavano la trebbiatura e la vendemmia. Inoltre insieme al fratello Dino ed alla sorella Angelina prima, poi insieme a colleghi musicisti, andava a fare le serenate su commissione.

Le prime orchestre

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In Romagna era divenuto popolare alla fine dell'Ottocento un nuovo genere di ballo, il cosiddetto ballo «strusciato», che sostituì i balli «staccati» e quelli di gruppo, eseguiti in fila o in cerchio. Fu grazie al musicista Carlo Brighi, capostipite del genere musicale che poi prese il nome di liscio romagnolo, se il valzer si affermò. Secondo Casadei debuttò a sedici anni nell'Orchestra di Aurelio Bazzocchi (contrabbassista) in una serata a Borella di Cesenatico. Seguirono altre esperienze e collaborazioni, tra cui spicca quella con Giuseppe Fantini e il figlio Giovanni. Fu proprio Giuseppe Fantini a presentare Casadei ad Emilio Brighi (figlio di Carlo Brighi, nel frattempo deceduto), che inserì il giovane nella propria orchestra come secondo violino (1924)[4]. Nello stesso anno Casadei formò un gruppo in cui comparve, in anticipo sui tempi, un tipico strumento jazz: la batteria[5].

Si fidanzò con Maria, che sarebbe diventata in seguito sua moglie; sempre in questo periodo compose il suo primo valzer, Cucù, che prendeva ispirazione dal canto del cuculo. Il brano fu apprezzato anche da Brighi che lo inserì nel proprio repertorio[6].

L'orchestra Casadei

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Lo stesso argomento in dettaglio: Orchestra Casadei.
L'Orchestra Casadei nel 1928. Secondo Casadei è l'unico in piedi. In evidenza il titolo Nuvolari sopra il megafono: era il brano che Casadei propose al pubblico quella estate.

Negli anni successivi Casadei, come scrive nel suo diario, si recava ogni tanto in riviera "dove venivano lanciate le novità. Vidi la prima batteria moderna, il primo saxofono [...] e dei cantanti che cantavano in imbuti di cartone" (si tratta del megafono). Nel 1928, desideroso di sperimentare le nuove formule anche inserendo nuovi strumenti, Casadei lasciò Brighi e formò una sua orchestra. Debuttò al «Dancing Rubicone» di Gatteo a Mare, nella serata di avvio della stagione estiva, il 21 giugno. Fin dalla sua prima esperienza in proprio, Casadei introdusse importanti innovazioni nella strumentazione dell'orchestra, che era composta da batteria, banjo o in alternativa chitarra, clarinetto in do e sax, rivoluzionando così, anche sotto l'influenza della nuova musica americana e senza preoccuparsi del contesto d'origine, la tipica "formazione da valzer"[6]. Da figlio di sarti quale era, introdusse poi le eleganti divise, che divennero di lì a breve un segno distintivo di tutte le orchestre romagnole. Con questa orchestra Casadei incise il primo disco per la Fonit di Milano. Sul primo lato vi era Nuvolari, un one-step scritto dal sassofonista Primo Lucchi, e sull'altro Gemma blu. Seguirono le incisioni di Attenti al treno, Romagnolo, Capricciosa, Capinera e Burdèla avèra.

Nel 1930 lasciò la Fonit e passò a La voce del padrone. L'Orchestra Casadei si fece notare per la maggiore professionalità e lo stile, coi musicisti sempre impeccabili nella divisa del gruppo. Oltre a suonare, scrisse numerose polche, valzer e mazurche. Tra le altre: Non ti scordar, Adriana, Balla balla, Tramonto. Casadei aprì anche il filone della canzone in romagnolo: oltre alla già citata Burdèla avèra, Vandemiadòra, Un bès in bicicleta e tante altre. Il 10 gennaio 1935 si sposò con Maria Boschetti[7], alla quale dedicò tante indimenticabili canzoni, come Maria, Marietta Mariù, Cara Maria, Dolce Maria, Marion, Marirosa, Mariolina ecc. Negli anni trenta compose più di 230 brani. Il principale collaboratore di Casadei nella stesura dei testi fu Primo Lucchi.

Secondo Casadei all'età di 30 anni.

Nel 1937 concluse l'esperienza con la Voce del Padrone e passò alla Odeon, con la quale incise Sangue romagnolo, Torna Maggio, Rubicone, Filomena, Gian Piero e altre. Dello stesso periodo è A sém di rumagnul.

La seconda guerra mondiale ed il dopoguerra

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La seconda guerra mondiale non risparmiò Secondo Casadei, che in quel periodo perse i genitori, la casa (si rifugiò per qualche anno in una stalla di amici contadini) e gran parte del suo patrimonio, trovandosi così costretto a tornare al lavoro di sarto. Ricominciò ad andare in giro di casa in casa con una valigia di cartone con il necessario per fare piccoli lavori di sartoria e qualche ritaglio di stoffa, chiedendo alla gente se aveva bisogno di stringere qualche capo o rifare un orlo. Poté ricominciare la sua attività di capo orchestra solo alla fine della guerra, forte dell'accoglienza che aveva ricevuto da tutti coloro ai quali si era presentato, che gli manifestavano ancora grande affetto e stima.

Nei primi anni del dopoguerra, però, divennero di gran moda i nuovi balli provenienti da oltre oceano: swing e boogie-woogie[6]. Casadei dovette fronteggiare l'irresistibile popolarità della nuova musica: numerose volte il pubblico lo accolse fischiando. Sembrava che il liscio avesse i giorni contati. Ma tenne duro e nel giro di pochi anni, grazie alla sua professionalità ed all'incrollabile fiducia nella musica romagnola (non si chiamava ancora "liscio"), il pubblico tornò alle consuete abitudini. Le orchestre da ballo ripresero quindi il loro tipico repertorio. I brani più eseguiti in questo periodo erano Fiaccola, Evviva la polka, Miss 48, Atomica N. 3, La vera Torricelli, Bèli fjoli.

Anni '50: Romagna mia

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La famiglia Casadei al completo: (da sinistra a destra) Gian Piero, Maria, Secondo e Riccarda (1954).

Nel 1954 Casadei compose la canzone che divenne il suo più grande successo, Romagna mia (con le voci di Fred Mariani e Arte Tamburini), per l'etichetta La Voce del Padrone. Da allora iniziò per lui e per il liscio romagnolo una luminosa stagione ed un periodo di successo. Romagna mia fu fatta conoscere anche oltre Adriatico da Radio Capodistria, emittente jugoslava in lingua italiana. Negli anni Cinquanta Secondo Casadei incise circa 600 brani. Casadei fece conoscere il liscio romagnolo a tutta l'Italia: in quegli anni la sua orchestra eseguiva più di 365 concerti all'anno (di domenica, infatti, oltre alla sera si suonava anche il pomeriggio).

A partire dal 1960 Secondo fu affiancato dal nipote Raoul Casadei, con il quale scrisse decine di canzoni di grande successo. I brani più richiesti dall'Orchestra nei primi anni sessanta erano In bocca al lupo, Il cacciatore, Non voglio perderti, Nadèl in Rumagna. Il passatore, Il valzer degli sposati, Io cerco la morosa, quest'ultima lanciata nell'etere nazionale da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, conduttori della trasmissione RadioRai Alto gradimento.

1967: l'Orchestra spettacolo Secondo & Raoul Casadei

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L'Orchestra Spettacolo Casadei nel 1970.

Nel 1967 la formazione prese il nome di "Orchestra spettacolo Secondo & Raoul Casadei". Alla fine del decennio Secondo Casadei fu invitato in Rai da Vittorio Salvetti, che lo fece anche partecipare con la sua orchestra al Festivalbar. Riscossero un grande successo i valzer Non c'è pace tra gli ulivi, Disperata[8], Estasi, Mamma mia mamma, Alla Casadei, Appassiunèda e La sfida dei clarini.

Nel 1969 sei musicisti dell'orchestra (Arte Tamburini, Nevis Bazzocchi, Antonio Zoli, Giacomo Zozzi, Gilberto Sapucci e Luciano Brandi) lasciarono Secondo Casadei per unirsi a una nuova formazione: il Folklore di Romagna. L'orchestra si rinnovò quasi totalmente inserendo nuovi musicisti: Franco Bergamini, Al Pedulli, Renzo Vallicelli, Alberto Parmiani, i cantanti Nadia Betti e Tes Gabré (successivamente sostituiti da Palma Calderoni, Edgardo Gelli e Rita Baldoni), che andarono ad affiancare Ivano Nicolucci, Ivan Novaga e Giorgio Pullini.

Secondo Casadei morì nel 1971, all'inizio del grande boom del liscio, lasciando la conduzione della sua orchestra nelle mani di Raoul, che portò avanti la storia musicale familiare. La figlia Riccarda, insieme alla sua famiglia, ereditò le «Edizioni Casadei Sonora»[9], che ancora oggi raccolgono e custodiscono il prezioso patrimonio artistico di Secondo Casadei ed il genere folkloristico romagnolo. Tra questi gli inconfondibili valzer, polche e mazurche dalla tipica sonorità romagnola, costituita dal caratteristico clarinetto in do e dal sax mi bemolle.

Lo "Strauss di Romagna" è sepolto nel cimitero di Savignano sul Rubicone, in cui c'è una statua che lo raffigura, opera dello scultore Tito Neri.

Secondo Casadei incise, in quasi 50 anni di carriera, ben 1048 brani per La voce del padrone e per la Columbia. I suoi brani costituiscono le fondamenta del genere liscio romagnolo. Tra i suoi maggiori successi, la celeberrima Romagna mia, poi Cicogna, In bocca al lupo, Non c'è pace fra gli ulivi, Tramonto, La sfida dei clarini e tanti altri, la maggior parte dei quali sono custoditi e diffusi dalle edizioni di proprietà della sua famiglia, le Edizioni Musicali Casadei Sonora di proprietà della figlia Riccarda Casadei, che hanno come compito quello di difendere e divulgare il patrimonio artistico di Secondo Casadei.

Intitolazioni

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Nel tempo sono state dedicate a Secondo Casadei vie, piazze e parchi in tantissimi paesi e città della Romagna.

Nel 2009 gli è stata dedicata anche una rotonda a Sant'Angelo di Gatteo, suo paese d'origine, che riproduce la sagoma della sua orchestra, una coppia di ballerini e naturalmente le parole del suo capolavoro più famoso, Romagna mia, che è considerato da tutti l'inno di questa terra.

Orchestre e gruppi diretti da Casadei

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Dal 1924 al 1928 Casadei suonò con Emilio Brighi, ma ebbe anche un gruppo proprio.

Tale formazione fu, fino al 1927, il "secondo lavoro" di Casadei. Dal 1928 divenne la sua attività principale:

Secondo Casadei fu il primo ad introdurre e ad usare stabilmente la batteria (detta "e' jazz") e il sassofono (contralto). Tipica dello stile Casadei fu la combinazione fra clarinetto in do, che "fiorisce", e sax contralto, che suona la melodia. Fu inoltre il primo a utilizzare il banjo in alternativa alla chitarra.

Per successive formazioni si veda Orchestra Casadei

Discografia parziale

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Secondo le statistiche fornite dalla Casadei-Sonora, Secondo ha registrato nella sua carriera[10]:

  • 78 giri: 180 dischi (a partire dal 1928);
  • 45 giri: 230 dischi;
  • Extended play: 14 dischi;
  • 33 giri: 54 dischi;

E.P. (formato maxi)

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  • 1959 - Souvenir di Riccione (Columbia, SEMQ 100; tracce: Donatella, Visione lontana, Solitario, Torna; pubblicato come «Secondo Casadei e la sua Orchestra»)
  • 1960 - Souvenir di San Marino (Columbia, SEMQ 168; tracce: San Marino goodbye, Riviera romagnola, Atomica, Forlivese; pubblicato come «Secondo Casadei e il suo Complesso»)
  • 1961 - Souvenir di Faenza (Columbia, SEMQ 213; tracce: Sangue romagnolo, Balliamo all'italiana, Cara memoria, Dai, dai, dai!; pubblicato come «Secondo Casadei e il suo Complesso»)

Opere su Secondo Casadei

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  • Romagna mia, le più belle canzoni di Secondo Casadei - pubblicato da Emi Music
  • 1928 Le origini - brani degli anni '30- pubblicato da Dischi Sonora
  • Le origini vol. 2 - brani degli anni '40- pubblicato da Dischi Sonora
  • Concerto per Secondo Casadei, Grande Evento e orchestra Luca Bergamini, ed. Eurozeta, 2010;
  • La musica di Secondo Casadei, Arte Sonora / Elicona / Casadei Sonora, 2011. Disponibile anche un video del backstage.[E 1]
  1. ^ La musica di Secondo Casadei - Backstage Registrazioni, in youtube.it. URL consultato il 13-11-11.
  • "Mi chiamo Secondo" - pubblicato da Universal Music, 2017
  1. ^ Mario Russomanno, L'uomo che fece i romagnoli, Materiali Musicali, Forlì 2021
  2. ^ Secondo Casadei: una vita in musica, in Romagnamia.it. URL consultato il 28-02-2008 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2006).
  3. ^ Il fratello maggiore di Aurelio fu Dino, il padre di Raoul Casadei.
  4. ^ La formazione di Brighi era composta da Emilio Brighi (primo violino); Giuseppe Fantini (clarinetto); Viscardo (basso); Ivo Brighi (chitarra) e Secondo Casadei (secondo violino).
  5. ^ La formazione – che si esibiva nelle piccole feste e nelle occasioni di minore importanza – era composta da Secondo al violino, Giuseppe Fantini al clarinetto, Giovanni Fantini alla chitarra e Edgardo Gusella alla batteria.
  6. ^ a b c Federico Savini, "La Zèt la vò balé". Miti, paradossi e antropologia del Liscio Romagnolo", Blow Up, n. 188, gennaio 2014, Tutte Edizioni
  7. ^ Amore e musica, su secondocasadei.com. URL consultato il 4 novembre 2022.
  8. ^ Brano composto da Ferrer Rossi, di cui Casadei acquistò i diritti. Fu uno dei pochi brani del repertorio non fatti in casa.
  9. ^ Gianni Siroli, Romagna balerina. Curiosità storico-musicali in Romagna dal 1950 al 2000, Faenza, Tempo al Libro, 2018, p. 95.
  10. ^ Gianni Siroli, Romagna balerina. Curiosità storico-musicali in Romagna dal 1950 al 2000, Faenza, Tempo al Libro, 2018, p. 146.
  • Federico Savini, "La zèt la vò balé!". Miti, paradossi e antropologia del Liscio Romagnolo", Blow Up, n. 188, gennaio 2014, Tuttle Edizioni
  • Franco Dell'Amore Storia della musica da ballo romagnola. 1870-1980, Pazzini Editore 2010
  • Le prime, e sinora uniche, analisi musicali delle opere di Secondo Casadei sono le tesi di laurea di M. Maretti, Secondo Casadei. La vita e le opere di "un sonador", Università di Bologna, a.a. 1998-99, e di M. Di Giandomenico, Sviluppi e mutamenti della musica da ballo romagnola. Due esempi:Carlo Brighi e Secondo Casadei, Università di Bologna, a.a. 2007-2008.
  • Gianfranco Miro Gori Romagna Mia. Passato e presente di una canzone tra la provincia e il mondo - Minerva Edizioni 2004
  • Gianfranco Miro Gori Guida alla Romagna di Secondo Casadei, Panozzo Editore 2002
  • Leandro Castellani Lo Strauss della Romagna, le avventure di Secondo Casadei, Camunia 1989
  • Giuseppe Pazzaglia, Andrea Samaritani, Paola Sobrero (a cura di), Tu sei la stella, tu sei l'amore - La vita e i luoghi di "Romagna mia", il diario inedito di Secondo Casadei. Minerva Edizioni, 2014
  • Annibale Pignataro, Romagna mia. La leggenda di Secondo Casadei, Yucanprint edizioni, 2014

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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