Consiglio dei Pregadi
Consiglio dei Pregadi | |
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L'ultimo Senato della Repubblica di Venezia, di Vittorio Emanuele Bressanin, XIX secolo | |
Stato | Repubblica di Venezia |
Tipo | Assemblea legislativa aristocratica |
Istituito da | Jacopo Tiepolo |
Predecessore | Consilium sapientes |
Operativo dal | 1229 |
Soppresso | 12 maggio 1797 |
da | Napoleone Bonaparte con il trattato di Milano |
Successore | Municipalità provvisoria di Venezia |
Doge | da Jacopo Tiepolo (primo) a Ludovico Manin (ultimo): elenco |
Eletto da | Maggior Consiglio |
Numero di membri | 120 |
Sede | Palazzo Ducale, Venezia |
Il Consiglio dei Pregadi o Consiglio dei Rogadi o, più comunemente, Senato era un organo costituzionale della Repubblica di Venezia istituito sin dal 1229 quale assemblea deliberativa superiore della Repubblica, che si occupava di discutere della politica estera e dei problemi correnti con un meccanismo decisionale più snello e ristretto rispetto al sovrano Maggior Consiglio.
Il nome di Consiglio dei Pregadi si riferisce letteralmente al fatto che i senatori venivano originariamente pregati di fornire il proprio consiglio al Doge, mentre il nome Senato si impose invece solamente nel XIV secolo col diffondersi della cultura umanista.
Il Senato si riuniva nell'omonima sala di Palazzo Ducale.
Composizione e funzioni
[modifica | modifica wikitesto]Membri elettivi e di diritto
[modifica | modifica wikitesto]Il Senato era presieduto dalla Serenissima Signoria con a capo il Doge, mentre i lavori erano preparati e diretti dai Savi del Collegio.
Vi erano poi i Pregadi:
- anzitutto i sessanta senatori annuali eletti dal Maggior Consiglio;
- a questi si aggiunsero successivamente altri senatori che costituivano la cosiddetta Zonta, cioè "aggiunta": istituita nella seconda metà del Trecento e rinnovata per decreto di anno in anno, essa divenne ordinaria e perpetua parte del Senato nel 1506, col definitivo numero di sessanta senatori de Zonta.
A questi membri elettivi si sommavano poi, di diritto, l'intera Quarantia, il Consiglio dei Dieci e gli Avogadori de Comùn. Dal 1305 sedevano per diritto in Senato, senza preventivo decreto del Maggior Consiglio anche i Procuratori di San Marco.
I pregadi erano distinguibili per il fatto di indossare la toga rossa, contrapposta alla normale toga nera degli altri patrizi.
Membri ex officio
[modifica | modifica wikitesto]Partecipavano ai lavori del Senato molti magistrati e funzionari dello Stato di volta in volta chiamati a trattare ex officio, cioè per necessità di carica, le materie loro inerenti:
- i comandanti militari, a partire da Capitan del Golfo, Capitan General da Mar e Capitan General de Teraferma;
- gli ambasciatori, i baili e i consoli in partenza o al ritorno dai propri incarichi;
- i podestà e governatori delle città e territori sottomessi;
- i provveditori e i membri di Magistrati e Deputazioni.
Da notare tuttavia come, per l'uso di assommare diversi incarichi alla medesima persona, spesso molti di questi funzionari rappresentassero al contempo più funzioni diverse e fossero al contempo essi stessi dei senatori eletti.
Galleria di senatori veneziani
[modifica | modifica wikitesto]- Ritratto di senatore veneziano, di Andrea Solari, XV-XVI secolo
- Doppio ritratto di senatori veneziani, bottega del Tintoretto, XVI secolo
- Gruppo di senatori veneziani, di Domenico Tintoretto, XVI secolo
- Ritratto di Marino Grimani, del Tintoretto, 1578
- Il senatore Marcantonio Barbaro, del Tintoretto, 1593
- Ritratto di Andrea Tron, di Nazario Nazari, 1750
- Ritratto di Daniele IV Dolfin, di Giovanni Battista Tiepolo, circa 1750
- Ritratto di Vincenzo Querini, di Nazario Nazari, XVIII secolo
- Processione dei senatori durante i funerali del doge Paolo Renier del 1789
- Autoritratto come senatore veneziano (dettaglio), Bernardo Bellotto, circa 1765. Bernardo Bellotto non fu senatore veneziano.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- L'Archivio di Stato di Venezia. Indice generale, storico, descrittivo ed analitico. Tomo I - Archivi dell'amministrazione centrale della Repubblica Veneta e archivi notarili, 1937.
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