La formula del campionato fu la stessa della stagione precedente; la manifestazione fu organizzata con un girone all'italiana, con gare di andata e ritorno per un totale di 18 giornate: erano assegnati 2 punti per l'incontro vinto e un punto a testa per l'incontro pareggiato, mentre non ne era attribuito alcuno per la sconfitta. Al termine del campionato la prima squadra classificata venne proclamata campione d'Italia mentre la nona e la decima classificata retrocedettero in serie B.
Il campionato iniziò il 17 maggio e si concluse il 4 ottobre 1969. Il torneo vide l'inizio dell'egemonia del Novara. Il club piemontese riuscirà nell'impresa di vincere sette titoli consecutivi (record ancora imbattuto) e quattro coppe Italia e raggiungendo per due volte la finale della Coppa dei Campioni senza riuscire tuttavia a portare il trofeo in Italia. La squadra che cercò di resistere ai novaresi nel stagione del 1969 fu il Laverda Breganze che tra la quinta e la sesta giornata si portò in testa al torneo in solitaria; la sconfitta però subita in Piemonte spianò la strada agli azzurri di Novara che infilando tredici vittorie di fila vinsero il loro tredicesimo scudetto centrato a due giornate dalla conclusione del campionato. Da segnalare che il Novara ingaggiò a partire dal girone di ritorno il forte esterno della nazionale olandeseRobert Olthoff; dopo aver conquistato cinque titoli con il Residentie, Olthoff nel 1969 passò appunto al Novara grazie al presidente Santino Tarantola e al tecnico Ferruccio Panagini[1]. Il giocatore fu il primo straniero del campionato italiano di hockey pista. Vincendo il titolo il Novara si qualificò per la Coppa dei Campioni. A retrocedere in serie B furono il Trissino e il DLF Trieste che perse lo spareggio salvezza giocato a Bologna contro l'SC Follonica. Renzo Zaffinetti del Novara segnando 39 reti vinse per la quinta e ultima volta la classifica dei cannonieri.